L’eccidio nazista a San Giuliano Terme
il bunker tedesco realizzato nel contesto dell’Arno Stellung sul monte retrostante il centro storico di San Giuliano Terme all’imbocco dell’odierna galleria del Foro
Il contesto storico
Durante la Seconda Guerra mondiale, nel corso dell’estate del 1944, gli alleati dopo la liberazione di Roma del 4 giugno, erano rapidamente avanzati verso nord, tant’è che a fine giugno-inizio luglio avevano già conquistato la parte più meridionale della provincia di Pisa. Tuttavia, nel corso del mese di luglio l’avanzata della V Armata statunitense, operante sul versante tirrenico della penisola, subì un brusco rallentamento per essere poi fermata a sud dell’Arno dalla tenace resistenza tedesca.
Il comando dell’esercito nazista in Italia aveva infatti predisposto una linea difensiva fortificata lungo la sponda settentrionale dell’Arno, denominata Arno Stellung (immagine 1), oltre ad aver abbattuto i ponti sullo stesso corso d’acqua, al fine di impedirne il superamento e il proseguimento dell’avanzata verso Nord. Ciò anche in considerazione della ben più imponente linea fortificata, la famosa linea gotica, edificata poco più a nord lungo lo spartiacque appenninico fra Carrara e Rimini.
Mentre i combattimenti fra i due eserciti nell’agosto del 1944 raggiunsero il loro apice di intensità, una formazione partigiana, la Nevilio Casarosa, operava nella zona del Monte Pisano sovrastante Asciano, mentre le azioni antipartigiane e i rastrellamenti tedeschi vessavano la popolazione civile che in parte era stata costretta a sfollare in varie zone dell’omonimo rilievo per sfuggire ai bombardamenti aerei e ai combattimenti.
L’Arno Stellung nella sezione occidentale del Monte Pisano era presidiata dalla famigerata 16esima SS-PanzerGranadier Division “Reichsfurher-SS”, comandata dal generale Max von Simon e insediata a Nozzano Castello in provincia di Lucca lungo la valle del Serchio, e dalla 65esima Infanterie-Division, anche nota come “Handgranate” (bomba a mano), la cui sede era stata stabilita presso villa Borri ad Asciano.
La valle del Serchio secondo il comando tedesco rivestiva, non a torto, un’importanza strategica fondamentale in quanto costituiva un passaggio naturale che consentiva di aggirare da ponente il Monte Pisano, In considerazione di ciò il suo presidio venne assegnato alla temibile 16esima SS-PanzerGranadier Division, la quale nel mese di luglio distrusse anche un tratto della ferrovia Pisa-Lucca ivi passante per impedire o quantomeno rallentare l’avanzata della V Armata statunitense.
In questo contesto bellico, l’estate del 1944 si rivelò per la popolazione locale particolarmente difficile, non solo per il rischio dei bombardamenti e la carenza di generi di prima necessità, ma soprattutto per le vessazioni a cui vennero sottoposti dai nazisti a seguito dei bandi emessi, il 17 giugno e il 1 luglio, dal Feldmaresciallo Albert Kesserling, comandante in capo delle forze tedesche in Italia, inerenti l’inasprimento della repressione contro le organizzazioni partigiane e i civili.
Nell’agosto del 1944 per sfuggire a combattimenti e bombardamenti, molte famiglie, soprattutto locali ma anche provenienti dai territori limitrofi, erano sfollate in varie località del Monte Pisano subendo, tuttavia, continue incursioni da parte delle pattuglie tedesche.
Fino a che le forze naziste di occupazione insediate nel lungomonte pisano, il 31 luglio, emisero uno specifico bando che imponeva a tutti gli uomini, compresi gli sfollati, validi compresi fra i 15 e i 50 anni di età di presentarsi nell’arco di due giorni presso i comandi militari tedeschi di zona per l’arruolamento “volontario” nelle compagnie di lavoratori.
L’Eccidio della Romagna
Scaduto l’ultimatum, la notte fra il 6 e il 7 agosto la 16esima SS-PanzerGranadier Division SS, guidata a quanto riportato da fascisti non locali, compì un rastrellamento in località la Romagna, posta sul monte sovrastante Molina di Quosa, catturando circa 300 civili ivi sfollati.
A coloro venne anche aggregata una giovane insegnante, Livia Gereschi, la quale, conoscendo la lingua degli occupanti, aveva fatto da interprete durante i primi interrogatori dei rastrellati cercando vanamente di spiegare ai tedeschi che si trattava di semplici cittadini sfollati per sottrarsi alle attività belliche e che non avevano alcun legame con le formazioni partigiane.
I catturati, all’alba del 7 agosto furono incolonnati e trasferiti a piedi a Ripafratta, attraverso il sentiero successivamente denominato “della memoria”, dove vennero suddivisi fra chi era in condizioni di lavorare e chi viceversa si dichiarò inabile a tale scopo. Il primo, più numeroso, gruppo venne subito caricato sui camion e indirizzato verso i campi di lavoro nazisti, soprattutto nella realizzazione delle fortificazioni della retrostante Linea Gotica, mentre il secondo, composto prevalentemente da ultra quarantenni, venne trasferito, con Livia Gereschi in qualità di interprete, al comando di Nozzano.
La settantina di catturati furono imprigionati per quattro giorni in condizioni brutali nella scuola elementare del paese presso il comando tedesco, fino a che la mattina dell’11 agosto vennero suddivisi in piccoli drappelli e condotti in luoghi isolati della valle del Serchio e dell’area circostante il non distante monte Quiesa dove vennero barbaramente fucilati a sangue freddo, Livia Gereschi compresa.
I cadaveri ritrovati fra Ripafratta e Filettole portavano addosso dei cartelli infamanti sui quali i tedeschi avevano apposto la scritta “Questi banditi hanno sparato ai soldati tedeschi alle spalle”.
In totale furono ben 69 i civili innocenti trucidati dalla ferocia nazista con la ricostruzione dei fatti che è stata raccontata da Oreste Grassini, unico sopravvissuto alla strage. La mattina dell’11, infatti, il trentottenne Grassini ed altri suoi compagni di sventura vennero condotti lungo il Serchio fra Avane e Filettole nel comune di Vecchiano, dove vennero fucilati tramite mitragliatori. Colpito ad una gamba e miracolosamente sopravvissuto al colpo di grazia alla testa, il Grassini si finse morto e nottetempo riuscì a raggiungere l’acqua del Serchio dalla quale si dissetò e trovò sollievo, fino a che la mattina seguente venne trovato da un contadino, soccorso e trasferito all’ospedale di Lucca. Al Grassini venne amputata una gamba rimanendo gravemente menomato ma ciò non gli impedì di mantenere il suo posto di lavoro presso il comune di San Giuliano Terme.
Ricordo personale
Ho un ricordo vivido di quest’uomo che, negli anni ’60 durante la mia infanzia, andava a lavorare in Comune con uno “strana” bicicletta a tre ruote che gli consentiva di pedalare, senza perdere l’equilibrio, con una sola gamba superando anche la non agevole salita di via Niccolini che porta alla sede municipale. Chiedendo spiegazioni in merito ai miei genitori e ai miei nonni venni a conoscenza dell’orribile Eccidio della Romagna compiuto dai nazisti, nel quale rimase coinvolto anche il fratello di una mia cara zia acquistata, e dell’incredibile vicenda di Oreste Grassini, prezioso testimone storico suo malgrado.
Il tributo di sangue dei cittadini sangiulianesi
L’Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani (Anpi), fra le varie attività, ha anche redatto un elenco delle stragi compiute dai nazisti, dal quale emerge come nell’estate del 1944 i nazisti abbiano compiuto ben 5 stragi sul territorio del comune di San Giuliano Terme: il 20 giugno ad Agnano venne ucciso un civile, 2 vittime caddero il 6 luglio a Ghezzano, il 5 agosto ad Asciano furono uccisi in 5, il 19 agosto a Gello ben 19 e l’11 agosto in 69 nell’Eccidio della Romagna sopra descritto.
