Yerka e non Yerka / 16

Artisti a confronto – di Mauro Antonio Miglieruolo

Oggi un confronto suggestivo. Tra Yerka (fantascienza) e illustrazioni di Fantascienza.

Giocando in casa, dunque.

Alcune delle immagini presentate sono tra le migliori del grande artista polacco. Quelle dedicate all’illustrazione fantascientifica scelte tra le tante ordinarie di buon livello che il genere offre.

La Fantascienza: un genere che ha segnato in profondità il Novecento. Che è entrato a far parte della vita quotidiana nel Duemila. E che ha davanti a sé possibuilità nuove e insperate collegate all’inevitabile risorgere delle domande sul futuro comune. Sopravviveremo? Se sì, condurremo una vita degna di questo nome? Per quali vie possiamo evitare la catastrofe? O possiamo uscirne senza pagare uno scotto troppo alto?

Emergono dunque nuovi interrogativi che richiedono nuove ipotesi di ingegneria sociale. Saprà la Fantascienza intercettarle mirabilmente come ha fatto nel secolo scorso?

Le risposte ancora non ci sono. Importante aver impostato le domande.

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PRIMA PARTE: YERKA

Gli alberi salgono interminabilmente verso il cielo. In basso una capanna che è quasi una grotta. Sotto un pesce, simbolo cristico.

È davvero un caso che ad esso sia dato sopportare il peso dell’umanità e del mondo?

Quadro enigmatico, ma non troppo.

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Tra le due o tre illustrazioni più suggestive e meglio riuscite di Jacek Yerka.

L’Albero del Mondo, che è anche albero mondo. Intorno a lui caroselli di modellini uccello. Si ridurrà a questo, fra qualche tempo, la possibilità della vita in comune. Nello sfuttamento di un albero adattato a condominio? nel carattere artificiale di ogni nostra impresa?

Intorno, alla base, il dipanarsi delle vie del mondo. Che forse indirizzano verso un nulla fatto di sterminbate lontananze e di speranza.

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Non interpreto. Ammiro. Si dice, sotto la neve pane. Yerka sembra suggerire che in essa risiedano svariate possibilità di bellezza.

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Ciò che è sopra è anche sotto. Ma da dove ha inizio la traslazione?

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Paesaggio da sogno? Forse. La luce di milioni e milioni di anime spente che si accendono e ricompongono il paesaggio a misura di festa, in una perenne Epifania dei Paradisi.

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Cattedrali che generano mostri che generano diavoli che generano inviti al peccato. Riassunto, non si offendano i credenti, della storia della chiesa.

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Bozza di una illustrazione che anche bozza di un racconto pst catastrofe. Chiusi nella loro fortezza li ultimi, che non saranno mai primi, attendono.

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Da dove ha origine il tutto, avrà origine la fine del tutto.

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Un corso quantistico sulla guida caotica

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Una tavolata senza fine per guidare l’occhio verso una strada senza fine. O è la convivialità che apre percorsi d’amicizia senza fine?

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SECONDA PARTE: “Fantasy & Science Fiction”

Semplice semplice. Una favola. Di quelle che piacciono ai bambini, ma anche agli adulti

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Epopea dello spazio. Come poteva essere immaginata ieri e considerata fattibile oggi.

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Mi ha lasciato perplesso. Per la troppa semplicità. Ma mi ha anche suggestionato, per l’innocenza che la ispira.

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Sfarzo, alienità, passato, futuro…

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Ah! questi antenati! considerereanno sconfortati tra amille o duemila anni coloro che si troverao al posto di noi oggi. Quanta ingenuità!

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Un mondo tutto da scoprire. La Fantascienza nei paesi dell’Europa dell’Est. Un discorso che aspetta di essere aperto.

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Una tra le più suggestive. Una che, se sopravvivo a me stesso, mi riprometto di utilizzare in un racconto.

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In quale altro ambito trovare immagini simili a questa? Trasparente traduzione delle pulsioni segrete che affliggono gli uomini, nel mentre che rappresentano la funzione cosmica della donna. Accettazione, comprensione, calore umano…

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Solitudine. Naufragio delle speranze. Ignoto.

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Nell spazio si è sempre come perduti, oppressi dall’infinito che ci circonda. E che ci ostinamo a esplorare.

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Ho barato un po’. Ma io sono tifoso di Yerka, non semplice ammiratore, tenetene conto.

continua sabato prossimo

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

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