Zapatisti nella geografia che chiamano Italia

Noi zapatiste e zapatisti non abbiamo mai chiesto di venire a lottare per noi. Ogni lotta è di chi la fa, dobbiamo aiutarci reciprocamente, ma non provare a sostituire nessuno. È chi lotta che ha il diritto di decidere il suo cammino e con chi percorrerlo. L’appoggio è rispetto ma non direzione o comando. Nessuno verrà a liberarci, ognuna e ognuno devono farlo da sé. Nelle parole del subcomandante Moisés, pronunciate al CompArte del 2016, nel caracol di Oventik, c’era già la sostanza tutta politica di un’idea diversa della solidarietà: non solo pari dignità, ma autonomia e pluralità dei mondi. Potrebbe essere questo uno dei primi e più robusti fili che sono stati tessuti nelle tappe italiane della Gira Zapatista.

di Lapaz Italia (*)

 

 

 

 

#GiraZapatista // Capitolo Centro Italia // Tappa Frentana

Restituzione dalla Tappa nelle zone Frentane tra Abruzzo e Molise

Comando Escucha y Palabra (EyP), Comando Palomitas e CNI, queste le tre delegazioni che hanno attraversato i nostri territori, tutte con lo sguardo volto alla vita e al contrasto della distruzione esercitata dal capitalismo e dalle dinamiche di sfruttamento ed espropriazione che le sono proprie. Lavoro, ambiente, integrazione, agricoltura e cibo sano, salute, mare, montagna, organizzazione, solidarietà, questione di genere…questi alcuni dei temi toccati, tutti in chiave di lotta e di rivendicazione. Con umiltà e decisione. L’arrivo della delegazione EyP, composta da 5 uomini, ha portato un racconto dettagliato sulla storia degli ultimi 500 anni nella terra del Messico: lo sfruttamento, il maltrattamento e il tentativo di annientamento delle popolazioni originarie e delle loro specificità. La reazione delle popolazioni, la resistenza e la ribellione. L’organizzazione attuale delle comunità zapatiste che consapevoli che c’è ancora tanto da fare, continuano a resistere e a esistere, portando sempre con sé i 7 principi zapatisti del comandare ubbidendo, dello scendere e non salire, del costruire e non distruggere, del proporre e non imporre, tutto nel rispetto della Madre Terra, che ci ospita e ci permette di vivere.

Grazie al comando EyP e all’incontro fatto con gli operai della SEVEL, abbiamo scoperto che il 26 ottobre è il compleanno del Sub Comandante Insurgente Pedro, morto nel ’94, operaio che, dopo aver lasciato il suo lavoro per unirsi alla lotta zapatista, ha fatto conoscere alle comunità indigene la condizione lavorativa delle fabbriche e tessuto il filo rosso della lotta allo stesso sfruttamento. E ora oltre alla sua casa ancora aperta e viva in Chiapas, ce n’è un’altra a lui dedicata in Val di Sangro.. Il Comando EyP ha scambiato tanto anche all’interno della piattaforma di differenziazione della ECOLAN s.p.a., con il coordinamento TuViV.A. sopra al trabocco Turchino e con le cooperative sociali che si occupano di integrazione e autodeterminazione. Hanno potuto conoscere l’esistenza della popolazione Rom, che in Chiapas non c’è, e ragionato con le maestre delle nostre scuole di educazione e revisionismo storico. Perché i libri non sempre raccontano tutta la storia, e se non lo fanno bisogna scrivere le pagine che mancano….

Abbiamo mangiato tanto, a volte pure troppo, nel tentativo di spiegare che per noi il cibo è molto di più che semplice cibo: è scambio, è solidarietà, è lavoro con la madre terra e la voglia di ospitare chi si è messo in viaggio per una travesia por la vita senza confini! Il Comando Palomitas ci ha regalato la gioia e la responsabilità legata ai/lle bambin@: il mare visto, toccato e bevuto per la prima volta, i giochi, lo sguardo attento e dolce e agrodolce delle madri, la collaborazione e l’empatia, sempre sotto l’egida dei 7 principi del comandare obbedendo, che uscivano fuori non solo dalle parole ma da ogni gesto quotidiano. Ci hanno regalato il saper ascoltare e tenere dentro ciò che viene donato, ci ha insegnato che non si è mai troppo piccoli per organizzarsi, per prendersi delle responsabilità e collaborare insieme, anche quando non è semplice farlo. Ci ha donato la sicurezza che dall’altra parte del mondo ci sono comunità che come noi lottano per il rispetto della madre terra, dei diritti delle persone e contro l’idra capitalista che sfrutta tutto a suo solo beneficio e a discapito dell’umanità.

