Zuana-5

Un altro sabato con i versi di Giovanna De Carli (*)

Mi suiciderò in modo sottile
con un sistema molto femminile
mi chiuderò al piano di sopra
della mia casa al mare
a lavare e stirare.
Per milioni di giorni
fino a decompormi.

Sempre nella mia anima piove
fra lampi, tuoni, vulcani.
Ma a scuotere i miei vetri
a far ringhiare i cani
è un temporale asciutto
tanto che resta l’orma
sulla sabbia antica,
l’orma che testimonia
il battere il passo della mia vita.
E non qui vorrei essere
o in un qualunque altro differente qui, lo sai,
nel mio posto non vorrei essere mai.
E ancora piove il maltempo asciutto
e mi dispero di non essere dappertutto
E ancora piove
sull’immenso vuoto del mio altrove.

Non ci sono per me esseri
aventi diritto al mio amore.
Le uniche eccezioni le faccio
per chi è sotto al metro e venti:
cani, bambini, gatti, alberi abbattuti,
alcuni ammalati
ma solo finché sono a letto:
chi si rimette eretto è una minaccia
anche se chiacchiera
anche se sorride
anche se è carino
io non dimentico mai che ciascuno di noi
è un assassino.

Nel denso nero fango
come un sasso
continuo a sprofondare.
Ai margini di me un cespuglio di rose
Questo è oggi lo stato delle cose.
Ma non è lei, dottore, a non essere stato abile:
la vita è un male incurabile.

Un altro dio
Magari tu fossi meno giusto
meno esigente.
Magari fossi un padre pietoso
affettuoso, sorridente.
Vorrei sostituirti, Dio fiammeggiante
con un dio spento, riposante:
un lenzuolo che asciuga nel vento
un pezzo di pane
il mio cane.
(*) Quinto sabato con Zuana, un’inquietante e strabiliante abitudine. (db)

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