«Zero potere»

Un video di Marina Piccone con «voci e storie di giornalisti freelance», una campagna di crowdfunding non riuscita e pure un «post scriptum»

giornalismo

Possibile che chi collabora a testate anche importanti venga pagato 4 euro (o euri se lo preferite) ad articolo? O con anni di ritardo?

Date un’occhiata qui:

http://www.kapipal.com/zero-potere
Se vedrete «Zero Potere» troverete 50 minuti di testimonianze impressionanti.
Bassi compensi, sfruttamento, umiliazioni. Appunto potere zero … dalle parti del quarto potere. E pochissimo se ne sa.

Ecco come «Zero Potere» si presenta.
Giornalisti freelance: di chi stiamo parlando in realtà? Da chi è rappresentato questo esercito di lavoratori autonomi e, nella stragrande maggioranza, precari? Che faccia hanno, quali sono le loro storie? Perché il mondo del giornalismo non si è mai interrogato fino in fondo sulla loro condizione?

Se negli ultimi anni il mondo dell’editoria italiana ha subito un crollo, a pagarne maggiormente le conseguenze sono stati i freelance e la qualità dell’informazione. Come essere sicuri, infatti, che una persona che riceve 1, 2, 5 euro a pezzo – dovendone fare decine al giorno per sbarcare il lunario – controlli adeguatamente le fonti e faccia le dovute verifiche?

I freelance sono sempre pronti ad informare, investigare, denunciare, a partire per teatri di guerra, rischiando anche la vita, ma spesso sono timorosi di fare nomi quando a praticare comportamenti scorretti sono proprio le redazioni con cui collaborano.

#ZeroPotere ha deciso di fare luce su un mondo poco conosciuto e forse troppo stereotipato. Vuole denunciare fatti, situazioni e una condizione lavorativa non più accettabile che si ripercuote anche, e soprattutto, sulla qualità del giornalismo e dell’informazione.

#ZeroPotere racconta anche la TUA storia..

Noi ci siamo dati un obiettivo. E per raggiungerlo abbiamo investito tempo e denaro. In sette mesi, la troupe composta da Marina, Cristiano e Valeria è stata a Milano, Roma e Perugia, riuscendo a raccogliere quasi 30 testimonianze in oltre 16 ore di girato.

Alla troupe si è aggiunto Roberto che, da intervistato, è passato dietro la telecamera per dare il suo contributo nella fase di post-produzione e raccolta fondi.

CHI SIAMO

Marina Piccone (autrice): laureata in Psicologia, sono giornalista freelance dal 1991. Ho collaborato con le maggiori testate italiane. Autrice di inchieste e réportage in vari paesi del mondo, soprattutto Africa, mi occupo di temi sociali. Ho scritto 4 libri.

Cristiano Piattoni (riprese e montaggio): ho sempre avuto il bisogno di dare sfogo alla mia creatività. L’ho sempre fatto scegliendo musica e immagini in movimento. Già a dodici anni mi divertivo a riprendere con la Super8 di mio padre.

Valeria Valli (riprese e montaggio): ho sempre pensato che la parola scritta fosse il linguaggio d’espressione a me più congeniale, ma l’incontro con il mondo del video è stato un vero e proprio colpo di fulmine.

Negli anni Cristiano e Valeria hanno realizzato documentari su tematiche ambientali, video-racconti sul mondo del biologico, cortometraggi, réportage di viaggio per la TV e servizi streaming per enti pubblici, associazioni e privati.

Roberto Tofani (fundraiser): come per ogni freelance non basterebbero due pagine per descrivere il percorso professionale che mi ha portato ad essere un giornalista multimediale. Per anni ho viaggiato, vissuto e corrisposto dal sud-est Asia per giornali, settimanali, testate web e radio, sia italiane che internazionali. Testi, radio e video sono solo mezzi per raccontare storie.

Mesi fa «Zero potere» aveva lanciato una campagna di crowdfunding (se siete anglofobi, come me, potete usare finanziamento collettivo) che però ha avuto un esito negativo. Ecco la presentazione.


