Schiavismo e «lavoricidio»
articoli di Umberto Franchi e Carlo Soricelli
LO SCHIAVISMO DEGLI ORARI DI LAVORO E DELLE DISUGUAGLIANZE SOCIALI: LO STATO ILLIBERALE .
di Umberto Franchi
Vi ricordate quella canzone che agli inizi del 900 cantavano “le Mondine”? Diceva: «e se 8 ore vi sembran poche provate voi a lavorar e proverete la differenza tra il lavorare e il comandare».
Agli inizi del 900 l’orario medio di lavoro era di 10/12 ore giornaliere su 6 giorni settimanali. Con le lotte fatte soprattutto durante il biennio rosso 1919/20 furono ottenute 8 ore di lavoro giornaliero per 48 ore settimanali compensati da incrementi economici consistenti. La canzone veniva cantata anche durante l’autunno caldo del 1969/7 , dove fu conquistata la settimana corta con 40 ore settimanali pagate 48.
Successivamente , negli anni 90 ed inizi degli anni 2000 , In Italia ,Germania, Francia , Inghilterra, spagna , Grecia ecc. sono state fatte battaglie per ridurre l’orario settimanale da 40 a 35 ore pagate 40 .
In merito agli orari di lavoro, in Italia in alcuni contratti abbiamo ottenuto l’orario settimanale di 37,45 come in Italia quello dei chimici; in Francia ed in Germania le 35 settimanali (in Francia per legge) e si continuano ad effettuare richieste per arrivare alle 32 ore pagate 40; in Inghilterra in media di 37 ore settimanali; in Spagna sono 38,8 ore; in Grecia 39,8 ore settimanali.
I motivi delle lotte per ridurre l’orario di lavoro fino all’introduzione della settimana lavorativa di 4 giorni e 32 ore pagate 40, riguardano due aspetti fondamentali : la necessità di incrementare l’occupazione giovanile che in Italia oggi è del 28,33%; e la necessità di migliorare la qualità della vita dei lavoratori attraverso più tempo libero da dedicare alla cultura, all’impegno politico, allo svago, sport, amore, ecc…
Ora in Europa , ma anche e soprattutto in Italia riemerge lo schiavismo nel lavoro.
Di quale schiavismo parliamo ?
Ilg overno di destra Greco guidato da Kyriakos Mitsotakis, per la prima volta in Europa, ha fatto approvare una legge che permette di allungare la giornata lavorativa fino a 13 ore con un incremento salariale sugli straordinari del 40% e per 37 giorni all’anno con un massimo di 150 ore di lavoro straordinario. In Grecia la nona ora di lavoro è considerata supplementare e viene pagata con un incremento del 15%. Quindi le ore in più che vengono svolte “volontariamente” supplementari o straordinarie , sono circa 200 l’anno.
Quale considerazioni dobbiamo fare ?
Prima considerazione:
Perché in Europa è possibile fare una legge come quella greca ?
Risposta: perché la borghesia imprenditoriale spaventata dalle lotte sviluppate in diversi Paesi per ridurre gli orari di lavoro, nel 2003 chiese aiuto all’UE e nel novembre del 2003 fu emanata una Direttiva Europea , che (fermo restando la contrattazione sindacale) fissa un tetto medio lavorativo di 48 ore settimanali ed “impone” 11 ore di riposo ogni 24 , nonché un giorno di riposo a settimana.
In sostanza la Direttiva n. 88 del 2003 CE, non è a favore dei lavoratori ma al contrario , da la possibilità agli imprenditori , attraverso i vari governi Europei di fare leggi con orari di lavoro flessibili, per determinati periodi fino a 13 ore a patto che nella media annua non si superano la 48 ore settimanali. … Quindi un salto indietro rispetto alla contrattazione sindacale esistente in Europa nei vari contratti di lavoro.
Inoltre in Italia sempre nel 2003, è stato fatto il Decreto Legislativo n. 66/2003 che consente fino a 250 ore di straordinario annue salvo diversa contrattazione. Quindi siamo dentro il cappello della Direttiva UE con le 48 ore di media… dentro la stessa cornice greca.
La “legge schiavitù” come viene chiamata in Grecia dà la possibilità ai datori di lavoro di concordare individualmente con il lavoratore orari fino a 13 ore giornaliere per 37 giorni l’anno e giustamente i sindacati di quel Paese la chiamano “legge schiavitù”. Ma anche in Italia la flessibilità non è molta diversa da quella greca.
