Wislawa Szymborska: «Poesia in onore»
Ventunesimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
Poesia in onore
C’era una volta. Inventò lo zero.
In un paese incerto. Sotto una stella
oggi forse scura. Tra date
su cui nessuno mai giurerà. Senza un nome,
neppure controverso. Senza lasciare
al di sotto del suo zero nessuna massima
sulla vita che è come. Né una leggenda,
che un giorno aggiunse uno zero
a una rosa colta e ne fece un mazzo.
Che dovendo morire si avviò nel deserto
su un cammello con cento gobbe. Che si addormentò
all’ombra delle palma conseguita. Che si sveglierà
quando tutto sarà già stato contato
fino all’ultimo granello di sabbia. Che uomo.
Attraverso la fessura tra il fatto e il fittizio
sfuggi alla nostra attenzione. Resistente
a ogni destino. Si scrolla di dosso
ogni forma che gli do.
Il silenzio si chiuse su di lui,la voce non lasciò cicatrice.
L’assenza prese l’aspetto d’orizzonte.
Lo zero si scrive da solo.
(da «Sale», traduzione di Pietro Marchesani)
(*) Ricordo che qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tempo – 14 anni – invia ad amiche/amici per 3 o 4 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni. (db)