Yerka e non Yerka / 8

Artisti a confronto – di Mauro Antonio Miglieruolo

PRIMA PARTE: YERKA

Temi ricorrenti in Yerka. Alberi ad alto fusto, dritti e nudi. Le chiome che ospitano oggetti straordinari; strade serpentine che si perdono al confine dell’orizzonte; animali improbabili che irrompono nella quotidianità. Animali che sono macchine, che sono case, che sono uomini… che sono la vera essenza di ciò che può diventare l’uomo.

 

Tra le immagini prodotte da Yerka, questa è delle preferite. Una di quelle che più mi affascina. Affascina anche l’artista, evidentemente. Perché la ripropone con infinite varianti.

L’uomo torna sugli alberi. Da quegli alberi, lasciandoli, ha iniziato la sua avventura nel mondo. Una avventura piena di disavventure. Le cui tracce, mascherate dalla necessità della difesa (difesa che finisce con il diventare offesa) possiamo trovare in basso, a protezione della piante che, a sua volta, con la chioma li protegge.

Anche questa è stata già vista. Di nuovo c’è il particolare dell’albero utilizzato componente delle abitazioni, abitazione esso stesso. Ma questa volta, sembra, abitazione del tronco, non nella chioma.

 

Un racconto per ragazzi. Una favola. Yerka è consapevole dello spazio in cui si aggira. Un passo in avanti e si è nella fantascienza. Un passo indietro e si torna nei luoghi comuni con i quali si affligge l’infanzia.

 

Una Venezia primordiale. Prima che se ne sia inventato il nome. Prima di aggregarsi in una comunità abbastanza grande da averne uno.

 

Ho già presentato una immagine della quale questa sembra possa essere l’atto preparatorio. Le diversità qui presenti sembrano alludere a possibili esiti diversi, a differenti sviluppi del quadro. Chi vorrà soffermarsi troverà stimolante procedere a un confronto.

 

Altra creazione ripetuta. L’artista che cerca fra le tante che l’ispirano, di arrivare alla più significativa ed efficace. Quel che stupisce non è tanto la frequente presenza del coccodrillo, ma le varianti mitiche che può assumere una vasca da bagno.

 

In questo abbozzo, tre motivi ispiratori che troveranno posto in opere autonome; o diventaranno parte significativa di altre opere.

 

Vedi il diverso modo di presentare una stessa situazione. Le differenze con le immagini che sopra ho riportato dicono molto sul processi mentali che ispirano le invenzioni di Yerka. Lo studio comparato di questo e altri quadri simili chiarirà bene chi è Yerka e quale sensibilità lo muove questo autore

 

Yerka lo ha intitolato: Il terzo Giorno della Creazione. Una titolazione che non aggiunge nulla al fascino del quadro. Nulla sulla grandezza dell’autore.

 

SECONDA PARTE: Tomek Setowski

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Quella che segue è una ripetizione di un’altra simile presentata nella galleria 6 di questa serie. Si differenzia per piccoli particolari.

Clamoroso concorrente di Yerka. Una lotta tra titani. Non fosse per la maggiore grazia e il minor bisogno di aggiungere particolari per realizzare la propria idea, avrei detto un confronto alla pari.

Sono sicuro che molti non saranno d’accordo con questa mia idea. Fatemelo sapere, grazie.

continua sabato prossimo

 

Miglieruolo
Mauro Antonio Miglieruolo (o anche Migliaruolo), nato a Grotteria (Reggio Calabria) il 10 aprile 1942 (in verità il 6), in un paese morente del tutto simile a un reperto abitativo extraterrestre abbandonato dai suoi abitanti. Scrivo fantascienza anche per ritornarvi. Nostalgia di un mondo che non è più? Forse. Forse tutta la fantascienza nasce dalla sofferenza per tale nostalgia. A meno che non si tratti di timore. Timore di perdere aderenza con un mondo che sembra svanire e che a breve potrebbe non essere più.

2 commenti

  • Trovo Setowski “fanciullesco”.
    Un’indole artistica maturata nel culto dei sistemi narrativi che ospitano i vari Alice, Peter Pan, Nemo etc.
    Paesaggi che sono personaggi di per sé (vale anche per le opere di Yerka come di altri surrealisti), personaggi perfettamente integrati nel paesaggio che dell’opera è senza dubbio il vero protagonista (anche se meno che in Yerka).
    In un solo termine: onirico.
    (Grazie, Mauro Miglieruolo. Continua a sbalo-istruirci in materia)

    • Grazie Calogero, nome illustre, che ho ritenuto legittimo assegnare a una della Ammiraglie del mio primo romanzo, Come Ladro di Notte.
      Grazie perché il termine adoperato per definire Setowsky (fanciullesco) ha indirizzato la mia riflessione in direzioni nella quali non ho mai ritenuto utile inoltrarmi (sbagliando). Utile altrettanto che il richiamo a considerare i paesaggi gli attori autentici della narrativa per immagini; e i personaggi, chioso io, componenti utili della complessità sintetica definita “paesaggio”.
      Quanto a Yerka ritengo che le sue migliori opere siano frutto della sbalordimento interiore che sorge nell’animo di chiunque si azzardi a guardare l’esistente con sguardo puro, l’occhio che coglie le relazioni occulte del mondo, quel che potrebbe essere in aggiunta a quel che è. L’occhio dell’artista, dunque. O che si muove con sincero intento artistico.

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