In Italia, nei diversi settori dell’industria, artigianato e commercio , sono previste fino a 2 ore giornaliere e massimo 8 ore di straordinari settimanali fino a 200/250 ore l’anno, con incrementi per le ore straordinarie tra il 20%/30%.
Seconda considerazione sulle disuguaglianze.
Esse aumentano in modo vergognoso e con manager che guadagnano fino a 500/1000 volte quello che guadagna un operaio, mentre i salari restano volutamente bassi.
Faccio alcuni esempi:
l’Amministratore Delegato dell’Enel guadagna 300.000 al mese , 3,6 milioni di euro l’anno, mentre ad un operaio per guadagnare 3,6 milioni gli servirebbero 145 anni di lavoro; Stessa cifra guadagna l’amministratore Delegato di Poste Italiane.
L’amministratore Delegato dell’ENI guadagna circa 500.000 euro al mese, 5,85 milioni l’anno. Ad un operaio per guadagnare quello che lui guadagna in un anno dovrebbe lavorare per 240 anni.
L’amministratore delegato di STELLANTIS Taveres nel 2023 percepiva 13,5 milioni di euro l’anno, nel 2024 23,5 milioni. Un operaio per guadagnare la stessa cifra dovrebbe lavorare 1.000 anni.
Inoltre il 10% degli Italiani detiene il 60% di tutta la ricchezza esistente. 3 anni fa era il 55%.
Ma in Italia la situazione sociale è disastrosa: vi sono 6 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 1.000 euro al mese ; altre 3 milioni di persone che sono sotto la soglia di povertà assoluta che è di 569,56 euro al mese.
Il 54% delle pensioni erogate in Italia sono inferiori a 1.000 euro al mese; vi sono anche circa altri 3 milioni di lavoratori precari con contratti pirata che guadagnano meno di 5 euro l’ora.
I salari reali in talia negli ulti 6 anni (3 di governo Meloni) hanno perso il 20% del potere d’acquisto e sono i più bassi d’Europa . Un lavoratore Italiano percepisce in media 420 ero in meno al mese di un operaio di altri operai europei. Mentre in tutti i Paesi Europei negli ultimi 30 anni i salari sono aumentati dal 50% al 150% , in Italia, in modo vergognoso, gli stipendi sono inferiori del 3% perfino a quelli percepiti oltre 30 anni fa.
Terza considerazione .
Ora è evidente che in Europa e soprattutto in Italia , lo schiavismo non è solo legato a fatto che in Grecia hanno fatto una legge che permette di far lavorare fino a 13 ore giornaliere… ma è schiavismo anche e soprattutto togliere risorse ai poveri per darle ai ricchi aumentando le disuguaglianze , dare paghe e pensioni basse, di fame… perché i ceti subordinati, con i pochi soldi che guadagnano , non c’è la fanno ad arrivare a fine mese e sono obbligati in questo modo a lavorare 10 o 13 ore al giorno effettuando gli straordinari “volontari”, mentre i pensionati cercano di svolgere lavori a nero.
Quindi oggi cosa vuol dire schiavismo ?
Già 2.000 anni fa , gli schiavi dei Romani avevano vitto e alloggio e vivevano una vita di sussistenza anche se di pessima qualità , con la mancanza di libertà e diritti.
Certo non si può dire che oggi i lavoratori italiani siano come erano gli schiavi di 2.000 anni fa , ma sicuramente possiamo affermare che la loro condizione di lavoro si avvicina alle condizioni di schiavismo.
Che libertà ha un operaio di rifiutare un lavoro a rischio quando non essendoci più l’art, 18 dello Statuto dei Lavoratori, il padrone può dirgli : “lavora come ti comando anche senza sicurezze, altrimenti lì c’è il cancello e ti licenzio”?
Che libertà ha una lavoratrice che non arriva a fine mese e per pagare l’affitto deve per forza fare straordinari altrimenti gli fanno lo sfratto?
Che libertà ha un lavoratore precario o assunto con il “caporalato” per 5 euro l’ora ?
Che libertà ha un cittadino medio/povero , che per fare una visita specialistica o un esame in una struttura sanitaria pubblica, deve aspettare anche un anno ?
