Alla ricerca della Singolarità Tecnologica

di Alessandro Leonardi (*)

Secondo diversi teorici transumanisti il destino finale della nostra specie è quello di fondersi con i sistemi artificiali e creare un nuovo ‘Dio Artificiale’

Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini? Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli; chi detergerà da noi questo sangue? Con quale acqua potremmo noi lavarci? Quali riti espiatori, quali giochi sacri dovremo noi inventare? Non è troppo grande, per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo noi stessi diventare dèi, per apparire almeno degni di essa?1

L’anno 2027 potrebbe rappresentare uno dei più importanti spartiacque del XXI secolo, con il possibile avvento di una super-intelligenza artificiale in grado di oltrepassare definitivamente le capacità intellettive degli esseri umani. Oppure sarà semplicemente un anno di passaggio, mentre l’ennesima, errata, predizione futuristica scivolerà automaticamente nella derisione e nell’oblio. Quale dei due scenari sembra più realistico? Una domanda che molti si sono posti a livello internazionale dopo l’ampio e controverso dibattito2 suscitato dal manifesto intitolato AI 2027, dove alcuni ricercatori hanno provato ad ipotizzare un’accelerazione esponenziale del progresso tecnologico in questo settore.

Non è sicuramente la prima volta che scienziati, futurologi ed esperti delle tecnologie di frontiera si cimentano in previsioni sul futuro dell’IA e sul suo possibile sviluppo nelle prossime decadi. Sicuramente uno dei più famosi a livello mondiale è il futurologo e teorico transumanista Raymond Kurzweil, entusiasta proponitore della teoria sulla Singolarità Tecnologica; ovvero il superamento di un ipotetico punto di non ritorno in cui si verificherà un’accelerazione tecnologica irreversibile in grado di cambiare radicalmente la storia dell’umanità, con la nascita di intelligenze artificiali esponenzialmente superiori all’Homo Sapiens e/o la definitiva fusione uomo-macchina che ci proietterà nell’ignoto. Una questione che per molti cittadini sembra uscita da un racconto di fantascienza, mentre in realtà da lungo tempo anima i dibattiti fra gli addetti ai lavori, specialmente negli ambienti hi-tech della Silicon Valley dove la corsa per la creazione di un’AGI – artificial general intelligence – è diventata alla stregua di una missione divina.

Kurzweil negli ultimi 30 anni si è speso lungamente per difendere la validità delle sue teorie e delle sue controverse predizioni, esaltando i grandi cambiamenti che potrebbero derivare dall’avvento di un futuro transumanista. Il suo ultimo libro La singolarità è più vicina3 elenca con dovizia di particolari i benefici che l’umanità potrebbe ottenere nei prossimi anni, dal drastico allungamento della vita terrena, all’accesso a nuove conoscenze scientifiche, fino all’espansione senza limiti delle potenzialità dischiuse dall’ASI – artificial super-intelligence –, con la creazione di società estremamente lussuose, pienamente automatizzate, dove le fatiche lavorative saranno gestite da innumerevoli robot e IA al nostro servizio. Un futuro tecno-ottimista, dove alcuni degli aspetti oscuri e pericolosi vengono liquidati in poche pagine, mentre il paradiso artificiale sarà finalmente alla portata di tutta la specie. Forse… Perché dietro questo atteggiamento fideistico, contestato a più riprese da altri pensatori e ricercatori, si celano le complesse dinamiche dello sviluppo economico-tecnologico odierno, in un’epoca di turbolenti cambiamenti globali.

Visioni realistiche, marketing o pericolose aspirazioni?

Che l’anno fatidico sia il 2027, o il 2049 predetto da Kurzweil, oppure un’altra ipotetica data nel prossimo futuro, per parecchi commentatori tutti questi discorsi sul promesso ‘Dio artificiale’ non hanno alcun senso o sono solo delle furbe illusioni, vendute a buon mercato per alimentare l’ennesima bolla tecnologica funzionale agli interessi di precise élite. Alcuni analisti stimano che il mercato globale dedicato allo sviluppo ed uso delle intelligenze artificiali raggiungerà, forse, il valore di oltre 530 miliardi di dollari entro il 20304, con vaste ripercussioni in ogni ambito industriale, economico e socio-culturale. Come in ogni fase di mutamento tecnologico, numerosi potentati economici e statali si stanno adoperando per conseguire il controllo delle infrastrutture industriali, delle catene logistiche, delle risorse minerarie, dei dati di miliardi di persone e dei prodotti più avanzati legati a questo settore, specialmente all’interno della serrata competizione fra Stati Uniti e Cina. Le grandi corporation della Silicon Valley, punta di diamante degli investimenti in questo ambito nel campo occidentale, hanno più volte sottolineato la necessità imperativa di conseguire qualsiasi vantaggio competitivo e scientifico rispetto ai rivali orientali, esaltando con ogni mezzo i grandi benefici che deriveranno da questo progresso tecnologico. I precedenti timori legati allo sviluppo delle IA hanno lasciato spazio all’accelerazione senza limiti, con la progressiva rimozione di qualsiasi ostacolo burocratico-legislativo che possa impedire il consolidamento del potere dei maggiori oligarchi americani e il loro predominio tecnico-scientifico su scala globale.