Sappiamo ora bene che in Chiapas c’è una casa pronta ad accoglierci e continuare a scambiare, c’è un popolo fatto di tanti popoli che esiste, resiste e lotta affianco a noi e che più intessiamo questa rete, più sarà possibile sconfiggere il mostro, con i pizzichi continui e costanti, di tante piccole spine, che la sfiniranno… E poi c’è il CNI…ma mica tanto “poi”… perché il CNI è assemblea quando si è insieme e rete quando si è soli, al servizio dei popoli indigeni e che ha avuto la capacità di proporre un esperimento ancora una volta con l’intento di rompere il cerchio del nemico, spiazzandolo. E questo esperimento, sebbene non si sia concluso come sperato, ha legato ancora di più i popoli indigeni del Messico e dato la certezza che sebbene manca ciò che manca, i circuiti istituzionali del potere non daranno mai spazio al benessere collettivo del popolo tutto.

Non importa quanti siamo, di che colore abbiamo la pelle, di che religione siamo e da che parte del mondo siamo. Non importa quanti siamo, importa solo essere consapevoli, resistere ed esistere, ribellarsi e lottare per un mondo fatto di mondi, nel rispetto delle differenze e di Madre Terra.

#GiraZapatista // Capitolo Sicilia // Tappa ad Ovest

Restituzione dalla Tappa della Sicilia dell’Ovest

Ad un passo dal ricordo delle lotte, ascoltando le parole del compagno Serafino, ultimo superstite della strage di Portella della Ginestra, che nonostante l’età riesce ancora a mantenere il sorriso di un bambino pieno di vita con la quale ci ripete: “ci vediamo il primo maggio”.

Ciò che ci ha spinto a risalire le montagne e attraversare le campagne per arrivare fino ai luoghi di resistenza non è solo lo scambio di esperienze, è dare la loro forma ai sogni e i sacrifici dei compagni e delle compagne che hanno dato la loro vita per la difesa del territorio e la vita.

Quella della Sicilia è una manciata di poesie su cui nessuno rivendica i diritti d’autore. Sotto ogni pietra, ogni mattone, ogni albero, si nasconde una storia, da Peppino Impastato a Danilo Dolci, da Felicia a Franca Viola. Nell’anima dell’isola c’è sempre una fessura a cui un intricato groviglio di esperienze e vicende si affacciano con le pupille coraggiose. Ci siamo seduti davanti ad un albero di olivo, abbiamo ascoltato lo sbattere delle onde del mar mediterraneo sulle rocce, e da lí abbiamo cominciato a sentire la speranza che rimbomba sopra le lotte dei migranti, delle attiviste e gli attivisti impegnate sulle navi di soccorso, dei braccianti e di chi lavora la terra in autonomia o di chi si ritrova davanti ad un fuoco che divampa e distrugge i boschi e le montagne. Abbiamo condiviso il pasto, abbiamo sorriso e ci siamo guardati negli occhi, facendo risplendere il significato della parola incontro.

La bellezza sta nel modo in cui abbiamo dipinto il mondo in questi giorni, come se lo vedessimo per la prima volta insieme, e corressimo da un luogo all’altro piangendo d’amore, con le braccia alzate, chiedendo al cielo chi può tanto, e dov’è il creatore, e come ha composto e mantenuto tante meraviglie e tanta sofferenza. E un’altra bellezza sta nel modo che abbiamo usato per dire le
cose, senza quelle parole vanagloriose che usano i poeti perché suonano loro bene, riflettendo sulle parole del compagno M. : “morir para vivir, luchar para seguir en Paz”.

Non abbiamo ricevuto risposte, non abbiamo ricevuto nessuna linea guida, quello che ci hanno dato è la possibilità di rivederci dentro un percorso comune. Ci hanno chiesto di farlo, perché è necessario e lo sappiamo fare, perché nel nostro piccolo siamo un esempio di comunità e autonomia. Abbiamo accolto la proposta e abbiamo risposto con la Digna Rebeldia, la stessa che divampa nell’anima della Sicilia, una Sicilia che non si arrende ma resiste e si protegge.

Adelante!