Che libertà hanno i lavoratori dipendenti costretti a pagare dal 23% al 43% di tasse sul proprio stipendio , complessivamente l’80% delle entrate IRPEF dello Stato, mentre ai ricchi autonomi gli fanno pagare una tassa (flat tax) di solo il 15% ? e se non pagano gli fanno il condono ?
Quarta considerazione
La cosa più strana, sta nel fatto che oggi sentiamo invocare e parlare di diritto alla libertà, il padronato che sfrutta i lavoratori e quelle forze politiche che sono al governo le quali quasi sempre su richiesta delle Associazioni padronali, hanno permesso e permettono con le loro leggi , di fare sfruttare al massimo i lavoratori, di farne morire sul lavoro fino a 1.400 l’anno, di non farli curare a causa dei tagli alla sanità pubblica, di farli ammalare di malattie professionali, di impedirgli di lottare e reprimerli con le loro leggi come quella n. 1660, che stabilisce che chi lavora pe ottenere diritti e salari, se fanno, scioperi, picchetti blocchi stradali, o manifestano contro le grandi opere pubbliche, rischiano fino a 20 anni di galera.
La verità è che lor signori che detengono il potere di governo e quello economico e finanziario, parlano di libertà , pensando che la libertà sia quella di poter sfruttare, rubare, corrompere, speculare, evadere il fisco a loro piacimento. E per poter fare tutto ciò “liberamente” oltre a reprimere chi protesta e lotta, fanno fare attentati a giornalisti che fanno inchieste a loro scomode come è avvenuto a Ranucci, mettono il bavaglio alla stampa la quale non può pubblicare le intercettazioni dei ladri, corrotti e corruttori… ed hanno fatto “la riforma della giustizia” che in attesa di mettere i Giudici sotto il controllo del governo con “la separazione delle carriere” , intanto hanno stabilito che il Giudice deve avvisare almeno 5 giorni prima del suo arresto il corrotto, il ladro, il corruttore, il pregiudicato, affinché si metta in salvo scappando.
Ora in questo contesto la destra che governa , prima delle ultime elezioni aveva promesso :
- Che avrebbe diminuito le tasse ai lavoratori dipendenti ed invece quei miseri aumenti dati per cercare di recuperare in parte l’inflazione, spesso fanno scattare le aliquote irpef più alte è e i lavoratori finiscono per pagare una pressione fiscale complessiva più alta del 42,5% nel 2024, con un incremento dell’1,3% rispetto al 2023. Spesso si verifica che chi ha un reddito dipendente , finisce per pagare più tasse anche rispetto agli aumenti che percepiscono … mentre il governo con la Meloni invece che rimborsare il fiscal drag a chi lavora, (da perfetta ignorante) sostiene che le tasse aumentano perché aumentano i lavoratori occupati.
- Prima delle elezioni la destra aveva detto che era una vergogna far pagare a cittadini l’accise sulla benzina e l’avrebbero tolta mentre nell’ultima finanziaria l’hanno aumentata;
- Che avrebbero abolito la legge sulle pensioni Fornero, ed invece l’hanno peggiorata e per andare in pensioni ci vorranno 67,3 anni;
- Avevano detto che avrebbero portato le pensioni minime da 600,16 euro a 1.000 euro mensili ed invece le hanno portate a 603,19 euro mensili con un aumento di 3 ero al mese;
- Avevano detto che avrebbero abolito il canone televisivo, ed invece l’hanno aumentato da 70 a 90 euro l’anno, mettendolo sulla bolletta della luce affinché lo paghino tutti;
- Avevano detto che avrebbero ridotto il prezzo del gas invece l’hanno aumentato.
Ma il governo nell’ultima finanziaria in discussione al Parlamento, ha anche alzato le spese per armamenti del 7,5% rispetto al 2024, portando la cifra complessiva a 31,5 miliardi l’anno;
hanno ridotto i finanziamenti alla sanità pubblica: diminuirà del 6,6% nel 2025 con ulteriori gravi disagi ai cittadini italiani.
Per l’anno 2025/26 nella scuola pubblica sono previsti tagli per 5.660 docenti e 2.174 di personale ATA , con grave danno per gli studenti soprattutto per i diversamente abili che non avranno insegnanti di sostegno a sufficienza.
C’è da dire infine che sulla Finanziaria il governo non litiga per migliorarla, ma affinché i ricchi borghesi bancari che hanno fatto utili di 112 miliardi non paghino nemmeno i 5 miliardi richiesti .
Che fare allora ?