Ma sarebbe riduttivo liquidare i dibattiti sul possibile avvento della Singolarità come un’immensa operazione mediatica-culturale atta unicamente a legittimare le politiche perseguite da queste élite, con annesso sviluppo di un nuovo colonialismo imperialista, come denunciato a più riprese dalla giornalista americana Karen Hao5. All’interno di questi epicentri hi-tech da tempo si sono sviluppati dei culti pro-tecnologia6, con visioni sempre più estreme e sganciate dalla realtà, mentre i discorsi di alcuni dei loro massimi esponenti rivelano oscure e inquietanti interpretazioni del mondo e della possibile evoluzione dell’Homo Sapiens. Inoltre non tutti condividono o gradiscono l’ottimismo sfacciato, e sotto diversi aspetti molto ingenuo, di Kurzweil e altri transumanisti. Se negli anni ’90/2000 l’immagine promossa dai capitalisti di frontiera rispecchiava l’ottimismo dell’epoca, al giorno d’oggi invece, Peter Thiel, Alex Karp e altri esponenti dell’accelerazionismo reazionario, preferiscono incarnare la nuova piega presa dal Sistema globale, immerso nella feroce competizione dettata dal capitalismo politico e nella disillusione nichilista verso «le magnifiche sorti e progressive» votate alla creazione di una società benevola su scala planetaria. Dal motto ‘don’t be evil’ di Google si è passati repentinamente all’esibita aggressività tecnologica-militare dell’azienda Palantir Technologies, dove i suoi leader manifestano apertamente una precisa volontà di dominio7 grazie all’immenso potere che verrà garantito dalle super IA, in grado di forgiare il nuovo mondo fra vincitori e vinti; bisogna accelerare, bisogna esplorare tutte le vie, bisogna superare qualsiasi limite, anche con la violenza, anche abbattendo i vari ostacoli istituzionali, democratici, figli di un’epoca non più necessaria e adatta per il futuro in arrivo. Questo è il nuovo credo dei signori hi-tech che sta già ponendo vasti problemi e pericoli.

Rischi presunti e reali

Mentre si continua a discutere delle presunte minacce derivanti dall’avvento di un ‘Dio artificiale’, gli impatti di questa corsa tecnologica stanno già avendo effetto nel mondo attuale, tanto da spingere alcuni dei massimi esperti a mettere in guardia8 le popolazioni sull’uso autoritario e settario di queste importanti innovazioni. Discriminazioni dettate dagli algoritmi, estensione di massa del riconoscimento facciale per conformare e sedare i comportamenti dei cittadini, creazione di deep-fake sempre più realistici a fini di propaganda e l’implementazione di armi autonome guidate da intelligenze artificiali, sono solo alcuni dei pericoli che stanno allarmando la comunità scientifica. Se da una parte forse avremo accesso a conoscenze e soluzioni impensabili fino a poco tempo, dall’altra l’instabile situazione internazionale e il declino dei regimi socialdemocratici occidentali apre le porte a scenari distopici, a tratti orwelliani, dove il tecno-ottimismo lascerà lo spazio ad un ulteriore, sinistro e rigido ‘efficientamento’ degli esseri umani in chiave tardo-capitalistica, in maniera ancora più pervasiva ed insostenibile.