#GiraZapatista // Capitolo Toscana-EmiliaRomagna // Tappa Empoli

Restituzione dalla Tappa in provincia di Empoli del CSA Intifada di Empoli

Da domenica 17 ottobre a martedì 19 Ottobre il Csa Intifada ha accolto una parte della delegazione Zapatista che sta viaggiando in Italia. Questa accoglienza è stata il frutto di un lavoro di riunioni italiane e europee che sono durate un anno… Era l’Ottobre del 2020 che L’#EZLN annunciò la volontà di viaggiare nel 2021 nei 5 continenti partendo dall’Europa…
In piena pandemia incominciammo un percorso assembleare nazionale (on line) con tante strutture, associazioni, singoli, centri sociali autogestiti che dopo qualche settimana ha preso forma nella convocazione della prima assemblea di LAPAZ – Libera Assemblea Pensando/Praticando Autonomia Zapatista – Italia), un processo organizzativo libero e orizzontale che ha gettato le basi per l’organizzazione italiana del viaggio della delegazione zapatista. Dopo tanto lavoro Domenica 17 Ottobre abbiamo accolto le compagne/i zapatiste in uno dei luoghi simboli dell’accoglienza ai fratelli e alle sorelle migranti in Toscana, la parrocchia di Vicofaro a Pistoia dove Don Biancalani, tra mille difficoltà e minacce da parte della destra, accoglie le persone migranti facendoli dormire nella chiesa.
L’arrivo della delegazione zapatista salutata da tante persone, al grido di Bienvenidoas Zapatistoas, si è prolungata con la partecipazione alla messa. La delegazione ha preso parola durante l’omelia spiegando il significato di questa “GIRA ZAPATISTA”. E’ stato un momento emozionante suggellato dall’incontro tra i fratelli migranti e le compagne zapatiste.
Il giorno dopo ad Empoli c’è stato l’incontro con i due consiglieri comunali Beatrice Cioni e Leonardo Masi nell’edificio comunale di via G. Del Papa e si è  ribadita la volontà di proseguire il patto di amicizia tra la municipalità autonoma del Chiapas San Juan de la Libertad e il comune di Empoli, sottoscritta nel 1998 dall’allora amministrazione comunale presieduta da Vittorio Bugli, totalmente “dimenticata” dall’attuale amministrazione.
Durante l’incontro si sono affrontati temi legati alla gestione amministrativa dei municipi autonomi.
Nel pomeriggio abbiamo raggiunto l’Azienda Agricola Sàgona / Osteria e Azienda Agricola a Bucine in provincia di Arezzo, dove la delegazione ha incontrato i contadini del Pratomagno.
Infine martedì l’incontro con le compagni/e del Csa Intifada e altre associazioni. Quest’ultimo incontro ci ha regalato tante emozioni…. ascoltare parole di ribellione e di speranza dal palco del centro sociale, ci dà ancora più forza per andare avanti e costruire un’alternativa a questo sistema capitalistico.
La delegazione ha continuato la gira zapatista in Toscana incontrando mercoledì 20 e giovedì 21 le compagne/i di Mondeggi Bene Comune e, a conclusione della Gira Toscana, venerdì 22 le compagne di Non Una di Meno Pisa presso lo Spazio Popolare Sant’ Ermete
Ringraziamo tutte/i le compagne/i che hanno reso possibile l’organizzazione della Gira Zapatista in Toscana!!
ZAPATA VIVE LA LUCHA SIGUE VIVA EZLN
CSA INTIFADA/COMUNITÀ IN RESISTENZA EMPOLI

Marcia per la Terra | Mondeggi Bene Comune | 18 Settembre 2021

#GiraZapatista // Capitolo Toscana-EmiliaRomagna // Tappa Parma

Restituzione di Art – Lab Bene Comune da Parma

Si sta concludendo oggi una giornata storica, impegnativa ed emozionante: per la prima volta, all’interno della gira zapatista, una delegazione dell’EZLN è passata da Parma. Abbiamo avuto l’opportunità di confrontarci con loro sulle lotte che abbiamo in comune, dalla difesa della natura e delle persone dallo sfruttamento capitalista alle tematiche dell’autogoverno che si realizzano in Chapas. Costruiamo ponti tra i popoli in lotta contro il capitalismo perché, dal Messico all’Italia, crediamo che “Un altro Mondo è Possibile!”

