Yerka e non Yerka / 12

Artisti a confronto – di Mauro Antonio Miglieruolo

PRIMA PARTE: YERKA

Tavola apparecchiata per una felice colazione, oppure trappola per procurare un pasto al leone.

Il leone sembra tranquillo, io non mi fiderei…

Carriola disutile. Che non va dove vuoi. Va nell’unica direzione che le è possibile. Come il tempo. Salvo piccoli scarti la sua linea unidirezionale ammette solo l’istante successivo. E l’istante dopo ancora.

 

Architettonicamente di improba realizzazione. Esteticamente di sicuro successo.

 

Qualcosa di analogo, nell’uguale dell’impossibilità. La distruzione si è fermata a un punto cruciale di equilibrio che non reggerà a lungo. Che non avrebbe dovuto arrivare fino a noi. Forse aspetta solo che noi chiudiamo il contatto per crollare.

 

Di nuovo e notevole c’è il lumacone situato al margine della foresta, in una delle tante isole dei mari del sud che tanto piacciono a Yerka (e affascinano noi tutti). Tutto il resto serve a costruire una struttura degna di quell’offerta: la strana casa al margine di una spiaggia che raccoglie un oggetto che, pur affascinante, sembra secondario. In realtà serve a dare slancio e originalità al resto dell’invenzione (un monumento a sé stesso) costruita con i materiali consueti dell’autore.

 

Una sintesi di sé stesso, nel mentre che espone atmosfere tipiche della fantascienza?

 

Animale macchina che produce ciò che accumula. Le feci dell’accumulazione? Gli gnomi della finanza che guadagnano a spese di miliardi di vite disperse, di morti per fame ma anche di continui “assassini nella cattedrale” (vedi Covid).

 

Ma chi guarda sta sotto o sopra il livello dell’acqua? Chi guarda un’opera sta sempre aldisotto del livello che l’ha ispirata. Per questo è difficile, non impossibile, comprenderla.

 

I libri (tutte le culture) tengono al riparo il mondo dalle alluvioni dell’ignoranza.

 

 

Un’isola deserta. Un cannone. Persino un frigorifero. Quale mai robinsonata si può costruire partendo da elementi simili? Yerka ci riesce.

 

SECONDA PARTE: Julie Heffernan

Mi linito ad ammirare. Il confronto e i commenti a data da stabilire.

continua sabato prossimo

 

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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