Dietro il complesso, nebuloso ed intricato dibattito scientifico sulla reale innovazione portata dalle IA si dimentica spesso di menzionare i rapporti di forza, il controllo effettivo di certe dinamiche dello sviluppo moderno e le enormi pressioni esercitate dalla crescita del Sistema economico planetario. Lo sviluppo caotico del settore genera continue speranze o paure, ma ben pochi menzionano il fatto che la natura del nostro modello dominante spinge i più potenti attori globali a ricercare inevitabilmente la supremazia tecnologica, pena il declino del proprio potere e della propria indipendenza geopolitica ed economica. Più volte infatti è stato irriso il maldestro e ingarbugliato tentativo di regolazione delle intelligenze artificiali da parte delle autorità dell’Unione Europea, viste come un perdente ente burocratico che pretende di controllare una tecnologia che non sviluppa e non possiede fino in fondo. Secondo gli imprenditori statunitensi della Silicon Valley l’agire della Modernità non può essere fermato sul lungo termine da inutili leggi e coloro che si sottraggono all’inesausta competizione ne pagheranno il prezzo in qualsiasi ambito. Come per tante altre tecnologie precedenti, il genio uscirà comunque dalla lampada. L’importante è rientrare fra i suoi evocatori.

La ‘fine’ è inaccettabile…

Nella sua essenza, il desiderio di arrivare alla Singolarità tecnologica, oltre ad evidenti pretese di potere ed egemonia incondizionati riservati ad una ristretta casta elitaria, esprime sotterraneamente la volontà di sottrarsi alle inevitabili, tragiche certezze del nostro mondo, in particolare la morte. La temuta fine… Giustamente il giornalista Andrea Daniele Signorelli sottolinea che

i timori, le paure, le speranze e le aspettative irrealistiche riposte nell’intelligenza artificiale ci dicono poco della tecnologia che stiamo sviluppando. Ci dicono molto di più della psicologia degli esseri umani, della capacità di antropomorfizzare le nostre creazioni, di come impariamo a simulare grossolanamente alcune abilità umane e poi ci stupiamo di essere riusciti nell’impresa. Di come l’immaginario collettivo possa essere manipolato da potentissimi imprenditori che hanno tutto l’interesse a farlo. E infine di quanto anche i più potenti strumenti inventati dalla scienza possano dare vita a visioni millenariste e quasi religiose.9

Una conseguenza abbastanza plausibile, specialmente quando si vive in una realtà sempre più artificiale, dominata da aspettative esponenziali e da crescite irrealistiche proiettate verso l’infinito, dove diventa semplicemente inaccettabile per i suoi più audaci e visionari artefici accettare la decadenza e la fine delle proprie visioni, del proprio potere, della propria esistenza. Gli ‘ingranaggi supremi’ del Meccanismo industriale-tecnologico, come Sam Altman, Raymond Kurzweil, Musk, Thiel o altri demiurghi di questi tempi, sono diventati i tragici promotori delle sue dinamiche, speranzosi che il Sistema alla fine premierà i suoi adepti con l’immortalità o un’evoluzione semi-divina. Non importa quanti mondi dovranno bruciare, quanti sforzi andranno fatti o quanti esseri umani dovranno essere sacrificati. Il Meccanismo è artificiale, asettico, indifferente. In un certo senso appare ‘perfetto. Tutto gli è dovuto, in attesa di un’utopia che non arriverà mai. Perché non c’è nessun equilibrio da raggiungere. Nessuna catarsi all’orizzonte. Solo l’incedere di un’eterna illusione.

Note

  1. F. Nietzsche, La gaia scienza, aforisma 125, 1882
  2. G. Marcus, The ‘AI 2027’ Scenario: How realistic is it?, Substack, 22 maggio 2025
  3. R. Kurzweil, La singolarità è più vicina. Quando l’umanità si unisce con l’AI. Apogeo, 24 settembre 2024
  4. Reasearch and Markets, Artificial Intelligence (AI) – Global Strategic Business Report, Luglio 2025
  5. K. Hao, Empire of AI: Inside the reckless race for total domination, Allen Lane, 20 maggio 2025
  6. G. M. Epstein, The cult of tech, MIT Technology Review, 23 dicembre 2024
  7. Youtube, Palantir CEO Alexander Karp: I don’t think in win/lose, I think in domination, 19 febbraio 2025, link
  8. Z. Kleinman e C. Vallance, AI ‘godfather’ Geoffrey Hinton warns of dangers as he quits Google, BBC News, 2 maggio 2023
  9. A. D. Signorelli, Il pericoloso mito della superintelligenza artificiale, in ‘Il Tascabile’, 30 novembre 2023

(*) ripreso da EQUILIBRI MAGAZINE

Enrico Semprini

Un commento

  • I transumanisti sono nemici del genere umano
    sono i moderni servi di Sauron.
    Non credo prevarranno ma possono fare molti danni -mi pare li stiano già facendo.

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