Beati gli ultimi

di Riccardo Dal Ferro

lampedusaSbarco

Beati gli ultimi perché saranno i primi?
E noi facciamo rimpiangere loro d’essere ultimi, sotterriamoli con tutta la forza che questa vita da primi ci concede, con tutta la furia, tutta la violenza, tutta la tecnologia che possediamo fino a che non ci verrà tolta dalla morte. Saranno i primi? Bene, e noi stupriamone le donne mentre urlano l’impotenza in lingue sconosciute, slabbriamone i corpi fino ad attraversarne l’anima da parte a parte, in cerca del motivo per il quale noi marciremo all’inferno. Saranno i primi? Ottimo, ma nel frattempo bruciamo i loro corpi e portiamo la guerra sopra le loro case, noi che finché siamo i primi possiamo trascorrere le serate davanti alla televisione a commuoverci falsamente di fronte all’ennesimo massacro, noi che possiamo twittare la nostra umanità con un aforisma ben studiato, noi che abbiamo imparato la compassione sui libri che narrano la disumanità. Saranno i primi? Allora cancelliamo le loro nazioni, sbarazziamoci dei loro Paesi, erodiamo le loro montagne, falciamo le loro teste, annulliamo le loro speranze. Saranno i primi? Allora bombardiamoli con le nostre testate di rancore, ché ci risulta insopportabile pensare che gli dei non preferiscano i nostri volti ben truccati e sbarbati, i nostri vestiti alla moda, le nostre mani delicate, ci risulta inaccettabile che gli dèi preferiscano quelle pance deformate, quei volti brutti e sdentati, quei corpi deformi e ridicoli. Gli ultimi saranno i primi? E noi affrettiamoci a farli affondare a colpi di cannone e demagogia, per far loro rimpiangere di essere i prediletti della giustizia, dea bendata e puttana dell’umanità; sbrighiamoci a farli marcire dentro celle anguste, torturati per colpe che sono tutte nostre; siamo lesti nello spellarli vivi sotto il sole cocente. Saranno i primi? Ma adesso i primi siamo noi, e mentre possiamo far di loro ciò che più odiamo sbraniamoli, deridiamoli, uccidiamoli, schiacciamoli, divoriamoli, massacriamoli, facciamo loro rimpiangere questa vita dal momento che loro ci faranno rimpiangere quella successiva. Ma non perdiamo occasione: condanniamoli al rogo delle carni, zittiamone la protesta silenziosa e impariamo a urlare sempre più forte, a sbraitare le nostre inadeguatezze, a vomitare sulle loro teste pelate e sanguinanti ognuna delle nostre incertezze. Saranno i primi? E chi se ne importa allora se adesso da ultimi verranno sventrati e sbudellati, umiliati e dissacrati? Chi se ne importa se durante questo effimero passaggio nel mondo essi saranno cancellati dal nostro odio per la nostra condizione di primi? Chi ha deciso, dio mio, chi mai ha deciso che io dovessi starmene fra i primi con queste armi, queste tecnologie, questa cattiveria senza nome, chi mai ha deciso per me questo destino di dover stuprare a distanza, tele-uccidere, massacrare virtualmente interi popoli, culture, famiglie e tribù? Chi se ne importa se durante questa vita avrò sazio il ventre e vuoto l’animo se poi durante la vita successiva sarò ultimo degli ultimi, mentre gli ultimi di adesso mi guarderanno dall’alto in basso, disprezzandomi? Chi se ne importa di tutto, dal momento che il tutto è assurdo e inaccettabile?
Saranno i primi? Bene, noi sbarazziamocene finché ancora siamo in tempo per condannarci.

 

Riccardo DAL FERRO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *