Bologna: il muro di via Michelino
di Vito Totire (*)
Bologna: invece che costruire ponti (alludo ai percorsi di pace e non alle follie del ponte di Messina) le istituzioni repressive dello Stato sfondano un muro per eseguire uno sfratto … La nostra indignazione ormai scoppia!
«I POVERI NON CI LASCERANNO DORMIRE» Alex Zanotelli
Le solite dichiarazioni del “giorno dopo”, sulla stessa lunghezza d’onda delle lacrime dopo i morti sul lavoro; mancano le rituali corone di fiori perché apparentemente non è morto nessuno.
In realtà questo ennesimo “crimine di pace” fa morire il senso di umanità di giustizia: a Bologna nuclei familiari aggrediti e cacciati con la violenza dalle loro abitazioni in via Michelino (**) perchè gli appartamenti sarebbero destinati a diventare un B&B di lusso. Sono eventi diversi ovviamente, molto diversi, ma per associazione di idee vengono in mente le gesta dei coloni israeliani. Di recente ho scritto sul tema: «un altro ordine pubblico è possibile» e abbiamo avviato una discussione che non punta solamente al bando immediato della pistola taser (***) ma vorrebbe stimolare un discorso e una prassi più generale e sistemica sulla prevenzione.
Prevenzione di cui negli sfratti a Bologna non abbiamo visto neppure l’ombra. I crimini di pace peraltro si succedono a ritmo esasperante in Italia da Castel d’Azzano (Verona, vicenda della famiglia Ramponi) a Napoli e a Sesto s. Giovanni.
Il 27.12.2023 in una relazione inviata al «tavolo sfratti» della prefettura di Bologna, per cercare di “tamponare” uno sfratto incombente, scrivevo:
«Infine una considerazione: la letteratura scientifica evidenzia ampiamente il ruolo traumatico e patogeno non solo degli sfratti ma anche degli stessi traslochi; ruolo traumatico/patogeno per gli adulti ma ancor più per i bambini e persino nella fase intrauterina; traumi legati a sfratti hanno evidenziato postumi spesso permanenti a livello clinico ed anche comportamentale (aggressività e “devianza”) lungo tutto l’arco della vita».
Ma cosa importa al governo attualmente in carica che risponde alle nostre osservazioni con i fatti: aumentando i posti letto nelle carceri minorili e quando poi non bastano sistemando un po’ di giovani (in letto a castello a tre posti ?) nel carcere “senile” della Dozza di Bologna.
I destinari della relazione citata – redatta a tutela di una famiglia di origine bengalese (poi effettivamente sfrattata, anche se non in maniera cruenta,
nonostante la presenza di una bambina in vita grazie alla alimentazione pearenterale) – non hanno riflettuto sulla questione?
Nel solito coro del “giorno dopo” (filo conduttore il «faremo», «vedremo») incomprensibili le difese d’ufficio avanzate da rappresentanti della amministrazione comunale nei confronti dei “servizi sociali”. Sia chiaro: non si tratta affatto di mettere sotto accusa gli operatori che, certamente, vivono sentimenti di impotenza fino al burn-out ,
QUI SI TRATTA DEL FATTO CHE GLI OPERATORI NON HANNO I MEZZI E LE RISORSE PER OPERARE e quindi sono spesso nelle condizioni di poter fare proposte incongrue e causa di ulteriori distress come sistemazioni “di fortuna” associate a forme di sovraffollamento e di pendolarismo estemo che, come denunciato dal collettivo PLAT- IN AZIONE, mettono persino a grave rischio il diritto allo studio dei bambini ; DOBBIAMO AVVIARE UNA FRANCA DISCUSSIONE, OLTRE LE RITUALI IPOCRITE DIFESE D’UFFICIO, SULLE ATTIVITA’ E POTENZIALITA’ dei “servizi sociali” , tema che è stato sistematicamente rimosso negli ultimi decenni, anche dopo la tragedia dei tre bambini morti con la loro madre per un incendio domestico nel marzo 2024.
Per quel che riguarda la gestione del patrimonio edilizio pubblico SIAMO IN UNA SITUAZIONE NON SOLO DRAMMATICA MA ANCHE IMPENETRABILE PERSINO SUL PIANO DELL’ACCESSO ALLE INFORMAZIONI.
Abbiamo chiesto tempo fa all’ufficio del difensore civico regionale, dopo averlo inutilmente chiesto alla Ausl di Bologna, le motivazioni per le quali uno spazio abitativo (dal quale fu allontanata una famiglia rom) era e forse è ancora RIMASTO VUOTO E NON UTILIZZATO PER ANNI: NESSUNA RISPOSTA!
Il presidente della Regione Emilia-Romagna, parlando con la solita prassi del “giorno dopo” e ricordandoci che siamo in un sistema capitalistico che tutela la proprietà privata (non ce ne eravamo accorti!) – e la tutela, precisiamo noi, “ a tutti i costi” (comprese le stragi operaie) – ha anche fatto una affermazione che condividiamo: NON SARA’ EQUIVALENTE ALL’ABBATTIMENTO DEL MURO DI BERLINO MA ABBATTERE QUEL MURO (CON ANNESSI E CONNESSI) DI VIA MICHELINO , RAPPRESENTA EFFETTIVAMENTE UNO SPARTIACQUE E NEL SUO “PICCOLO” (PER MODO DI DIRE) RIMMARRA’ NELLA STORIA E NELLE NOSTRE COSCIENZE.
Lo stabile di via Michelino teatro del drammatico evento NECESSITA DELLA APPOSIZIONE DI UNA PIETRA DI INCIAMPO in modo che
i turisti mordi e fuggi che dormiranno lì (700 euro a notte) sappiano cosa è successo.
DIRITTO ALLA CASA E ALLA SALUTE PSICOFISICA: E’ ORA, DA UN PEZZO, DI VOLTARE PAGINA.
Solidarietà a tutte le persone sfrattate ; e che il “mai più” non sia una frase di rito.
(*) Vito Totire è portavoce del Centro Francesco Lorusso di Bologna
(**) Qui alcuni video; sullo sfratto https://www.la7.it/intanto/video/sfratto-a-bologna-tensione-per-lirruzione-della-polizia-famiglia-con-bimbi-cacciata-per-far-posto-ai-24-10-2025-617262 ; e sul dopo: https://stream24.ilsole24ore.com/video/italia/bologna-gli-sfratti-collettivo-plat-occupa-stabile-via-don-minzoni/AHRm67KDvideo .
(***) cfr Contro la pistola Taser nasce un comitato (del 16 ottobre).

