Aforismi di Oscar Wilde – 1

Aforismi di Oscar Wilde – 1
A cura di Mauro Antonio Miglieruolo

Poiché divertono me, ho creduto potessero divertire anche voi, cari frequentatori del blog. Mi concedo pertanto di proporveli, essendo questo degli aforismi di Oscar Wilde

strumento degno di massima attenzione. Non c’è solo gusto della battuta in essi, capacità e volontà di stupire; c’è molto scetticismo al limite del cinismo e, dietro il divertimento, una certa inclinazione al di pessimismo. C’è l’intelligenza di una mente acuta che ha saputo ridere di sé per ridere del proprio secolo.
Possiamo con lui ridere di noi contemporanei utilizzandolo per seriamente riflettere a come uscire dal pantano.
Mauro Antonio Miglieruolo
14sett-Oscar-Wilde-1883Cominciamo con un brano controcorrente rispetto i contenuti caustici che gli conosciamo. Un vero e proprio esplicito atto di fede con il quale Wilde volatilizza l’ingenua immagine di incredulo che ha voluto dare di sé.
Si dice degli uomini che spesso attraversano rovinosamente speciali momenti in cui decidono di essere stupidi a oltranza (classico “momento del cretino”). Dico che altrettanto spesso e forse più spesso diventano megafono di straordinari momenti di verità e umanità. Nei quali lasciano trasparire la propria qualità di uomo e le proprie speranze. Passare una vita a nascondersi e poi d’improvviso esporre le proprie vere aspirazioni, il proprio vero credo alla luce del sole. Indifeso come ogni uomo sincero.
Ecco il brano:

Era una donna straordinaria e sentimenti volgari come la gelosia non riuscivano a toccarla. Era consapevole delle continue infedeltà di mio padre, ma le ignorava. Prima di morire, nel 1876, mio padre rimase confinato a letto per molti giorni. E ogni mattina una donna vestita di nero, coperta da un pesante velo, veniva in casa nostra, a Merrion Square, e non ostacolata da mia madre o chicchessia andava dritta in camera di sir William, si sedeva in capo al letto e stava lì tutto il giorno, senza pronunciare una parola e senza sollevare una sola volta il velo. Non faceva caso a nessun altro nella camera, e nessuno prestava attenzione a lei.
Nessun altra donna avrebbe tollerato la sua presenza. Mia madre invece lo fece, perché sapeva che mio padre amava questa donna e sentiva che per lui doveva essere una gioia e un conforto averla vicina sul proprio letto di morte.
Sono sicuro che mia madre fece la cosa giusta a non giudicare l’ultima felicità di un uomo che stava per andarsene; e sono altrettanto sicuro che mio padre comprese la sua apparente noncuranza. Capì che non per indifferenza mia madre consentiva alla presenza della rivale, ma al contrario perché lo amava molto e morì con il cuore pieno di affetto e gratitudine per lei.
(OW)

Con una madre così, con le stimmate che gli ha sicuramente impresso nell’animo (=principi certi di amore e rispetto del proprio amore), avrebbe potuto nascondersi a se stesso e agli altri per sempre?
Ora però, dopo questa bella parentesi, torniamo all’Oscar Wilde che conosciamo. Possiamo meglio e con minor timore lasciarci coinvolgere dalle sue brillanti, a volte geniali, monellerie.

Quanti uomini esistono nella vita moderna che vorrebbero vedere il loro passato tramutarsi in cenere davanti a loro?
(OW)

Io ne conosco uno che, nonostante la tracotanza, ben volentieri baratterebbe qualche miliarduccio in cambio di qual po’ di cenere… ma ce n’è un secondo che meglio illustra l’Intemperante Narciso del quale soffriamo:

Nessun uomo è abbastanza ricco da poter ricomprare il proprio passato.
(OW)

Eggià, è così, è proprio così.

Si è tentati di definire l’uomo come un animale razionale che perde sempre la calma quando viene chiamato ad agire in conformità ai precetti della ragione.
(OW)

Nel nostro caso, il caso di noi poveri colpevolissimi italiani che però pagano a caro prezzo i propri errori, propri difetti e una certa asocialità, sarebbe da completare la frase richiamando il principio di responsabilità, principio che ogni uomo capace di dignità dovrebbe porre al primo posto nell’elenco dei suoi propositi. E che tanti invece fa diventare idrofobi.
Occorrerebbe, giunti a questo punto, esplodere in una di quelle risatacce aperte che sono patrimonio di noi latini. Ma non possiamo, aggiogati dal sorriso divertito e dalla noncuranza che traspare dalle parole di Wilde. Egli solleva sopracciglia non per ammonire ma per indurre al dubbio. Non rimprovera né censura. Lancia messaggi in bottiglia, contento della fioca prospettiva che possa esserci nel lettore una scelta. Perché in fondo, una scelta esiste.

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