A mio parere lo «Stato sociale» fondato sul compromesso tra capitale e lavoro, mediato dallo Stato, è andato gradualmente esaurendosi con i governanti che oggi sono divenuti sostanzialmente pedine dei detentori del potere economico e finanziario. Con le leggi da loro fatte e con le privatizzazioni delle aziende statali sono divenuti esecutori degli interessi del capitale. Inoltre lo Stato-Nazione , ha perso la sua sovranità ed è in mano ad organismi transnazionali lobbie ed oligarchie che hanno imposto lo smantellamento dello Stato Sociale ed oggi gestiscono il mercato Mondiale fuori da ogni controllo politico .
E’ in questo contesto che in Italia si sono sviluppati i social , con gli organi di stampa, di mediatizzazione, spettacolarizzazione, personalizzazione , con un martellamento ideologico con al centro la bontà della loro libertà che si chiama liberismo. Una libertà che rispetto alla libera informazione ci vede collocati al 49° nel Mondo, fino al punto che il garante dell’autorità alla privacy in quota Fdi va a chiedere alla sorella Meloni cosa deve fare a Ranucci (di Report) per poi multarlo di 150.000 euro.
In questa realtà vediamo che oggi vanno a votare meno del 50% dei cittadini italiani in quanto del tutto sfiduciati… ma vediamo anche che nonostante i danni commessi in tre anni di governo, la destra Meloni & co. continua ad avere un alto consenso, circa lo stesso di quando sono andati al governo.
Significa che gran parte della popolazione che non sa più discernere il vero dal falso, il giusto e lo sbagliato, il male e il bene, lo sfruttatore e lo sfruttato….
Io credo che oggi viviamo i una società Post-democratica divenuta illiberale. Per questo dobbiamo prendere atto della realtà. Non credo che alle prossime elezioni sia possibile cambiare con il voto… nemmeno con il cosi-detto “campo largo”.
Come è possibile allora rimotivare le classi subalterne ?
Il movimento che si è sviluppato sulla pace in Palestina è importate ma non basta. E’ necessario che in Italia si sviluppi con carattere di continuità un forte movimento vertenziale sulle questioni sociali (pensioni, salute, scuola)sui salari, orari, sui diritti, scala mobile con il recupero automatico del valore dei salar i rispetto all’inflazione .
Per fare questo , anche se sono importanti non bastano le manifestazioni per la pace, non basta la manifestazione fatta dalla CGIL a Roma… e nemmeno promuovere un altro sciopero generale.
A mio parere è necessario che la CGIL promuova una vera vertenza.
In questo contesto storico, il metodo diventa anche merito. Penso che la CGIL dovrebbe elaborare una vera piattaforma rivendicativa sui suddetti contenuti sopra menzionati , da discutere , emendare e fare approvare dai lavoratori nelle assemblee e successivamente aprire un confronto con il padronato ed il governo , promuovendo scioperi articolati e generali fino a quando non verrà firmato una accordo discusso ed approvato sempre nelle assemblee dei lavoratori.
Solo così sarà possibile fare rinascere la fiducia dei ceti subordinati , la crescita e consapevolezza delle realtà l’impegno civile e culturale, ed anche la volontà di tornare a votare per cercare di cambiare anche con lo strumento del voto elettorale.
Umberto Franchi 30 ottobre 2025
«» I M M A G
Il «lavoricidio» continua
di Carlo Soricelli (*)
Spaventoso aumento del 22% a ottobre 2025 rispetto a ottobre 2024
124 morti sui luoghi di lavoro nell’ottobre 2025 (senza itinere)
97 morti sui luoghi di lavoro nell’ottobre 2024 (senza itinere)
Nei primi 10 mesi del 2025 sono stati 888 i morti sui luoghi di lavoro, l’ultimo ieri è stato un poliziotto morto in un incidente, un morto che sparirà dalle statistiche avendo un’assicurazione delle Forze Armate e non dell’INAIL, i morti sui luoghi di lavoro erano il 31 ottobre del 2024 877, un piccolo aumento dell’1,2%, ma ricordo che il 2024 è stato l’anno più nefasto quando ho aperto l’Osservatorio il 1° gennaio 2008
La guerra del lavoro dal 1° gennaio al 31 ottobre 2025
Dall’inizio del 2025, ogni 24 ore muoiono più di quattro lavoratori, compresi sabati e domeniche.
