In due anni morti 329 autotrasportatori

di Carlo Soricelli (*)

L’Osservatorio di Bologna Morti sul Lavoro lancia un nuovo, drammatico allarme: 329 AUTOTRASPORTATORI MORTI IN DUE ANNI

Una strage silenziosa: anziani, stanchi, precari. Il 20% aveva più di 60 anni

Di questi, 70 avevano più di 60 anni, pari a circa il 20% del totale della categoria.

Uomini costretti a guidare mezzi pesanti e pericolosi in età avanzata, spesso stanchi, affaticati, sotto pressione, con diverse patologie dovute all’età in un sistema che non tutela più né chi lavora né chi viaggia sulle strade.

La maggioranza  sono morti in incidenti stradali, ma altri sono stati trovati senza vita con la testa appoggiata sul volante, dopo aver eroicamente accostato il camion, segno evidente di collassi da fatica, stress, turni massacranti.

I NUMERI DELLA STRAGE

  • 2022: 113 autotrasportatori morti
  • 2023: 134 autotrasportatori morti
    Totale 2022–2023: 247 morti

Nel biennio successivo 2024–2025 il numero complessivo sale a 329, con un aumento del 25% rispetto ai due anni precedenti.

LE CAUSE: SCELTE POLITICHE DEVASTANTI

Questa strage non è una fatalità.
È il risultato di:

  • precariato diffuso
  • appalti e subappalti a cascata
  • tempi di consegna insostenibili
  • pressioni economiche crescenti
  • innalzamento indiscriminato dell’età pensionabile

Allungare l’età lavorativa senza distinguere tra lavori leggeri e lavori usuranti è stato un errore gravissimo.
Non si può guidare un mezzo potenzialmente letale per sé e per gli altri a un’età avanzata, dopo una vita di lavoro, senza conseguenze.

UN PERICOLO PER TUTTI

I camion sono coinvolti ogni anno in migliaia di incidenti che colpiscono anche automobilisti e cittadini innocenti.
Non sempre per colpa diretta del conducente, ma spesso per:

  • stanchezza
  • fretta imposta
  • riflessi rallentati
  • condizioni di lavoro disumane

Continuare a ignorare tutto questo significa mettere a rischio la vita di tutti.

BASTA STRAGI ANNUNCIATE

L’Osservatorio di Bologna chiede con forza:

  • il riconoscimento dell’autotrasporto come lavoro gravoso
  • uscite anticipate dal lavoro
  • il blocco dell’innalzamento indiscriminato dell’età pensionabile
  • controlli seri su appalti, turni e tempi di guida

Ogni numero è una persona.
Ogni camion fermo sul ciglio della strada è una sconfitta dello Stato.

Non possiamo più accettarlo.

(*) Carlo Soricelli dell’«Osservatorio di Bologna Morti sul Lavoro» attivo dal 1° gennaio 2008: http://cadutisullavoro.blogspot.it

 

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