GIANCARLO CAVALLO .. la poesia scioglie il silenzio
a cura di Sandro Sardella
il poeta ha una sorta di rigurgito circa un evento che ha sedimentato
dentro di sé .. ecco allora il poeta che sputa il rospo che diventa un
principe .. ecco il canto di Giancarlo Cavallo .. 26 tribute to the
twenty-six dead women .. disegni di Emanuela D’Andria – postfazione
di Gianluca Paciucci . Multimedia Edizioni – Salerno – 2020 ..
ho avuto l’occasione di sentire leggere questo poemetto .. una recita
corale dove il poeta sente vede vivere le sue parole ..
a Vigevano .. il 31 agosto .. al Museo Archeologico Nazionale della
Lomellina .. (una encomiabile collaborazione tra la Direzione Regionale
Musei Nazionali Lombardia e Casa della Poesia di Baronissi/Salerno) ..
ho assistito a una toccante lettura dove le voci degli editori Sergio
Jagulli e Raffaella Marzano in un intercalare ritmavano la storia dello
sbarco avvenuto il 6 novembre 2017 a Salerno .. una nave spagnola con
quattrocento persone migranti a bordo tra cui 26 cadaveri di donne
forse nigeriane tra i 14 e i 18 anni presumibilmente annegate .. e un
gruppo di lettura di donne recitavano il poemetto .. poi il poeta con
emozione si apriva raccontando l’urgenza di questo suo scrivere .. un
ricordare .. un medicare una ferita .. un parlare oltre il numero ..
strappando al silenzio .. tali orrori .. tali catastrofi dalle quali con
indifferenza .. con superiorità bianca .. con pelosa supponenza
vogliamo mascherare e nascondere ..
Giancarlo Cavallo poeticamente ostinato .. non tace !
*
Ordino
Ordino alla mia bocca di parlare
ma le mani hanno già perso la presa
e il sale ha cancellato le parole
il vento del deserto innalza onde
che affondano la nave dei pensieri
quanto ho desiderato questo mare
quanto amaro ho inghiottito nel cammino
nutrendo di speranza il nuovo mondo.
Ordino alla mia bocca di parlare
ma nessuno può ascoltare il mio dolore
vita nella vita del mio ventre muta
in morte con la morte tra le onde
l’ultimo abbraccio è un sogno maledetto
ho pagato il mio obolo a un Caronte
che mi ha venduto morte a caro prezzo
e un cielo troppo azzurro e senza stelle.
Ordino alla mia bocca di parlare
ma la mia pelle brucia e si rifiuta
di trascinarsi ancora tra i relitti
più nera della notte è la mia vita
finita prima ancora di iniziare
insieme ad altre vite sciagurate
occhi sgranati su questo finale
scritte sull’acqua povere parole.
Triste e muto corallo la mia bocca
non ho saputo, no, non ho potuto …
*
Corale
Parla per noi mare se sai parlare
parla per noi luna canta urla
perché cadono ancora troppe stelle
mille e una le notti di terrore
e nessuno che le sappia raccontare
Parla per noi parla non ti fermare.
Piangi con noi strappati i capelli
graffiati a sangue il volto urla canta
coi piedi nudi balla stracciati i vestiti
spargi fiori e profumo sul cammino
accendi un fuoco sacro e maledici
Parla per noi parla non ti fermare.
Parla per noi sabbia del deserto
parla per noi se sai parlare vento
nella lingua dei morti universale
parla non ti voltare parla forte
parla con mani giunte di preghiera
Parla per noi parla non ti fermare.
Parla con pugni chiusi di protesta
parla non ti fermare parla ancora
non stancarti di dire il dolore
non arrenderti mai non tacere
parla per mille giorni e mille ore
Parla per noi parla non ti fermare.