Alla sera del 31 ottobre 2025, sono stati 1.260 i lavoratori morti (dato parziale), compresi i decessi in itinere e quelli per Karoshi — parola giapponese che significa “morte per superlavoro”.
Tra loro figurano anche dirigenti, impiegati, medici, infermieri, camionisti, spesso stroncati da infarti o malori improvvisi. Impressionante il numero di camionisti trovati morti nei parcheggi autostradali o con il camion accostato ai bordi della strada, talvolta dopo aver causato incidenti che coinvolgono altri automobilisti.
CHI VI PARLA DI CALI O DI STABILITÀ NEL NUMERO DELLE MORTI VI MENTE SAPENDO DI MENTIRE, perché una parte consistente di queste vittime viene esclusa dalle statistiche ufficiali, con la scusa che “non sono di competenza INAIL”.
Un dato agghiacciante:
- 143 lavoratori morti avevano tra 61 e 69 anni.
- 189 avevano più di 70 anni.
Insieme rappresentano il 37% delle morti sui luoghi di lavoro.
Una statistica che fa paura a chi conserva ancora un minimo di umanità.
Non temo smentite e sono disponibile a un confronto con chi contesta il mio monitoraggio. Ma vigliaccamente nessuno lo fa, perché sanno che non racconto frottole: chi lo fa nasconde solo la mano assassina e i suoi interessi.
Leggi come il Jobs Act e gli appalti a cascata sono tra i principali responsabili di questo incremento di morti.
Nell’edilizia, i decessi sono aumentati del 15% dopo l’introduzione della legge Salvini del 2023 chiamata appalti a cascata, una norma disumana.
Molti perdono il lavoro in tarda età, e con il continuo allungamento dell’età pensionabile — che questo ministro promette di abolire a ogni elezione, per poi dimenticarsene una volta presa la poltrona — si trovano costretti a lavorare fino allo stremo o già pensionati con delle pensioni da fame che li costringe a lavorare in nero per sopravvivere.
Non fare distinzioni tra chi svolge lavori pericolosi e chi no in tarda età è stato criminale:
non si può pretendere che un anziano, con riflessi rallentati, vista e udito calati, acciacchi e stanchezza, lavori su macchinari e mezzi pericolosi per se e per gli altri come nell’autotrasporto, dove quest’anno sono morti già 110 autotrasportatori.
Le donne muoiono numerosissime in itinere, spesso per la fretta e la stanchezza.
Le ultime due in questi giorni: sono Mariarosa Cavò (nella foto allegata e Marina Caldarus, la prima all’alba è morta solo due giorni fa fa mentre si recava all’alba al lavoro in un bar, la seconda si è scontrata con una corriera mentre andava a lavorare.
Sono molte di più di 100 le donne che muoiono sul lavoro ogni anno, soprattutto in itinere.
Allucinante registrare anche quest’anno 129 agricoltori schiacciati dal trattore e non sentire neppure una parola dal Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida in allegato l’opera “sotta a chi tocca” dove si vede una fila interminabile di trattori che arrivano al “traguardo”
Come non restare colpiti dalla storia di Mounir Dhayba, immigrato morto dopo oltre due anni di coma irreversibile.
Il giorno della tragedia, Dhayba era stato colpito alla testa durante l’estrazione di minerale con esplosivo: un masso aveva spaccato il casco, facendolo entrare in coma.
Tra i lavoratori sotto i 60 anni, il 30% delle vittime sui luoghi di lavoro sono stranieri.
In allegato, trovate le tabelle aggiornate con la situazione reale nelle regioni e province italiane, senza trucchi né colori.
Le cause politiche e normative dell’aumento dei morti sul lavoro
- Jobs Act: dall’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (2015), l’aumento dei morti sul lavoro è stato del 43%.
- Appalti a cascata: la legge voluta dal ministro Salvini, entrata in vigore nel giugno 2023, ha causato un ulteriore aumento del 15% dei decessi, soprattutto in edilizia e anche negli appalti pubblici.
Le grandi tragedie recenti dovute a una nuova forma di caporalato
- Brandizzo (Ferrovie dello Stato)
- Suviana (Enel)
- Calenzano (ENI)
- Esselunga di Firenze (16 febbraio 2024): 5 operai morti in un cantiere con 49 aziende subappaltatrici.
Alcuni dati allarmanti
- Il 32% delle vittime è costituito da lavoratori stranieri regolari.
