E qui comando io… io chi?
Riprendiamo due riflessioni (da Transform Italia e dalla pagina FB di Sergio Segio) su come l’immenso potere delle aziende di controllo dati e tecnologie sta accellerando la privatizzazione del governo del Pianeta.
Tra i Signori degli Anelli, oggi Kings
di Giancarlo Scotoni
Nel Signore degli Anelli, Tolkien racconta anche la tragica storia di Denethor, ultimo sovrintendente di Gondor, eminente e saggio conduttore del suo popolo. Costui, di fronte alla sfida delle forze del male, si affida al potere di una pietra dai magici poteri, il Palantir che significa Coloro che sorvegliano da lontano. Purtroppo lo straordinario strumento è segretamente influenzato dal malvagio Sauron che fa sì che a Denethor venga mostrato un futuro artefatto, fatto di dolore e di sconfitta. Il sovrintendente viene così condotto a una vecchiaia precoce, al fraintendimento del bene e del male e infine al rifiuto della realtà e alla morte.
La Palantir Tecnologies è una società specializzata nell’analisi dei big data. Ha sede a Denver in Colorado. E’ stata fondata da Peter Thiel, Nathan Gettings, Joe Lonsdale, Stephen Cohen e Alex Karp nel 2003 e da allora è cresciuta e si è espansa in tutto il mondo occidentale, salve Russia e Cina che fin dall’inizio sono state escluse dal “business”. E’ il caso di usare la parola tra virgolette in quanto ci si deve chiedere cosa realmente questa azienda fornisca ai suoi clienti che, strategicamente, consistono soprattutto in agenzie di governo, istituzioni, stati. Probabilmente la risposta più giusta è “sé stessa” e alla domanda in cosa essa consista la risposta è “potere”. Un potere che nasce da una conoscenza sterminata ma ben finalizzabile e controllabile che consente, se non di predire il futuro, certo di realizzare molte delle condizioni per il futuro che si desidera o di cui si è portatori. Intanto, per fare un esempio minuscolo ma significativo, equipaggiando droni in grado di applicare il riconoscimento facciale e di procedere autonomomente ad assassinii mirati di generali russi piuttosto che di presunti membri di Hamas, ovvero per certo dei russi o dei gazawiti che avessero la sfortuna di trovarsi nei pressi. Comunque -facciamo attenzione- non si tratta di comprare potere, ma di accettare di farsi assorbire nel potere di Palantir: una volta che i big data tedeschi o britannici o del Policlinico Gemelli (come da accordi recenti) siano entrati in Palantir, non ne usciranno -ovviamente- più.
Thiel e Karp sono sicuramente tra i Re che stanno affliggendo l’umanità, come mostra la bellissima ricostruzione grafica del tecno feudalesimo che ci mette a disposizione authoritarian-stack.info.
Palantir merita dunque di essere conosciuto, studiato, discusso e –credo si possa anticipare- combattuto. Per cui vorrei per prima cosa invitare tutti e tutte ad approfittare del video dell’incontro intitolato Nascita, crescita e futuro di Palantir, l’azienda che vende potere, tenutosi il 21 novembre 2025, organizzato da Scuola critica del digitale del CRS e Forum Disuguaglianze e Diversità. La relazione di Franco Padella, infatti, è davvero completa e contiene le chiavi per una comprensione sintetica ma completa e superiore del fenomeno. Nell’incontro viene anche proposta una bibliografia per approfondire.
Poi proporrei di proseguire con l’intervista rilasciata a Wired dall’amministratore delegato di Palantir, Alex Karp. E’ condotta da Steven Levy e si intitola Dal lavoro con Israele al sostegno alle espulsioni di massa di Trump, il capo di Palantir non si pente di niente. Anche in questo caso credo sia sbagliato proporre una sintesi: si tratta di un documento troppo interessante per venire riassunto. Mi limito a una breve riflessione.
E’ ragionevole ritenere che le determinazioni storiche che hanno condotto oggi alle incredibli concentrazioni di potere nelle mani di pochissimi prescindono dagli individui e dai loro meriti o demeriti personali: è dunque un caso che i nomi siano Musk, Thiel, Trump, Karp… eppure, anche se la retorica del merito e delle virtù imprenditoriali è residuale fa impressione constatare che il Re è nudo e che non fa alcuno sforzo per nasconderlo. Il Re è diventato indifferente a mostrarsi in tutta la sua pochezza o –forse- trova nella sua limitatezza una ulteriore gloria per il suo potere.
Per quanto come analogia sia fuorviante, anche Roma trovò necessario divinizzare le persone dei suoi imperatori, in quanto tali, istituzionalmente.
Qualcosa, forse la nostra visione del progresso, ci aveva abituati a pensare che i leader politici “capitalistici”, i ricchi, i potenti, nella lotta, nella competizione, a contatto con i limiti imposti dalla realtà si sperimentassero, selezionassero, affinassero. E che forse non tutti e tutte, ma molti sì, con questo raggiungessero una sorta di grandezza che andava oltre le dimensioni del loro potere e che poteva dire qualcosa persino sulle potenzialità umane nei confronti della storia. E così, in passato, non sempre il rispetto per l’avversario si è presentato come una connivenza di classe, e ha articolato la dialettica storico-materialistica, insegnandoci a comprenderla meglio. Dateci un avversario valido! Cresceremo meglio. Forse è stata un’illusione, ma un’illusione a suo modo utile e necessaria: uno sprone a migliorare e una consolazione nella sconfitta, un balsamo contro le semplificazioni.
