COSA SUCCEDE?
(Roba del Pabuda…)
cosa succede nell’acqua stagnante
del laghetto artificiale
in mezzo al parco pubblico deserto,
soprattutto la notte,
quando il freddo dolciastro
è ancora più torbido
e scuro e unto e schifoso
e impenetrabile
e riposano sul fondo
tutte le trote meccaniche?
cosa succede nella chiesa,
tra una funzione e l’altra,
col grosso portone e pesante
barrato senza speranza
e il grasso e satollo parroco
lasciato lì solo
privo
del benché minimo
controllo?
cosa succede la domenica di festa
in quella sala operatoria
apparentemente abbandonata
ma che vedo
illuminata abbagliante,
oltre la strada, dalla mia finestra,
ancora lustra
e disinfettata perfettamente?
cosa succede in quel tunnel,
in quel sottopasso tremendo,
quando persino le ombre
lo percorrono soltanto correndo?
…
(la foto è di Gio, aka Yoko, aka Xiao Gou)
Bravo, Pabuda. Appena letto ho pensato per assonanza di temi e toni a due scrittori che amo molto. Un grande americano, Edgar Allan Poe e al più bravo tra gli italiani, Michele Mari. Leggere per credere ” Verderame” o ” Io venìa pien d’angoscia a rimirarti”, per esempio.
Cercherò Michele Mari, che non ho mai letto. Grazie!
Quando il male e’ mini diventa minimale. Di raggelante incisivita’. Lovecraftiana.
Possiede tutte le caratteristiche necessarie alla poesia per essere considerata tale. Musicale, suggestiva e piena di significati.
Grazie