A loro andrebbe riconosciuta la cittadinanza italiana dopo 5 anni, non ai clandestini come hanno sostenuto certi “disertori delle urne” e i partiti degli stranieri “brutti e cattivi” che muoiono al posto nostro facendo i lavori più umili e pericolosi. - Molti lavoratori del Sud Italia muoiono in trasferta in altre regioni del centronord.
- Le donne muoiono meno sui luoghi di lavoro, ma quasi quanto gli uomini in itinere in rapporto al numero degli addetti , spesso a causa di fretta e stanchezza nel conciliare lavoro e famiglia.
Proposte per la sicurezza e l’equità sociale
- Introdurre per legge la flessibilità in entrata e uscita dal lavoro, per tutelare la salute psico-fisica, in particolare delle madri lavoratrici.
- Contrastare il crollo della natalità, che è in buona parte causato dal “martirio” quotidiano delle donne con figli che lavorano.
- Lo Stato e gli enti locali dovrebbero riservare parte dei posti di lavoro alle donne con figli, come misura concreta di sostegno alla genitorialità.
Carlo SoricelliSpaventoso aumento del 22% a ottobre 2025 rispetto a ottobre 2024
124 morti sui luoghi di lavoro nell’ottobre 2025 (senza itinere
97 morti sui luoghi di lavoro nell’ottobre 2024 (senza itinere)
Nei primi 10 mesi del 2025 sono stati 888 i morti sui luoghi di lavoro, l’ultimo ieri è stato un poliziotto morto in un incidente, un morto che sparirà dalle statistiche avendo un’assicurazione delle Forze Armate, erano il 31 ottobre del 2024 877, un piccolo aumento dell’1,2%, ma ricordo che il 2024 è stato l’anno piuù nefasto quando ho aperto l’Osservatorio il 1° gennaio 2008
La guerra del lavoro dal 1° gennaio al 31 ottobre 2025
Dall’inizio del 2025, ogni 24 ore muoiono più di quattro lavoratori, compresi sabati e domeniche.
Alla sera del 31 ottobre 2025, sono stati 1.260 i lavoratori morti (dato parziale), compresi i decessi in itinere e quelli per Karoshi — parola giapponese che significa “morte per superlavoro”.
Tra loro figurano anche dirigenti, impiegati, medici, infermieri, camionisti, spesso stroncati da infarti o malori improvvisi. Impressionante il numero di camionisti trovati morti nei parcheggi autostradali o con il camion accostato ai bordi della strada, talvolta dopo aver causato incidenti che coinvolgono altri automobilisti.
Dei 1.259 morti, 888 sono deceduti sui luoghi di lavoro (esclusi i morti in itinere).
CHI VI PARLA DI CALI O DI STABILITÀ NEL NUMERO DELLE MORTI VI MENTE SAPENDO DI MENTIRE, perché una parte consistente di queste vittime viene esclusa dalle statistiche ufficiali, con la scusa che “non sono di competenza INAIL”.
Un dato agghiacciante:
- 143 lavoratori morti avevano tra 61 e 69 anni.
- 189 avevano più di 70 anni.
Insieme rappresentano il 37% delle morti sui luoghi di lavoro.
Una statistica che fa paura a chi conserva ancora un minimo di umanità.
Non temo smentite e sono disponibile a un confronto con chi contesta il mio monitoraggio. Ma vigliaccamente nessuno lo fa, perché sanno che non racconto frottole: chi lo fa nasconde solo la mano assassina.
Leggi come il Jobs Act e gli appalti a cascata sono tra i principali responsabili di questo incremento di morti.
Nell’edilizia, i decessi sono aumentati del 15% dopo l’introduzione della legge Salvini del 2023 chimata appalti a cascata, una norma disumana.
Molti perdono il lavoro in tarda età, e con il continuo allungamento dell’età pensionabile — che questo ministro promette di abolire a ogni elezione, per poi dimenticarsene una volta presa la poltrona — si trovano costretti a lavorare fino allo stremo.
Non fare distinzioni tra chi svolge lavori pericolosi e chi no in tarda età è stato criminale:
non si può pretendere che un anziano, con riflessi rallentati, vista e udito calati, acciacchi e stanchezza, lavori su macchinari e mezzi pericolosi per se e gli altri come nell’autotrasporto, dove quest’anno sono morti già 110 autotrasportatori.
Le donne muoiono numerosissime in itinere, spesso per la fretta e la stanchezza.