#GiraZapatista // Capitolo Lombardia // Tappa Milano

Restituzione dalla Tappa Milanese del Centro Sociale Casola e Ya Basta Milano

Come Ya Basta! Milano siamo nati nell’Aguascaliente di Oventik nel 1996, due anni dopo il llevantamento indigeno del primo gennaio 1994, e abbiamo appoggiato la lotta zapatista in 25 anni di lotta comune: brigate di lavoro o di osservazione in Chiapas, collaborazioni politiche, solidarietà concreta. Tutto fino ad oggi, quando abbiamo avuto la responsabilità e l’onore di ospitare una delegazione di comp@s, per 10 giorni, in Casaloca a Milano, scelta come sede permanente della tappa lombarda della Gira Zapatista.

Quindi settimane di riunioni, di preparazione e poi la fatica fisica per preparare una accoglienza degna ai compagni di lotta di questi anni, per la prima volta in Italia. Fatica ripagata da giorni di scambio intenso con la delegazione di donne e uomini dell’EZLN e del CNI.

Come ha detto uno dei delegati all’incontro pubblico del 17 questa è l’essenza del compagnerismo:

…mangiare assieme a colazione e a cena prima e dopo le tappe lombarde nelle altre città, raccontare e raccontarsi in un’atmosfera distesa e conviviale, essendo coscienti che ciò che si racconta ha un preciso valore politico di confronto e di scambio di idee ed esperienze da mondi distanti sulle cartine geografiche, ma niente affatto separati.

Il nostro incontro di domenica 17 ottobre, coinciso con il 18esimo compleanno dell’occupazione di Casaloca, è stato un momento di racconto dettagliato della storia delle comunità indigene e del loro sfruttamento e della necessità di creare autonomia anche attraverso azioni illegali e di conflitto. Molte le domande sul funzionamento concreto dell’autonomia da parte delle realtà presenti e di chi assisteva all’incontro.

Molte presenze anche tra i giovani, tra chi che poco o niente sapeva dell’esperienza zapatista per questioni anagrafiche. Assieme al compagnerismo, è questo che rimarrà a noi di questi giorni. La trasmissione della propria storia e delle proprie esperienze di ribellione, la memoria che si perpetua e che racconta per modificare la realtà e rinnovare le lotte attraverso le generazioni di giovani che non si rassegnano allo stato di cose esistenti.

Ass. YaBasta! Milano
Centro sociale Casaloca

#GiraZapatista // Capitolo Lombardia // Tappa Bergamo

Restituzione del C.S.A. Pacì Paciana dell’incontro a Bergamo

LA LUCHA SIGUE!

Ieri abbiamo accolto per tutta la giornata la delegazione della Gira Zapatista a Bergamo! La giornata è stata di “Escucha y Palabra”. Tantissimi i temi che abbiamo toccato con i compañeros Zapatisti, testimoni diretti dell’esperienza anticapitalista e di autonomia nel Chiapas, stato a sud-est del Messico.

Partendo dal racconto della schiavitù e delle violenze subite dalle popolazioni indigene per secoli, e passando dalla nascita clandestina dell’EZLN nel 1983, i compagni ci hanno raccontato le tappe e gli snodi che hanno portato alla sollevazione armata del 1° gennaio 1994 e alla formazione delle Giunte di Buongoverno.

Vedere i compañeros all’interno del Pacì, negli spazi dove costruiamo alternativa al capitalismo quotidianamente, è stato emozionante, affascinante e coinvolgente.

È stato ancora più bello condividere la giornata con tante realtà e singoli della città, grazie a tutte e tutti!

Ci teniamo solo a sottolineare in modo molto veloce alcuni passaggi, anche simbolici, che possono forse suonare come slogan casuali, ma che contestualizzati con la lotta zapatista e soprattutto raccontati dalle loro lente parole, acquisiscono un enorme valore e un’esperienza unica.

1 – Il padrone è ovunque. Nello Stato c’è il padrone. Nella polizia c’è il padrone. Nelle organizzazioni del governo c’è il padrone. Nei funzionari c’è il padrone. Lui è il nemico.

2 – Non esiste un padrone buono, non esiste un governo buono.

3 – La lotta armata è iniziata dopo 10 anni di relazioni e clandestinità, per essere il più preparati possibile.

4 – Anche trattando con il Governo non sono mai state deposte le armi, si trattava restando EZLN a difesa delle comunità ribelli.

