9 morti in 2 giorni: non incidenti ma omicidi sociali
di Carlo Soricelli (*)
La strage sul lavoro continua. Salvini basta promesse elettorali pochi giorni prima delle elezioni.
Ieri altri 6 lavoratori hanno perso la vita, dopo i 3 morti del giorno precedente: 5 sui luoghi di lavoro e uno in itinere.
Ecco chi sono:
- Gianluca Balzarini, 55 anni, provincia di Cuneo: è morto dopo due mesi di agonia per una caduta dall’alto.
- Sandro Pellizzaro, 61 anni, provincia di Milano (nella prima foto): travolto da un muletto a Gessate mentre scaricava un furgone.
- Michele Antonio Chiodo, 42 anni, provincia di Caltanissetta: si è schiantato con il furgone contro una rotatoria.
- Giovanni Belgiovine, 26 anni, provincia di Barletta-Andria-Trani: si è ribaltato con il muletto che stava guidando (nella seconda foto).
- Marian Marin Broasca, 52 anni, lavoratore romeno, provincia di Caserta: un grande manufatto caricato su un camion si è ribaltato schiacciando la cabina.
- Un lavoratore deceduto in itinere completa questa tragica sequenza.

Autotrasporto: 7 morti in 5 giorni. Solo uno aveva meno di 60 anni
È impressionante la sequenza di morti nell’autotrasporto: negli ultimi cinque giorni sono deceduti sette lavoratori, e solo uno aveva meno di 60 anni.
Si tratta di omicidi sociali, aggravati dall’assenza di qualsiasi distinzione nell’età pensionabile fra chi svolge lavori che richiedono prontezza di riflessi, buona vista e udito, e chi svolge mansioni meno usuranti.
Responsabilità politiche: Fornero, Salvini e la Lega
Definire queste morti “incidenti” è un insulto.
Non differenziare l’età pensionabile per i lavori ad alto rischio è stato criminale.
Le responsabilità sono:
- della Legge Fornero,
- ma anche di Salvini e della Lega, che a ogni elezione promettono di bloccarla ma poi votano l’innalzamento dell’età pensionabile.
In Veneto, dove Salvini promette ancora una volta lo stop all’aumento dell’età pensionabile, non ci crede più nessuno: la Regione è già seconda in Italia per morti sul lavoro, con 118 vittime nel 2025, di cui 90 sui luoghi di lavoro, pur avendo la metà degli abitanti della Lombardia.
Appalti a cascata: “leggi assassine”
Non va dimenticato che è stato sempre Salvini, nel 2023, a introdurre la legge sugli appalti a cascata, che ha prodotto un +15% di morti in edilizia.
Una legge che scarica le responsabilità sugli ultimi della filiera, lasciando impuniti coloro che commissionano i lavori.
Vergognoso anche l’invito all’astensione nel referendum: se fosse stato raggiunto il quorum, anche i committenti sarebbero stati responsabili.
La legge è invece passata con tutto il centrodestra.
Media compiacenti e realtà negata
Con il controllo della quasi totalità delle testate televisive, si continua a dipingere un Paese dove “gli asini volano”.
Ma per chi lavora, la realtà è sotto gli occhi:
situazione economica disastrosa, ultimi in Europa, salari che non bastano più per vivere.
(*) Carlo Soricelli è il curatore dell’«Osservatorio Nazionale di Bologna morti sul lavoro»

