Clelia Pierangela Pieri: Fiocchi di vita

Scende la neve, a fiocchi.

Nessuno mi scalda in questa notte in cui tutti, o quasi, seduti alla tavola imbandita per l’occasione cincischiano alle dita nocciole e bucce profumate. Conosco la noia, l’ho conosciuta in tempi in cui le gambe sotto il tavolo diventavano guizzi d’impazienza.

Questa notte, vivo un problema diverso e non sento le mie gambe.

A fiocchi, scende il gelo sul mio viso.

Ripenso ai brusii in lingua sconosciuta, sottofondo che mi era indifferente, negli aeroporti che attraversavo sordo e cieco durante le mie irrinunciabili vacanze invernali.

Odori nuovi e mani nere dal palmo rosa.

La neve volteggia, dilaga la notte ed anche i miei pensieri scendono implacabili. Stupidi fiocchi a rinsecchirsi, rigidi, sulla mia immobilità.

E adesso, come si permette questo “nero” di toccarmi, palparmi, trascinarmi… Mi starà rubando il portafogli, no, il cellulare. Che sfacciataggine, io muoio e lui vuole usare il mio telefonino. Vorrà dire buon natale alla sua donna, ai suoi amici…

«Via dei Platani all’altezza del numero 20. Sì, è a terra ma non so in che condizioni sia. E’ coperto di sangue, lo avranno investito. Sbrigatevi! No, che non è uno scherzo, sì… Uganda, ma che importa di che nazione sono? Ah, parlo un “troppo” buon italiano? Voi non capite mai un cazzo! »

Sì, lo penso anch’io: spesso non capiamo nulla.

Non ho capito quale regalo fosse un Natale, quale stupefacente alibi per incontrarci e così viverci.

Contare i presenti come fanno i bambini, felici di non essere dispersi e accarezzarci o solo sfiorarci, vivi, con i polpastrelli rosa come ora lui. Lui che scapperà perché ha paura, lui che ora è qui a sfiorarmi il viso e tastarmi il collo sperando che io sia vivo.

A fiocchi, scende la magia: sulle case e gli alberelli grandi e piccoli a luccicare, sui cappotti frettolosi, sui regali impacchettati a festa e su noi due.

Due uomini fino ad oggi soli per lo stesso motivo: aridità. Inflitta dal primo, subita dal secondo.

E’ freddo dentro e fuori di me ma due polpastrelli rosa sanno scaldare più del fuoco.

La neve continua a scendere su questa vita in corsa ed io sto correndo, a gambe immobili, per cercare ancora questo mondo e il tempo per capirne il senso.

UNA PICCOLA NOTA

Riprendo la presentazione di Clelia dal blog collettivo Poetarum Silva (http://poetarumsilva.wordpress.com)

Clelia Pierangela Pieri, tendenzialmente nomade, nata il 10/07/55.

Vive a Colonia da qualche anno ma è già in procinto di lasciarla.
Ama il silenzio e l’osservazione.
Scrive.
Legge.
Continua a guardarsi intorno.
Qualche riconoscimento, poche pubblicazioni.
Di sé, afferma: “sono quello che scrivo, a volte meno”.
Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

16 commenti

  • savina dolores massa

    Clelia Pierangela Pieri m’inneva caldamente.

  • Seguo la penna di Clelia da tanto ma questo racconto mi era sfuggito e sono felice di leggerlo qui.
    Sono tante le tematiche toccate in questo racconto breve e non è facile farlo in così poche righe.
    Leggo e vedo la fotografia di un istante che è vero, purtroppo, che fa provare vergogna, rabbia, e lo fa distaccandosi da questi sentimenti che avrebbero sminuito il valore di ciò di cui scrive. Anche questo non facile… perchè lo fa addirittura con delicatezza, evidenziando e sottolineando quello che le preme per contrasto. Complimenti! Difficilmente si legge un racconto così ben scritto e costruito.
    E ti ringrazio, Clelia, per avermi fatto conoscere questo blog estremamente interessante che inserirò fra i link del mio.

    Elisabetta Maltese

  • per me una delle voci più belle della poesia contemporanea.

  • “E’ freddo dentro e fuori di me ma due polpastrelli rosa sanno scaldare più del fuoco.”

    qui il racconto con le pietre focaie dei polpastrelli concentra la fiamma, intorno bianco, freddo sì, anche che isola

    piaciuto inoltre perché scorrevole, elegante, non banale.
    ciao

  • Bello, bello e toccante come quelle dita messe sulla piaga dilagante di un modo d’essere ormai abituale, quello dell’incomprensione, e della completa mancanza di fiducia per il “diverso” qui nero, ma potrebbe essere chiunque…
    Non mi stanco di ripeterlo sei una delle penne che seguo con il cuore oltre che con la mente.
    Il ragionamento mi dice che sei brava con uno stile pulito, moderno, scorrevole, il cuore mi racconta che dietro lo stile e la cura c’è un’anima bella.

    Ciao

    frantzisca

  • Clelia è una magica “Selva” di parole…

  • A tutti voi grazie e solo grazie.
    Dire di più mi porterebbe a scadere nella retorica e non lo meritate.

    Grazie.
    clelia

  • A te, Daniele, grazie per questa opportunità che mi hai regalato.
    clelia

  • grazie clelia….
    la doni commossa

  • Volesse il Cielo servisse…..oltre la tenerezza delle proprie ali!!
    abbraccio.
    mc old mike.

  • Finalmente ti ho trovata qui, ospite e di certo amica.
    Prima di lanciarmi in commenti, ti leggerò con attenzione, la mia solita attenzione che cerca di digitare parole dotate di senso e non per il gusto di apparire: sai che son esigente soprattutto verso me stessa e non amo commenti compiacenti.
    Ci rileggiamo presto, Clelia. 🙂
    Intanto saluto il padrone di casa e a te un bacio

  • Ti ho letta, ma ti preferisco in versione poetica come ti ho appena letta da te, Clelia.

  • …e in ultimo, grazie a Doni, Mike e Marzia per la lettura.

    clelia

  • Breve e fulminante. Riuscire a condensare in poche righe il senso degli avvenimenti e la vita la stessa, non è semplice. La tua è una penna agile che non trascura la poetica all’interno della narrazione rendendo grazia alla scrittura.
    Complimenti alla mia Clelia! Davvero bravissima.
    Jul

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