5 – Il supporto della comunità internazionale è stata fondamentale; ha contributo a far sì che la lotta zapatista cambiasse e lavorasse sulle Giunte di Buongoverno.

L’ultima cosa che vogliamo condividere qui è una delle ultime frasi dei compañeros: “Sieti sicuri che questi spazi di autogestione e queste libertà che avete ora il Governo vi permetterà di tenerle a lungo?” Ecco, continuiamo a muoverci insieme, portiamo solidarietà ed organizziamo la nostra rabbia!

Un grazie speciale a Il Baro per aver realizzato per la giornata di ieri questo fantastico pezzo, così che questa storica giornata resti impressa anche sui muri del Pacì e possa essere strumento per chi attraverserà lo spazio.

¡REBELDIA Y SOLIDARIDAD!
¡ZAPATA VIVE, LA LUCHA SIGUE!

#GiraZapatista // Capitolo Piemonte // Tappa Val Susa

Restituzione dalla Tappa Valsusina da www.notav.info

Le delegazioni Zapatiste incontrano il Movimento No Tav

Ichi ‘itak lek ti ba talike! Con queste parole, che in lingua tsotsil significano “Benvenute!”, abbiamo accolto in Valle di Susa, domenica 17 ottobre, sei donne componenti di uno dei ventotto gruppi che formano la delegazione zapatista, che sta visitando l’Europa in questi mesi, con lo slogan “Gira por la vida”.

Una delegazione battezzata “La Extemporanea”, perché lo Stato Messicano, non riconoscendo la loro identità ed origine, li ha definiti messicani “estemporanei”. Siccome nel dizionario “estemporaneo” significa “inopportuno, sconveniente”, oppure “che è inappropriato per il tempo in cui accade”, la delegazione zapatista riconosce di essere inopportuna, sconveniente e inappropriata.

Gli zapatisti sono arrivati in Europa percorrendo il cammino inverso rispetto a quello seguito da Cristoforo Colombo nel lontano 1492. Hanno ‘navigato’ nelle moderne caravelle dell’aria, gli aerei, ma un piccolo nucleo di 7 persone, lo “squadrone 421”, era giunto in Europa, alle Azzorre, l’11 luglio scorso su un veliero, percorrendo simbolicamente in senso inverso il percorso del 1492.  Per questo il viaggio  è stato definito scherzosamente come una loro “invasione” dell’Europa.

Oltre alle cinque zapatiste e alla donna membro del Consejo Nacional Indigena messicano, un ulteriore gruppo di cinque uomini, anch’essi zapatisti, sono stati nostri ospiti nel fine settimana successivo.

Tra di loro, un promotor de salud, una consejal (consigliere nell’amministrazione autonoma locale), la moglie di un compagno agli arresti domiciliari da un anno per aver difeso l’ambiente contro le ingerenze di multinazionali nello stato messicano di Puebla.

Nonostante le difficoltà oggettive di comprensione linguistiche (due donne parlavano soltanto la loro lingua madre tsotal e due uomini la lingua cho’ol) e nonostante il poco tempo a disposizione, lo scambio di esperienze è stato positivo e, crediamo, importante sia per la delegazione zapatista che per il movimento No Tav.

Escucha y Palabra dicono gli zapatisti: l’ascolto e la parola.

Così, visitando i nostri presidi di San Didero, Vaie, Borgone, Susa, Venaus e l’esperienza dei Mulini, incontrando amministratori, comitati no tav, le fomne no tav, presidianti e attivisti, compreso uno scambio emotivamente impattante con Emilio, i due gruppi zapatisti hanno potuto toccare con mano la devastazione in atto nella nostra terra, le forme di resistenza che portiamo avanti, le iniziative che caratterizzano il nostro percorso di opposizione a questa opera inutile, nociva e costosa, le forme di repressione messe in atto dalla controparte.

