Young, Galouye, Ellison…
… nonché Asimov, Bradbury e altro in «Fantasy & Science Fiction» (in edicola)
La domanda chiave in effetti potrebbe essere questa: «Come è possibile stanziare altro denaro per la costruzione di scuole
quando il Paese ha continuamente bisogno di
nuove superautostrade?». E di nuovi F-35, penserebbe
Napolitano e magari anche voi avete malignamente
completato la frase così. Siete fuori strada. Questo programma
“politico” – più strade, meno teste pensanti- non è made in
Italy ed è datato 1957. Lo trovate in un passaggio-chiave di
«Trenta giorni aveva settembre» di Robert Young. Non
famosissimo Young ma chi ama la fantascienza (e non è di
primo pelo) ricorderà un paio di sue perle. Questo
racconto è uno dei più pessimisti sul futuro
dell’istruzione ma ha punte di assoluta genialità:
da solo merita la spesa (5.90 euri) per l’intero numero
4 di «Fantasy & Science Fiction» (160 pagine) che Elara
porta nelle edicole (quasi tutte) a ritmo mensile.
Ma tutto il fascicolo questa volta vale il costo: sul
versante meno scientifico si fanno apprezzare sia «L’uomo
che amava gli aquiloni» di Dean Whitock che l’horror
“etnico” e minerario «Nimitseahpah» di Nancy Etchmendy
o il tenero «Amor Fugit» (datato 2010) di Alexandra
Duncan. Nella sezione memorial-saggistica sono assai
piacevoli (come dubitarne?) sia Bradbury che Asimov alle
prese con i loro temi più amati. Quanto alla science
fiction propriamente detta «Santuario» (scritta nel 1954)
di Daniel Galouye è una delle storie meglio congegnate
sulla sofferenza della telepatia mentre Paul Di Filippo
(in «Plumage from Pegasus») fa a pezzi «il signor Scienza»
ricamando su questa interessante provocazione di Greg
Bear: «possiamo dire che scienza e fantascienza hanno
sempre evitato un confronto chiaro. La fantascienza è
il subconscio della scienza. E’ quello che gli scienziati
farebbero se potessero». Infine in «Susan» c’è Harlan
Ellison che, da par suo, fa a pezzi il buon senso nonchè
ogni trama tradizionale. Insomma non c’è una sola pagina
di noia.
Invito chiarissimo all’acquisto.
Di questo passo ci vuole un mutuo.
Okay, scherzavo. Compro.