La trasmissione della memoria storica alle nuove generazioni
Nel corso dell’anno scolastico 2024/25 nell’ambito del progetto “Contemporanea..mente”, il sottoscritto ha organizzato un’attività di memoria storica legata alle vicende sopra riportate, e non solo, inerenti il nostro territorio durante la Seconda Guerra mondiale. A tale scopo ho approfittato della disponibilità e della competenza del caro amico e collega prof. Giovanni Ranieri Fascetti, cultore di storia locale e soprattutto autore di una ricerca storica sul campo relativa all’Arno Stellung (immagine 2) e alle vicende storiche legate a quel drammatico periodo in cui il fronte stette bloccato sulle sponde dell’Arno per circa 40 giorni, fino a quando il 2 settembre la V Armata statunitense riuscì a liberare Pisa, ad attraversare l’Arno sfruttando un guado formatosi nel fiume in secca all’altezza di Caprona nel comune di Vicopisano e, lo stesso giorno, anche San Giuliano Terme.
I tedeschi in ripiegamento ordinato continuarono a martellare con l’artiglieria dall’oltre Serchio vecchianese, anche per coprire la ritirata delle proprie truppe, con alcuni colpi che raggiunsero il centro storico di San Giuliano Terme, uccidendo dei civili (almeno 4) che erano scesi in piazza per festeggiare la liberazione dall’occupazione nazifascista, sancita dall’arrivo delle prime pattuglie statunitensi.
Il giorno seguente, il 12 agosto, la stessa, tristemente famosa, 16esima SS-PanzerGranadier Division SS, si rese protagonista, nell’Alta Versilia, di uno dei crimini più efferati compiuti in Italia nel corso dell’intero conflitto mondiale: la Strage di S. Anna di Stazzema durante la quale vennero trucidati ben 560 civili inermi, soprattutto anziani, donne e addirittura 130 bambini.
Il giorno 25 ottobre 2024 il professor Fascetti ha pertanto gentilmente tenuto una lectio magistralis ai miei studenti della classe 1 A afm esponendo, con il supporto di suggestive slide con immagini d’epoca e dei ritrovamenti attuali, sia il contesto storico che struttura, finalità e vicende storiche legate all’Arno Stellung, compresa la strage nazista della Romagna (immagine 3).
Gli studenti hanno seguito con grande attenzione e partecipazione la dotta e coinvolgente lezione del professor Fascetti ponendo anche interessanti domande e come lavoro di rielaborazione domiciliare hanno realizzato delle relazioni scritte sui contenuti trattati in forma di articoli, i migliori dei quali sono stati pubblicati sul giornalino on line dell’Istituto Galilei-Pacinotti di Pisa, Rapsodia on line. E dei quali riportiamo di seguito titoli, autori e link:
1) “Arnostellung: la linea fortificata tedesca a nord dell’Arno” di Diego Thomas Costanza
https://www.rapsodiaonline.it/?p=7504
2) “L’Arno Stellung – Lezione con il professore Giovanni Ranieri Fascetti” di Greta Squillace
https://www.rapsodiaonline.it/?p=7499
3) “Arno Stellung” di Aronne Agamennoni
https://www.rapsodiaonline.it/?p=7522
4) “La linea difensiva Arnostellung” di Vincenzo di Noia
https://www.rapsodiaonline.it/?p=7501
In particolare lo studente Vincenzo di Noia, in quanto giovane cittadino sangiulianese, è rimasto particolarmente colpito dalle vicende storiche legate al nostro territorio magistralmente narrate dal professor Fascetti, pertanto ha approfondito le tematiche trattate ed ha realizzato anche un apposita registrazione audio, grazie anche al montaggio del sig. Giuseppe Saverino, per il podcast ideato dagli ex studenti della 2 A afm del nostro istituto denominato anch’esso “Contemporanea..mente”, in quanto legato alle attività svolte nell’ambito del progetto in questione.
Vincenzo in circa 7 minuti è riuscito a raccontare con straordinaria puntualità e chiarezza sia le vicende legate all’Arno Stellung sia quelle relative all’Eccidio della Romagna, compiendo una meritoria opera, non solo di acquisizione personale della memoria storica del territorio, ma anche divulgativa, tramite strumenti accattivanti come i podcast, particolarmente utilizzati dalle giovani generazioni.
Per ascoltare il suggestivo e ben congegnato podcast realizzato da Vincenzo di Noia: https://giuliochinappi.wordpress.com/2025/04/25/larno-stellung-e-leccidio-nazista-della-romagna-nel-comune-di-s-giuliano-terme/