Contemporaneamente, chi ha partecipato agli incontri, ha potuto ascoltare le loro semplici parole, il racconto di un percorso di resistenza clandestina sulle montagne del Chiapas contro ciò che loro chiamano il Mal Gobierno, per arrivare all’insurrezione del primo gennaio ‘94 e al successivo percorso di costruzione di una autonomia, che si sviluppa in una originale struttura, dalle  centinaia di comunità organizzate sparse sul territorio, ai municipi autonomi e alle Juntas de Buen gobierno a livello regionale che coordinano la vita nei caracoles (chiocciole, la cui spirale disegnata sul guscio ha un valore simbolico nella cultura maya). Gli incarichi vengono assegnati assemblearmente secondo le regole della rotazione, breve durata e revocabilità. I principi ispiratori sono: obbedire e non comandare, rappresentare e non soppiantare, abbassarsi e non salire, servire e non servirsi, convincere e non vincere, costruire e non distruggere, proporre e non imporre. Gli stessi principi ispirano l’organizzazione in proprio dell’educazione (incentrata sulla valorizzazione delle proprie culture originali), salute (basata sul recupero della medicina naturale ancestrale), giustizia (riparativa e non punitiva, individuando di volta in volta le modalità di rieducazione e reinserimento dei colpevoli), economia sostenibile, nel rispetto dell’uguaglianza di genere, a partire dalla Ley revolucionaria de las  mujeres, approvata agli albori dell’esperienza zapatista, e dalla presenza paritaria negli organismi di governo.

Nel loro invito ad accoglierli ci avevano scritto: “Veniamo a ringraziare l’altro per la sua esistenza. Ringraziare per gli insegnamenti che ci hanno dato la sua ribellione e resistenza… Veniamo ad abbracciare l’altro e gli diremo che non è solo, sola, soloa. Veniamo a sussurrargli che vale la pena la resistenza, la lotta, il dolore per chi non c’è più, la rabbia per il criminale impunito, il sogno di un mondo non perfetto, ma migliore: un mondo senza paura……”

Così è stato, scambiando esperienze di resistenza e di lotta, individuando analogie e differenze, cercando di rispondere insieme alla domanda che spesso ci hanno posto alla fine dei loro interventi: di fronte a questo capitalismo devastatore, saccheggiatore, ingiusto e divoratore di persone e della Madre Terra, cosa possiamo fare qui in Valle di Susa o là in Chiapas?

Una domanda che merita riflessione, escucha, palabras e soprattutto lotta.

Una interessante presentazione dell’esperienza zapatista qui https://docs.google.com/document/d/1N34x5IFJcsT2Z0hF_g6CfLFVDG2cBclb/edit?usp=sharing&ouid=117876404454079644639&rtpof=true&sd=true

Per chi volesse rimanere aggiornato https://enlacezapatista.ezln.org.mx/, testi anche in italiano

Infine qui la Ley revolucionaria de las mujeres https://mujeresylasextaorg.com/ley-revolucionaria-de-mujeres-zapatistas/

#GiraZapatista // Capitolo Piemonte // Tappa Alessandria

Restituzione dalla Tappa in provincia di Alessandria presso la Cooperativa Agricola Valli Unite

Giovedì 14 ottobre 2021 una delegazione di Zapatistas della Gira por laVida ha fatto tappa alla Cooperativa Agricola Valli Unite nel Basso Piemonte in provincia di Alessandria.

Durante la mattina, dopo un caffè Tatawelo rebelde di accoglienza, abbiamo visitato e ci siamo confrontati sulle varie forme di agricoltura e allevamento, abbiamo assaggiato i diversi mieli e siamo stati nel laboratorio dove si producono i salumi.

“Si sono interessati alle diverse semenze che usiamo nei campi per produrre foraggio e farine da grani antichi e alla fine gliene abbiamo donati una parte per portarli con se e sperimentare.”

Dopo un abbondante pranzo collettivo abbiamo voluto mostrargli simbolicamente la bandiera della Brigata Garibaldina dei partigiani che il comandante Bianco (Cesare Corolli) ci ha donato tanti anni fa ed è stata l’occasione per unire le lotte che da sempre nel mondo si fanno per difendersi da chi cerca di sottometterci ed eliminarci.

Grande partecipazione c’è stata all’incontro pomeridiano con persone e realtà che quotidianamente mettono in pratica strategie e modelli di vita in netto contrasto col sistema economico e sociale dominante, il capitalismo e il consumismo: dagli agricoltori agli allevatori, dalle associazioni per accogliere i migranti a chi pratica sistemi di cura alternativi, dai gruppi anarchici ai Gas…..

I temi trattati, dopo un’introduzione storica, sono stati l’organizzazione, le modalità di confronto e le problematiche nel sistema Zapatista. Come funziona un Buon Governo? Quale percorso si è fatto per arrivare all’organizzazione di oggi? Come funziona la partecipazione quotidiana alla comunità? Quali sono state le criticità? Come si interagisce con la popolazione che non fa parte del EZLN? E loro ci hanno chiesto quali azioni compiamo per andare contro al sistema capitalista ?

