EMFA: un passo storico… ma l’Italia sta a guardare
di Mario Sommella (*)
L’8 agosto 2025 segna un giorno memorabile per l’Europa: entra finalmente in vigore European Media Freedom Act (EMFA), un regolamento comunitario pensato per rafforzare la libertà e il pluralismo dell’informazione nei Paesi membri. Un traguardo di quelli che restano, caldeggiato dal Parlamento e dal Consiglio Europeo.
Ma è subito emergenza nel nostro Paese. Il governo italiano, infatti, non ha ancora allineato le proprie norme a quelle dell’EMFA: nessun baluardo rafforzato per il pluralismo, nessuna normativa significativa a tutela delle fonti, nessuna riforma per garantire l’indipendenza del servizio pubblico. In soldoni: siamo già in inadempienza formale.
Cosa prevede EMFA (in breve)
EMFA mira a instaurare – tramite un regolamento UE dal carattere vincolante – una serie di garanzie fondamentali per il settore:
• Libertà dei giornalisti da interferenze politiche.
• Stabilità e indipendenza nei finanziamenti dei media pubblici.
• Trasparenza completa nell’editoria e nella pubblicità di Stato.
• Regole contro concentrazione e abuso di potere economico.
• Protezione contro le SLAPPs (cause temerarie contro la partecipazione pubblica).
Un principio sacrosanto: chi informa deve essere libero, non intimidito.
L’Italia: scivoloni sul terreno della libertà di informare
1. “TeleMeloni” e il controllo sulla Rai
Il timore è che la Rai stia diventando una cassa di risonanza del potere esecutivo, specie dopo le nomine segnate dall’esecutivo e il taglio della tassa sul canone televisivo da 90 a 70 € per famiglia.
2. Querele bavaglio & aumenti di denunce contro giornalisti
Gli attacchi legali si intensificano, colpendo intellettuali e redazioni (pensiamo a Report, a Luciano Canfora, Donatella Di Cesare…). E non basta: lo spionaggio (caso “Paragon”) continua a torturare le tutele, tra silenzi del governo e liste segrete.
3. Allarme UE e società civile
Articolo 21 ha inviato un esposto al Commissario UE McGrath, documentando omissioni gravi dell’Italia e chiedendo controlli e sanzioni. Stampa Romana e Articolo 5 sostengono questa linea dura.
Nel frattempo, la Media Freedom Rapid Response (MFRR) richiama la necessità di volontà politica, perché l’EMFA vada oltre le belle parole.
4. L’Italia nella morsa del declino democratico europeo
Secondo il report di “Liberties”, l’Italia è tra i cinque Stati membri che stanno smantellando la democrazia in Europa, con media sotto attacco politico, magistratura indebolita e proteste che faticano a uscire. L’EMFA doveva rappresentare una svolta, ma rischia di restare carta.
Cosa cambia (e cosa invece resta fermo)
Cambiamenti positivi:
• Entrata in vigore formale dell’EMFA: sì, è legge europea. Un giorno decisivo, celebrato anche da istituzioni UE come la presidente Metsola e von der Leyen.
Ritardi italiani concreti:
• Nessuna legge attuata sul pluralismo, sulle nomine Rai o sulla trasparenza pubblicitaria.
• Nessun rafforzamento delle tutele per le fonti o per i whistleblowers.
• Nessun vero scatto politico: se non c’è una riforma seria, le sanzioni UE sono dietro l’angolo.
E ora? Quali archi narrativi per la svolta
• Pressione concreta: Articolo 21, Stampa Romana e la MFRR puntano su sanzioni, dialogo con Bruxelles e monitoraggio rigoroso.
• Volontà politica: la “sinfonia” dell’EMFA produce effetti solo se c’è la voglia di farlo funzionare, anche in Italia.
• Tutela sistemica dei media: pluralismo, indipendenza, protezione dai legali aggressivi non sono roba da salotto, ma basi della democrazia.
Conclusione: è davvero il momento di essere vigili, non entusiasti
C’è una legge europea – potente e necessaria – che ora chiede sostanza. L’EMFA può diventare un baluardo per la libertà d’informazione… o rimanere un insieme di belle intenzioni. Per l’Italia, già sotto la lente, questa è la prova del nove: la politica dovrà decidere se correre o restare ancorata al passato.
Riassumendo in modo colloquiale:
L’EMFA è finalmente attiva, ma… l’Italia è ferma ai blocchi di partenza. Serve uno scatto politico, altrimenti rischiamo di restare tagliati fuori e — peggio — finire sottoposti a procedure UE.
(*) Mario Sommella è l’animatore di «Un blog di Rivoluzionari Ottimisti. Quando l’ingiustizia si fa legge, ribellarsi diventa un dovere»: mariosommella.wordpress.com
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