L’intervista al CEO di Panatir –condotta peraltro benissimo- è da questo punto di vista difficile da digerire perché ci mette davanti a un grande vuoto. Nonostante l’intelligenza del personaggio, dopo averla letta, di Karp ci rimane praticamente niente: un ripetuto “elevato alla ennesima derivata” (leggere l’intervista per chiarire l’uso di questa espressione matematica), un pensiero ristretto per quanto nutrito di termini filosofici, un ricorso imbarazzantemente semplice a concetti complessi. Come quello di patria, la sua, ovviamente, anche perchè la “cultura americana è superiore a quella germanica”. Per finire con la felicità che quel signore prova quando durante la sua corsa mattutina pensa alla propria felicità. Si tratta di una conferma di qualcosa che accade da decenni, però man mano che il tempo passa il potere che si concentra nelle mani di questi banali personaggi cresce e lo scandalo di fa più bruciante.
Ma, come dicevamo, qui non vogliamo sostituirci alla fonti: leggete l’intervista, anche se dal punto di vista umano non ne sarete certamente elevati. Per coloro che conoscono l’inglese e volessero rabbrividire ulteriormente, Alessandro Scassellati ci segnala anche questo video con un’altra intervista condotta per Axios.
Per chiudere, mi chiedo se chi ha scelto il nome “Palantir” abbia letto la storia di Denethor fino in fondo: Il Signore degli Anelli è un’opera lunga e la tentazione di saltarne qualche pagina è certo venuta a tutti.
Giancarlo Scotoni 26/11/25 da qui https://transform-italia.it/tra-i-signori-degli-anelli/
Come i miliardari della tecnologia stanno costruendo un’America post-democratica e perché l’Europa è la prossima
Alla fine di luglio del 2025, nel profondo della macchina burocratica del Pentagono, l’esercito americano cedette silenziosamente una parte della propria sovranità.
Un contratto da dieci miliardi di dollari con Palantir Technologies, uno dei più grandi nella storia del Dipartimento della Difesa, è stato presentato come un passo avanti verso l'”efficienza”.
Un passaggio strategico delle principali funzioni militari a una società privata il cui fondatore, Peter Thiel, ha dichiarato che “libertà e democrazia non sono più compatibili”.
JD Vance, promosso alla vicepresidenza grazie ai 15 milioni di dollari di Peter Thiel, divenne il volto della governance tech-right. Dietro di lui, la rete di Thiel si insinuò nei meccanismi dello Stato.
Sotto la bandiera della ” tecnologia patriottica “, questo nuovo blocco sta costruendo l’infrastruttura di controllo – cloud, intelligenza artificiale, finanza, droni, satelliti – un sistema integrato che chiamiamo “The Authoritarian Stack” . È più veloce, ideologico e completamente privatizzato: un regime in cui sono i consigli di amministrazione delle aziende, non il diritto pubblico, a stabilire le regole.
La nostra indagine mostra come queste aziende oggi operino come poteri simili a stati , scrivendo le regole, vincendo gli appalti ed esportando il loro modello in Europa, dove rappresenta una sfida diretta alla governance democratica.
La Silicon Valley non crea più app. Sta costruendo imperi.
i dirigenti della Silicon Valley vengono inquadrati direttamente nei ranghi militari. Nel giugno 2025, quattro dirigenti del settore tecnologico hanno prestato giuramento come tenenti colonnelli:
la linea di demarcazione tra appaltatore e committente è stata cancellata.
A differenza del vecchio autoritarismo basato sulla paura e sulla forza, questo nuovo sistema governa attraverso codici, capitale e infrastrutture, rendendo la resistenza architettonicamente impossibile.
È un circolo vizioso che si autoalimenta:
l’ideologia alimenta il capitale di rischio → il capitale cattura lo Stato → lo Stato alimenta gli stessi sistemi privati che lo hanno costruito . Un nuovo modello di potere: la sovranità privatizzata .
A metà del 2025, le sue ripercussioni si facevano già sentire in tutta Europa. A Roma, i funzionari della Difesa italiana si sono mossi per integrare Starlink di Elon Musk nelle comunicazioni militari. A Berlino, Rheinmetall e Anduril hanno ampliato la loro joint venture per schierare sciami di droni autonomi per la NATO. Le varianti tedesche dei suoi droni utilizzano ancora il codice californiano. Musk trasmette in diretta streaming con Alice Weidel dell’AfD, appoggiando l’estrema destra tedesca e fornendo infrastrutture alla NATO.
A Londra, il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) ha esteso la piattaforma dati federata di Palantir, del valore di 330 milioni di sterline, a decine di milioni di cartelle cliniche. Entro maggio 2025, il governo ha dovuto versare a KPMG 8 milioni di sterline solo per incoraggiare l’adozione da parte degli ospedali. Nel frattempo, una partnership per la difesa da 1,5 miliardi di sterline vincola la Gran Bretagna ai sistemi di intelligenza artificiale di Palantir.
Nessuna di queste decisioni ha suscitato un vero dibattito. Poche sono arrivate in prima pagina. Insieme, rivelano la sistematica esternalizzazione della sovranità europea a oligarchi americani, la cui ideologia mina apertamente la democrazia.
È un paradosso dalle implicazioni devastanti: perseguire la sovranità digitale cedendo il controllo a ogni contratto firmato.
Ogni nuovo contratto aggrava la trappola. Una volta che Palantir diventerà indispensabile, una volta che i droni di Anduril saranno standard NATO, una volta che gli impianti nucleari alimenteranno l’intelligenza artificiale che gestisce tutto il resto, la trasformazione sarà irreversibile.
[di The Authoritarian Stack Un progetto guidato dalla Prof.ssa Francesca Bria con xof-research.org https://aut horitarian-stack.info/
LINK
ilpost: Palantir sempre più potente e inquietante
ilmanifesto.it/la-sorveglianza-di-maven-e-dataminr-nel-futuro-di-gaza
mercurynews 2018/thiels-palantir-wins-876-million-u-s-army-contract/