Abbiamo trattato anche temi inerenti l’Agroecologia e la difesa della Madre Terra, l’unica che ci può realmente dare una libertà rispetto al sistema consumista: difesa dell’ambiente (quando tagliano un albero ne seminano due!), pratiche di coltivazione, inquinamento delle acque e del suolo…

In ultimo abbiamo toccato il tema dei giovani e di come vivono l’esperienza Zapatista, se si riconoscono o sono attratti dal mondo luccicante esterno, come partecipano e che ruoli assumono. Abbiamo concluso rilanciando a seguire tutte le prossime tappe della Gira perchè il fine non è la meta ma il viaggio.

Con nostro immenso piacere ci siamo salutati con la delegazione che in piedi ci ha cantato l’inno Zapatista e noi che in risposta gli abbia intonato Bella Ciao…..Una Mattina…..

La Lucha Sigue!

#GiraZapatista // Capitolo Piemonte // 2° Tappa Alessandria

Restituzione dalla Seconda Tappa in provincia di Alessandria presso il Laboratorio Anarchico PerlaNera

In queste poche righe non ci dilungheremo a parlare di cosa mangiano o amano mangiare i compagni che abbiamo ospitato, per quel che ci riguarda abbiamo cercato di fargli assaggiare le specialità locali e ci pare che le abbiano apprezzate, in cambio ci hanno fatto gustare la loro colazione, saporita e piccante.

A noi interessa principalmente descrivervi le nostre emozioni.
Da tempo avevamo letto dell’esperienza Zapatista, della loro lotta, del fatto che loro hanno costruito una società dal basso, dove l’assemblea popolare è l’unico percorso di vita sociale, tutte le loro strutture organizzative hanno come perno il momento assembleare.

Però la lettura dei loro scritti, delle loro lotte, se pure ci intrigavano parecchio, restava ai nostri occhi, una sorta di astrazione, una società che potevamo solo immaginare, per questo, per noi, incontrarli è stata un’occasione unica e importantissima.
Ospitarli è stato come fare un viaggio nel loro mondo, se pur solo tramite la loro parole.

Questo non è avvenuto solo attraverso gli incontri annunciati, ma anche nei pochi giorni di vita in comune. Fare colazione pranzo e cena con loro, scambiarsi opinioni e sguardi, confrontare con loro le rispettive esperienze è stato senza dubbio indimenticabile.

…non volevamo solo confrontare le nostre due esperienze di rapporto con l’arte come movimento di comunicazione rivoluzionaria, ma provare anche a fare qualcosa insieme che rimanesse come un ricordo del loro passaggio, così è nata l’idea di fare un quadro collettivo, su un loro disegno, con i loro soggetti simbolici, che insieme abbiamo colorato, divertendoci anche un mondo…

Nel pomeriggio nel dibattito loro ci hanno parlato dei murales, come strumento di propaganda, della loro forma di teatro, dove non ci si limita alla comunicazione teatrale ma si coinvolge nello spettacolo il pubblico, diventando così momento di partecipazione collettiva, rompendo la barriera tra attori e pubblico.

Un discorso a parte va fatto per la musica: qui agli strumenti precolombiani si sono uniti agli strumenti e alle musiche portati dagli europei, ampliando in questo modo la creatività rivoluzionaria.

Anche la danza è sicuramente sensibile alle esperienze europee e statunitensi, ma qui la tradizione popolare è più forte.

Ciò che più di ogni altra cosa, per noi, è stato importante è la loro poesia, il loro linguaggio, che anche nei comunicati politici, non è il solito proclama al quale siamo abituati in Europa, complice anche la loro antica tradizione popolare, diventa vera e propria poesia.

Attenzione stiamo parlando di un’arte che ha uno scopo ben preciso, combattere il capitalismo e il malgoverno che domina il mondo, per propagandare il progetto sociale che si basa su quello che loro chiamano buon governo, che noi potremmo definire autogestione.

I e le compas ci hanno fatto un’interessantissima descrizione degli avvenimenti che hanno dato vita alla società che loro hanno costruito.
Partendo dalle condizioni di vita dei nativi in Messico, condizioni che provocarono la risposta popolare che diede vita al sollevamento nel 1994.

