Scordata: 9 aprile 1976

Se ne va Phil Ochs, ci insegnò che è «solo per caso»  

di d. b. (*)

Musicista, giornalista, soprattutto militante. Passava dal registro ironico a quello drammatico con grande efficacia. Nel lungo «sessantotto Usa» (che in realtà era cominciato almeno due anni prima) fu una presenza costante, un punto di riferimento. Alcune sue canzoni – quasi sconosciute in Italia – nell’altra America che lottava contro l’Amerika erano sulla bocca di tutti, alla pari con quelle di Bob Dylan (ben diverso da quello di oggi) e di Joan Baez (lei invece non è passata dall’altra parte).

Ochs si è ucciso il 9 aprile del 1976: “era entrato in depressione e beveva sempre più” è la versione ufficiale. Probabilmente andò così ma c’è chi ricorda quanti militanti di quegli anni furono presi di mira in tutti i modi da Fbi, Cia e sbirri di ogni tipo per spingerli verso la pazzia e talvolta (come sappiamo dai documenti «segretati») inscenando un falso suicidio o un falso incidente stradale.

Di lui ci restano molte canzoni, alcune cantate ancora oggi in Usa nelle manifestazioni. La più bella, a mio giudizio, è «There But For Fortune» – cioè «Solo per caso»; eccola nella traduzione italiana di Riccardo Venturi:
«Fammi vedere una prigione, fammi vedere una galera,
Fammi vedere un prigioniero con la faccia impallidita
E io ti farò vedere un ragazzo, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel ragazzo non sia io o te, io e te.

Fammi vedere il vicolo, fammi vedere il treno,
Fammi vedere il vagabondo che dorme fuori, sotto la pioggia,
E io ti farò vedere un ragazzo, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel ragazzo non sia io o te, io e te.

Fammi vedere le macchie di whisky sul pavimento,
Fammi vedere l’ubriaco che inciampa fuori dalla porta,
E io ti farò vedere un ragazzo, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel ragazzo non sia io o te, io e te.

Fammi vedere la carestia, fammi vedere la debolezza,
Occhi senza futuro che mostrano i nostri fallimenti,
E io ti farò vedere dei bambini, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quei bambini non siamo io o te, io e te.

Fammi vedere il Paese dove son dovute cadere le bombe,
Fammi vedere le rovine degli edifici una volta tanto alti,
E io ti farò vedere un giovane Paese, e ci son molte ragioni
Che, solo per caso, quel Paese non siamo io o te, io e te».

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 9 aprile avevo ipotizzato: 1912: primo e ultimo viaggio del Titanic (ma c’è qualche verità scomoda che ancora pochi sanno); 1963: affonda il sottomarino nuke Ssn 593 Tresher a Boston; 1966: a Dakar festival mondiale dell’arte nera; 1988: si «scopre» che l’Italia scarica (nave Zanobia) rifiuti tossici in Nigeria; 1991: affonda la Moby Prince; 2008: la Corte di giustizia europea condanna l’Italia per i rifiuti. E chissà, a cercare un poco, quante altre «scor-date» salterebbero fuori su ogni giorno.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi, magari solo una citazione, un disegno o una foto. Se l’idea vi piace fate circolare le “scor-date” o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

  • Non ho mai dimenticato la bellissima “There but for fortune”, per me un’emozione sempre viva ogni volta che l’ascolto (nella versione di Joan Baez)

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