Salute e autonomia differenziata: 4 Regioni fanno…

… fanno pre-accordi con Calderoli. Occhio alle trappole.

Riprendiamo un articolo di Medicina Democratica. A seguire un link per la newsletter «Diritti in salute».

Al peggio non c’è fine: le preintese sulla autonomia differenziata “scassano” ancora la sanità pubblica

I presidenti delle Regioni (esistono ancora i consigli regionali ?) di Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte hanno sottoscritto, tra il 18 e il 19 novembre 2025, delle “preintese” fotocopia con il Ministro Calderoli.

Saranno i giuristi a valutare la “consistenza” formale di tali documenti dentro il percorso della autonomia differenziata sulla quale il governo persevera nonostante i pesanti rilievi della Corte Costituzionale, qui vogliamo evidenziare alcuni aspetti che interesseranno le persone, con particolare riferimento al loro diritto alla salute visti gli interventi sulla sanità pubblica inclusi.

Il nocciolo della questione, che ricadrà sulla vita quotidiana delle persone. che tutte le Regioni (le preintese sono identiche, virgole incluse) vogliono “discrezionalità nella gestione delle risorse in ambito sanitario” specificando quali sono gli interessi particolari. Sicuramente nel caso della Lombardia, è da oltre trent’anni che questa discrezionalità è all’opera cogliendo e interpretando “estensivamente” le norme nazionali e “sperimentando” ulteriori strade, col silenzio-assenso dei governi succeduti e l’insipienza delle opposizioni.

QUI IL TESTO DELLA PRE-INTESA

https://www.medicinademocratica.org/wp/?p=18066#:~:text=I,opposizioni

 

Le Regioni in questione si sono “accordate” principalmente per :

  • definire in autonomia la gestione del sistema tariffario di rimborso, di remunerazione e di compartecipazione degli assistiti. in deroga alla normativa vigente in materia”, quindi accesso alle prestazioni diversificato regione per regione e all’interno della stessa regione.
  • definire in autonomia la programmazione degli interventi sul patrimonio edilizio e tecnologico delle aziende del sistema sanitario regionale, in deroga alla normativa vigente in materia” (quindi anche dei piani nazionali)
  • definire in autonomia l’individuazione di sistemi di governance delle aziende sanitarie e degli enti del servizio (qui non hanno utilizzato il temine “sistema”, ndr) anche mediante l’istituzione e la gestione dei fondi sanitari integrativi” e qui emerge il ruolo apripista e d “esemplare” della DGR  lombarda sulla “super intramoenia” DALLA MUTUA LA SALUTE NON AVRAI ANCHE SE LA MUTUA PAGHERAI – Medicina DemocraticaMedicina Democratica
  • allocare le risorse tra i diversi ambiti e finalità della medesima, in deroga ai vincoli di spesa specifici per le politiche di gestione della spesa sanitaria”.

A quest’ultimo proposito si rammenta la costante segnalazione della Corte dei Conti regionale in Lombardia  : ” Anche i residui attivi della gestione di competenza (EC) sono i più alti del quinquennio, con il risultato complessivo di quasi 11 miliardi di residui finali al 31 dicembre 2024. Si tratta, come ripetuto anche nelle precedenti relazioni, di una delle grandezze oggetto di maggiore attenzione da parte della Sezione, ….per la dimensione dell’aggregato, che suggerisce la mancata effettiva destinazione del finanziamento sanitario agli obiettivi di salute cui è vincolato” (relazione 2025 per il bilancio 2024).

In soldoni dal 2020 al 2024 la Lombardia ha accumulato 11 miliardi versati dal Fondo Sanitario Nazionale e non utilizzati per gli obiettivi di salute, questa realtà non è sufficientemente chiara e conosciuta da far arrabbiare i lombardi in fila a bibliche liste d’attesa anche per i mancati investimenti in sanità pur avendo “i soldi”.

Questo è il tesoretto (anzi tesorone) su cui il governo della Lombardia vuole “discrezionalmente” mettere le mani spostando risorse altrove, a piacere, rispetto ai capitoli previsti nelle decisioni delle leggi finanziarie all’interno del Fondo Sanitario Nazionale.

Qualcuno pensa ancora che dentro queste proposte, che sono il cuore della autonomia differenziata, si nasconda o possa “nascere” una autonomia differenziata “buona” che porti un universale (a livello  regionale, mi scuso del paradosso) beneficio alle persone ?

L’ultima spiaggia è ancora la Corte Costituzionale ?

I partiti di opposizione hanno qualche idea o almeno hanno intenzione di segnalare la loro esistenza e una chiara e netta opposizione o aspettano di essere chiamati a un tavolo con la maggioranza per una autonomia differenziata con qualche aggiustamento secondario ?

Come Medicina Democratica lombarda riteniamo che il contrasto ai contenuti delle preintese, a partire dagli aspetti relativa alla sanità, sono un tutt’uno con la denuncia e la mobilitazione contro la privatizzazione della sanità lombarda, da ultimo con lo scossone che rischia di essere definitivo della “super intramoenia”.

a cura di Marco Caldiroli

Diritti in Salute – n. 39, 22 novembre 2025

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