Più di tutto a loro preme il ribadire che il loro è un progetto costruttivo, per fare un esempio anche quando la casa del loro Caracoles era stato abbattuto dagli uomini del potere, loro non hanno risposto in maniera violenta, ma ricostruendola.

Nel nostro gruppo ospitato da noi c’era anche un promotore di salute, che ci ha spiegato il loro metodo di cura che abbina la medicina naturale a quella diciamo così ufficiale.

Le cose dette sono state veramente tante e tutte interessantissime, così il dibattito si è protratto sino a sera con numerose domante.

La sera i compagni della gira di Torino e di Asti ci hanno raggiunto e abbiamo cenato insieme, poi le parti si sono invertite e noi abbiamo cercato di spiegare cos’è il sindacalismo di base, ed erano loro a farci delle domande.
Due giorni entusiasmanti ed intensi che resteranno per sempre scolpiti nei nostri cuori.

#LaGiraZapatistaVa

#GiraZapatista // Capitolo Piemonte // Tappa Asti

Restituzione del “Laboratorio Autogestito La Miccia – Asti”

La gira Zapatista è passata da Asti. Ieri sera presso il nostro laboratorio ci siamo confrontati con questi compagni venuti da lontano. Ci hanno raccontato la loro lotta, da dove è partita e come il loro progetto di autogoverno sia in continua trasformazione. Abbiamo ascoltato la loro storia e noi gli abbiamo raccontato la nostra: i nostri progetti e quello per cui ci battiamo ogni giorno. Ci siamo confrontati su molti temi: dal capitalismo all’emergenza climatica, fino a problematiche più “piccole” come le lotte locali, le pratiche di autogestione, responsabilizzazione individuale e collettiva, la costruzione di comunità solidali, il rifiuto delle delega e molto altro.

Ci hanno raccontato la loro lotta a partire dal contesto storico del colonialismo e delle prime forme individuali di ribellione, della nascita di un’organizzazione clandestina che ha dato il via ad una resistenza capillare sul territorio, all’insurrezione che ha reso possibile la grande avventura autogestionaria nel Chiapas e al lungo lavoro di ricostruzione e riorganizzazione che ne è seguito, e che dura tuttora. Ci hanno raccontato come è organizzata la loro vita, i loro sette principi di base e il movimento costante per tentativi ed errori in una direzione comune di autonomia alimentare, territoriale e decisionale rispetto allo stato del Messico e all’economia capitalista, mostrandoci qual è stata la via che hanno trovato per realizzarla.

Ci hanno parlato delle libertà che hanno raggiunto e di quali responsabilità tutto ciò comporti, della distribuzione di risorse e delle pratiche di autogoverno attraverso le assemblee locali, territoriali e alla giunta di buongoverno, dell’autocritica e della necessità di mettersi in discussione per migliorare continuamente insieme, senza lasciare indietro nessunx. Abbiamo avuto poi un confronto, partito da una domanda, sulle soluzioni che hanno trovato per la gestione di episodi violenti o delitti, ricevendo la dimostrazione che nella pratica le alternative al sistema carcerario esistono, sono praticabili e perfettibili. Ci siamo confrontati sulle lotte urgenti del nostro tempo: quella contro un sistema economico che divora risorse e sfrutta ogni ambiente e forma di vita, all’emergenza climatica che impatta maggiormente sui popoli che abitano il cosiddetto sud del mondo.

Abbiamo raccontato le nostre esperienze di lotta, la nostra idea di autogestione e le tematiche che ci sono care, dalla lotta contro il carcere a quella contro le grandi opere, dal transfemminismo alle pratiche di autogestione che cerchiamo di diffondere. In conclusione la grande domanda che i compagni zapatisti ci hanno posto, e che ha suscitato un ulteriore dibattito, è stata: cosa fare per cambiare realmente le cose? Questa domanda, al di là dei molti spunti che ha raccolto, ci resta nel cuore come pungolo per andare avanti a lottare e a migliorare, consapevoli dell’enormità della sfida da affrontare insieme. Ci siamo salutati dicendoci che “Ogni tempesta comincia con una singola goccia. Dobbiamo essere noi quella goccia.”

Grazie alla Gira Zapatista per essere passata di qui. Per la disponibilità al dialogo, l’ascolto, la curiosità.

(*) Link all’articolo originale: https://comune-info.net/nella-geografia-che-chiamano-italia

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

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