YouTube ha impedito a 28 paesi [fra cui la Francia] di guardare un video di due giornalisti che denunciano l’occupazione israeliana. La presentatrice di Empire Files, Abby Martin, ha intervistato l’autore Max Blumenthal, che ha anche criticato la violenza dei soldati israeliani contro i manifestanti palestinesi. La trasmissione è andata in onda sulla rete latino-americana teleSUR English.
Vietato
YouTube, proprietà di Google, afferma che la piattaforma Internet ha vietato il video in 28 paesi perché viola le “leggi locali”. La maggior parte dei paesi in cui YouTube ha bloccato l’accesso ai video sono europei. Altrove YouTube ha aggiunto un avviso al video e bloccato tutte le funzioni interattive:
“In risposta alle segnalazioni da parte degli utenti, abbiamo disabilitato alcune funzioni, come i commenti, la condivisione e i video suggeriti, perché questo video presenta contenuti che possono essere inappropriati o offensivi per un certo pubblico.”
“Non c’era assolutamente nulla di illegale”
Ma Blumenthal, autore di The 51 Day War: Ruin and Resistance in Gaza, ha dichiarato:
“YouTube ha affermato di aver rimosso la mia intervista su Israele-Palestina con Abby Martin per rispettare le leggi di 28 paesi. Tuttavia, in tutto ciò che ho fatto o detto durante la discussione non c’era assolutamente nulla di illegale, anche in paesi che hanno le leggi più severe in materia di crimini d’odio. I miei commenti si basavano interamente sulla mia grande esperienza di giornalista nella regione e la mia analisi era di natura oggettiva. In nessun momento ho denigrato qualcuno per la sua fede o origine etnica.”
Il giornalista ha dichiarato che le sue motivazioni erano “una forte opposizione alla discriminazione sistematica di Israele contro palestinesi” e “all’attaccamento al valore di uguaglianza di diritti per tutti”.
Fare luce sui recenti atti dell’esercito israeliano
Il video di Empire Files, caricato nel novembre 2015, richiama l’attenzione sulla politica di Israele riguardo alle manifestazioni palestinesi.
Il 30 marzo 2018, le forze armate israeliane hanno sparato su manifestanti palestinesi a Gaza. Almeno 17 persone sono morte e altre centinaia sono rimaste ferite.
Nel video vietato, Blumenthal parla alla conduttrice Abby Martin di una presunta politica di “sparare per mutilare”:
I soldati reprimevano le dimostrazioni sparando alle gambe. Sembra che Israele continui a farlo nel 2018. Dopo le sparatorie del 30 marzo, l’esercito israeliano ha inviato un tweet:
“tutto era preciso e misurato, e sappiamo dove è atterrato ogni proiettile.”
Il tweet da allora è scomparso.
Israele ha dichiarato che uccidere e paralizzare i manifestanti palestinesi il 31 marzo è stato “accurato e misurato, sappiamo dove ogni proiettile è finito”. Ora YouTube ha bandito un video di @EmpireFiles che mette in luce la presunta “sparatoria per paralizzare”, politica israeliana contro i manifestanti palestinesi
Nel video, Blumenthal dice anche che Israele ha usato:
proiettili ‘dum dum’, che sono proiettili esplosivi. Scoppiano in ogni direzione all’interno del tuo corpo e ti paralizzano per tutta la vita. Quando fu interpellato da Vice nel 2013, un portavoce dell’esercito israeliano non negò l’uso di tali proiettili, vietati dalla Dichiarazione dell’Aja.
Una decisione politica
Ora YouTube ha censurato il video. Blumenthal ha definito la decisione di YouTube “politica” e “probabilmente presa sotto la pressione di potenti interessi filo-israeliani”. Dallo scorso anno, la League Against Defamation è membro attivo del programma Trusted Flagger di YouTube. La League Against Defamation associa l’opposizione alla violenza israeliana “all’opposizione al diritto di Israele di esistere”. Blumenthal ritiene che la League Against Defamation sia probabilmente dietro alla censura della sua intervista a Martin.
Ha aggiunto:
“La tendenza a censurare tutto ciò che presenta Israele in una luce meno favorevole non fa altro che intensificarsi man mano che gli attacchi dell’establishment contro le voci critiche si moltiplicano. Questo episodio conferma la mia opinione che la lobby israeliana e dei suoi complici volontari nella Silicon Valley rappresentano una delle più grandi minacce alla libertà di espressione in Occidente.”
Oltre a YouTube, Facebook ha bloccato molti account di attivisti palestinesi. I funzionari israeliani hanno elogiato la buona volontà di Facebook quando Israele esige la censura, dicendo che Facebook ha risposto favorevolmente al 95% delle richieste in quattro mesi.
The Canary ha sollecitato commenti da Google, ma non ne ha ricevuto nessuno al momento della pubblicazione.
Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina
Fonte: https://reseauinternational.net/youtube-interdit-a-28-pays-de-regarder-une-video-exposant-la-violence-disrael-contre-les-manifestants-the-canary/