zerozerodue

di Daniela Pia

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Forse direbbe il “comico” Crozza che nel Paese delle meraviglie non possono mancare bollette da scintille. Scoppiettanti di dabbenaggine. Persino di arroganza, quando non sintomo di bieca ignoranza. Così accade che un gentiluomo del ridente villaggio di Colleferro (Roma) ricevendo una bolletta di due centesimi da Vodafone Italia si è risolto a pagarla regolarmente, come intimato. Vestiti però i panni di un novello Pasquino, si è prodigato nell’omaggiare la “povera” multinazionale con una poesiola dedicata alla miserrima bolletta, della serie: laddove non poté il buonsenso poté il sarcasmo: « … ond’egli si diede già esausto a brancolar sovra sportelli e due dì in fila stette poi che fu pronto. Poscia, più che la multa poté lo scherno».

Ed ecco anche io – “pietendo venia al Sommo vado” – non sono stata capace di resistere alla tentazione di sfruttare il “suggerimento” di questa vicenda surreale. Nel mentre mi sfilavano innanzi le immense schiere di evasori e truffatori; di quelli che, se vanno in ristoranti “IN”, pagano cenette da mille euro, di alcuni che pretenderebbero di governarci, di insegnarci a vivere e financo a essere onesti. Insomma di quelli che: «innanzi a Minosse dovrebbero stare – andar a vicenda ciascuno al giudizio; dire e udire, e poi esser giù volti, nelli profondi abissi dello ‘nferno».

Per concludere con postilla d’anatema, vi offro la poesiola del Pco, Pagatore Cittadino Onesto.

L’Onestà e la Bolletta

Sono tanto tanto Onesto,

pago tutto, quello e questo

pago gas, acqua e luce

e tutto ciò che si produce

Pago presto e pago in fretta

pago pure ’sta bolletta

di 2 centesimi a mio figlio

perché sollecito non voglio

Pertanto pago qui alla Posta

faccio coda e poi mi resta…

aspettare perché onesto

i 3 centesimi di resto

Però mi pongo una domanda:

chi è più scemo,

chi riceve o chi la manda?

Ma ho pure la risposta:

chi guadagna… è la Posta

 

 

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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