Le ultime due in questi giorni: sono Mariarosa Cavò (nella foto allegata e Marina Caldarus, la prima all’alba è morta solo due giorni fa fa mentre si recava all’alba al lavoro in un bar, la seconda si è scontrata con una corriera.
Sono più di 100 le donne che muoiono sul lavoro ogni anno, soprattutto in itinere.
Allucinante registrare anche quest’anno 129 agricoltori schiacciati dal trattore e non sentire neppure una parola dal Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida in allegato l’opera “sotta a chi tocca”
Come non restare colpiti dalla storia di Mounir Dhayba, immigrato morto dopo oltre due anni di coma irreversibile.
Il giorno della tragedia, Dhayba era stato colpito alla testa durante l’estrazione di minerale con esplosivo: un masso aveva spaccato il casco, facendolo entrare in coma.
Tra i lavoratori sotto i 60 anni, il 30% delle vittime sui luoghi di lavoro sono stranieri.
In allegato, trovate le tabelle aggiornate con la situazione reale nelle regioni e province italiane, senza trucchi né colori.
Le cause politiche e normative dell’aumento dei morti sul lavoro
- Jobs Act: dall’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (2015), l’aumento dei morti sul lavoro è stato del 43%.
- Appalti a cascata: la legge voluta dal ministro Salvini, entrata in vigore nel giugno 2023, ha causato un ulteriore aumento del 15% dei decessi, soprattutto in edilizia e anche negli appalti pubblici.
Le grandi tragedie recenti
- Brandizzo (Ferrovie dello Stato)
- Suviana (Enel)
- Calenzano (ENI)
- Esselunga di Firenze (16 febbraio 2024): 5 operai morti in un cantiere con 49 aziende subappaltatrici.
Alcuni dati allarmanti
- Il 32% delle vittime è costituito da lavoratori stranieri regolari.
A loro andrebbe riconosciuta la cittadinanza italiana dopo 5 anni, non ai clandestini come hanno sostenuto certi “disertori delle urne” e i partiti degli stranieri “brutti e cattivi” che muoiono al posto nostro facendo i lavori più umili e pericolosi. - Molti lavoratori del Sud Italia muoiono in trasferta in altre regioni.
- Le donne muoiono meno sui luoghi di lavoro, ma quasi quanto gli uomini in itinere in rapporto al numero degli addetti , spesso a causa di fretta e stanchezza nel conciliare lavoro e famiglia.
Proposte per la sicurezza e l’equità sociale
- Introdurre per legge la flessibilità in entrata e uscita dal lavoro, per tutelare la salute psico-fisica, in particolare delle madri lavoratrici.
- Contrastare il crollo della natalità, che è in buona parte causato dal “martirio” quotidiano delle donne con figli che lavorano.
- Lo Stato e gli enti locali dovrebbero riservare parte dei posti di lavoro alle donne con figli, come misura concreta di sostegno alla genitorialità.
(*) Carlo Soricelli è curatore dell’Osservatorio Nazionale di Bologna Morti sul Lavoro: http://cadutisullavoro.blogspot.itL’«Osservatorio di Bologna morti sul lavoro» è stato aperto il 1° gennaio 2008 a seguito della strage della Thyssenkrupp di Torino. E’ il primo osservatorio nato in Italia (e ancora l’unico) che monitora e registra tutti i morti sul lavoro in Italia anche quelli che non dispongono di un’Assicurazione (morti in nero) o che ne hanno una diversa da INAIL Una voce fuori dal coro minimalista su queste tragedie
La guerra del lavoro – Report morti sul lavoro dal 1° gennaio al 30ottobre
NOTA BENE I MORTI IN ITINERE VENGONO AGGIORNATI OGNI TANTO MENTRE I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO OGNI GIORNO