Insieme chiediamo anche il TUO SOSTEGNO. Ne abbiamo bisogno per superare quota settemila euro. Una somma che oltre a coprire le spese già sostenute, ci servirà per promuovere il documentario. Finalmente liberi di raccontare.

RICOMPENSE
Più che creare ricompense in base alla cifra donata, abbiamo deciso che ringrazieremo ognuno di voi sia sulla nostra pagina facebook che nei titoli di coda (previa autorizzazione lasciando un messaggio al momento della donazione). Poi, una volta ultimato il documentario, saremo ben lieti di organizzare presentazioni ad hoc a seconda delle richieste che ci perverranno.
Per ulteriori informazioni: zeropotere [at] gmail . com

L’esito negativo del crowdfunding non pregiudica il valore dell’iniziativa. E non impedisce che qualcuna/o organizzi proiezioni di «Zero potere» con annesse discussioni, proposte, iniziative.

La faccenda non riguarda solamente i giornalisti e le giornaliste freelance (daje con la sudditanza all’inglese) perché – come spiegava un commento – «in un Paese dove la libertà di stampa è al livello del terzo mondo rendere schiavi i giornalisti serve al mantenimento di questa situazione».

Terzo mondo è generico ma soprattutto insufficiente: siamo quasi in coda (superati al negativo dalle dittature e da pochi altri sciagurati Paesi) in tutte le classifiche sulla libertà di informare. E si vede.

 

Un breve PS del tipo personale (intitolabile «OGNI TANTO SONO UNO STRONZO O SI TRATTA SOLO DI CRONICI RITARDI, AMNESIE E TORBIDI SMARRIMENTI?)

Codesta recensione/informazione si colloca in blog-bottega nella rubrica, sia vera che immaginaria, «Chiedo venia», nel senso che mi è capitato, mi capita di non parlare di alcuni bei libri o film pur letti-visti. O di iniziative che meritavano o stra-meritavano un po’ di visibilità… come questa. Perché accade? A volte nei giorni successivi alle letture-visioni sono stato travolto (da qualcosa, qualcuna/o, da misteriosi e-venti, dal destino cinico e baro, dalla stanchezza, dal super-lavoro … o da chi si ricorda più); forse, più semplicemente, in certi periodi faccio una vita da cani (bau). Altre volte ma sempre più raramente – perché appunto oscillo ormai tra “free lance” e magra pensione – mi è accaduto di concordare con qualche collega un pezzo (pagato male o quasi, come si vede in «Zero potere») che poi rimane sospeso per molti mesi e io non so bene che fare perché fra le carogne dei «4 euro a pezzo» (o dei «35») ci sono pure quelle che vogliono l’esclusiva. «E il culo no?» si dice a Roma. Quali siano comunque le ragioni (giustificate o ingiustificate) dei miei ritardi … ogni tanto rimedio/rimedierò in “BLOtteGa” a questi buchi, appunto chiedendo venia. In questo caso doppiamente perché si trattava di solidarietà. E ho fatto mancare la mia, per piccola che fosse. (db)

 

danieleB
Un piede nel mondo cosiddetto reale (dove ha fatto il giornalista, vive a Imola con Tiziana, ha un figlio di nome Jan) e un altro piede in quella che di solito si chiama fantascienza (ne ha scritto con Riccardo Mancini e Raffaele Mantegazza). Con il terzo e il quarto piede salta dal reale al fantastico: laboratori, giochi, letture sceniche. Potete trovarlo su pkdick@fastmail.it oppure a casa, allo 0542 29945; non usa il cellulare perché il suo guru, il suo psicologo, il suo estetista (e l’ornitorinco che sonnecchia in lui) hanno deciso che poteva nuocergli. Ha un simpatico omonimo che vive a Bologna. Spesso i due vengono confusi, è divertente per entrambi. Per entrambi funziona l’anagramma “ride bene a librai” (ma anche “erba, nidi e alberi” non è malaccio).

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