MORTI I SUI LUOGHI DI LAVORO NELLE REGIONI E PROVINCE (itinere parziale). N.B i morti sono segnalati nelle Province e Regioni dove c’è stata la tragedia e non in quella di residenza della vittima: sono centinaia i morti in province e regioni diverse da quelle di residenza, a carico della Regione (provincia no) ci sono anche gli autotrasportatori morti in autostrada
LOMBARDIA 100 sui luoghi di lavoro 138 con itinere Milano 20 Bergamo 15 Brescia 21 Como 8 Cremona 6 Lecco 1 Lodi 4 Mantova 7 Monza Brianza 7 Pavia 4 Sondrio 4 Varese 4
VENETO 87 sui luoghi di lavoro con itinere 112 Venezia 13 Belluno 7 Padova 12 Rovigo 7 Treviso 12 Verona 9 Vicenza 16
CAMPANIA 83 sui luoghi di lavoro 108 con itinere Napoli 27 Avellino 3 Benevento 9 Caserta 23 Salerno 18
EMILIA ROMAGNA 73 sui luoghi di lavoro diventano 95 con itinere Bologna 10 Piacenza 9 Parma 6 Reggio Emilia 12 Modena 7 Ferrara 4 Forlì Cesena 6 Ravenna 7 Rimini 5
TOSCANA 58 sui luoghi di lavoro 73 con itinere Firenze 9 Arezzo 7 Grosseto 3 Livorno 4 Lucca 6 Massa Carrara 5 Pisa 6 Pistoia 7 Siena 3 Prato 1
SICILIA 61 sui luoghi di lavoro con l’itinere 79 Palermo 18 Agrigento 8 Caltanissetta 4 Catania 10 Enna 1 Ragusa 5 Siracusa 6 Trapani 3 Messina 4
PUGLIA 63 sui luoghi di lavoro con itinere 82 Bari 18 BAT 6 Brindisi 12 Foggia 9 Lecce 9 Taranto 6
ABRUZZO 36 sui luoghi di lavoro 47 con itinere L’Aquila 6 Chieti 10 Pescara 5 Teramo 12
PIEMONTE 45 sui luoghi di lavoro che diventano 59 con l’itinere Torino 17 Alessandria 5 Asti 1 Biella 4 Cuneo 9 Novara 3 Verbano-Cusio-Ossola 2 Vercelli
LAZIO 61 sui luoghi di lavoro con itinere 87 Roma 33 Viterbo Frosinone 12 Latina 6 Rieti 4
LIGURIA 34 sui luoghi di lavoro 46 con itinere Genova 10 Imperia 8 La Spezia 4 Savona 10
TRENTINO ALTO ADIGE 22 sui luoghi di lavoro 28 con itinere Bolzano 9 Trento 11
UMBRIA sui luoghi di lavoro 13 con itinere 17 Perugia 9 Terni 1
SARDEGNA 20 sui luoghi di lavoro con itinere 29 Cagliari 4 Sud Sardegna 3 Nuoro 4 Oristano 2 Sassari 7
CALABRIA 26 sui luoghi di lavoro 40 con itinere Catanzaro 7 Cosenza 11 Crotone Reggio Calabria 5 Vibo Valentia 3
MARCHE 27 sui luoghi di lavoro con itinere 40 Ancona 6 Macerata 6 Fermo 2 Pesaro-Urbino 2 Ascoli Piceno 8
FRIULI VENEZIA GIULIA 18 si sui luoghi di lavoro con itinere 26 Pordenone 8 Triste 2 Udine 7 Gorizia
BASILICATA 11 sui luoghi di lavoro con itinere 15 Potenza 6 Matera 5
MOLISE totali sui luoghi di lavoro 4 con itinere 5 Campobasso 3 Isernia 1
VALLE D’AOSTA totali sui luoghi di lavoro 3
129 gli schiacciati dal trattore e alcuni altri mezzi agricoli nel 2024 sono stati 143
110 gli autotrasportatori e autotrasportatrici
104 morti di Karoschi (di fatica per stress e eccessivo lavoro)
70 i morti in infortuni domestici soprattutto per scoppi e incendi in casa coni persone sole
17 potatura alberi
il 37,5% sono ultra sessantenni
Gli stranieri sotto i 65 anni sui luoghi di lavoro, tra pochi anni saranno la maggioranza
LA STIMA DEI LAVORATORI NON ASSICURATI INAIL ammonta complessivamente a circa 4,0 milioni, di cui (dati espressi in migliaia di addetti):
Forze armate 179
Forze di polizia 307
Corpo nazionale dei vigili del fuoco 42
Dirigenti e impiegati dell’agricoltura 38
Giornalisti 42
Amministratori locali eletti 129
Personale di volo (iscritto alla Gente dell’Aria)112
Volontari della Croce Rossa Italiana 170
Liberi professionisti (compresi medici e infermieri) 1.300
Commercianti titolari di impresa 1.700
Medici di medicina generale o di famiglia e medici
Guardie mediche
