Cronaca di un respingimento forzato: Toulouse 2025

di Elena Mistrello (ripreso da osservatoriorepressione.info)

Elena Mistrello, illustratrice e fumettista è stata espulsa dalla Francia, dove era stata invitata in occasione del festival bdcolomiers per firmare le copie dell’edizione francese di “Sindrome Italia”. Pubblichiamo il suo racconto del fermo e dell’espulsione.

Questo weekend (21-23 Novembre 2025) avrei dovuto presenziare al festival di fumetto BD COLOMIERS (https://www.bdcolomiers.com/), a cui sono stata invitata dato che il mio libro “Sindrome Italia” è appena stato pubblicato in edizione francese da PresqueLune (https://www.presquelune.com/syndrome-italie).

La casa editrice ha organizzato viaggio, pernottamento e due giorni di firma copie per l’uscita del libro. Inutile dire che non vedevo l’ora: si tratta di un festival molto bello, in cui avrei potuto conoscere molti colleghi, un’occasione importante per il mio lavoro.

Venerdì sera. Il volo Francoforte-Toulouse atterra alle 18:00 e, appena scesa dall’aereo, trovo tre agenti della Police nationale (la polizia francese) ad aspettarmi. Mi fermano e mi comunicano che io non posso mettere piede in Francia, che loro non sanno esattamente perché, ma risulta una segnalazione del Ministero degli Interni relativa alla pericolosità della mia persona. Resto interdetta, ma superando un primo momento di sorpresa mista a panico, spiego innanzitutto di non aver mai avuto problemi con la giustizia francese e mostro il foglio di invito del festival, specificando che sono lì per lavoro. Non mi danno ascolto, sono irremovibili.

Mi dicono che devo risalire subito sull’aereo e tornare a Milano: hanno l’ordine di rimpatriarmi e se mi rifiuto “sarà peggio per me”, che saranno costretti ad arrestarmi e, plausibilmente, a trasferirmi in un CRA (Centro di Detenzione Amministrativa per migranti). Il tutto dura 15 minuti, mi sento messa alle strette e decido di risalire sull’aereo.

Sull’aereo mi viene consegnato una sorta di verbale di rimpatrio in cui si specifica che non sono potuta entrare in Francia in quanto costituirei “una grave minaccia per l’ordine pubblico francese” e di conseguenza pende su di me una “misura di interdizione all’ingresso”. Nel cercare una spiegazione a questa cosa, la memoria mi corre al giugno 2023, quando ho partecipato alle giornate di assemblee, concerti e manifestazioni pubbliche parigine organizzate in occasione del decimo anniversario dell’omicidio di Clement Meric, giovane antifascista ucciso nel 2013 a Parigi a 18 anni da tre estremisti di destra. Nonostante le iniziative si siano svolte senza alcun genere di tensione, alla presenza di migliaia di persone confluite a Parigi da tutta Europa, ero a conoscenza che alcuni miei compagni di viaggio italiani nei mesi successivi avevano avuto problemi ai varchi di frontiera, con qualche domanda in più da parte della polizia circa le motivazioni dei propri spostamenti, ma a nessuno mai è successo di essere bloccato o respinto.

Qualcosa quindi ancora mi sfugge e certamente dovrò farmi supportare da chi ha maggiori competenze in materia di giurisprudenza francese per chiarire gli aspetti legali della vicenda.

Detto questo ci tengo a condividere alcune brevi riflessioni.

Il mio lavoro di fumettista mi porta spesso a viaggiare: conoscere il mondo, parlare con le persone, informarmi per scrivere e disegnare quello che succede attorno a me, fa parte della mia vita. Così come essere attiva politicamente, partecipare a iniziative, manifestazioni ed assemblee: tutto questo si mischia e prolifera anche in quello che disegno. A fronte di tutto questo non mi stupisco quindi di potere essere oggetto di “attenzioni” da parte degli organi di polizia, dato che ormai l’attivismo politico, anche blando e alla luce del sole, costituisce motivo di profilazione da parte dello Stato. Di questo ho sempre messo in conto di assumermene responsabilità e conseguenze, esattamente come sono conscia che le cose che scrivo possano non essere gradite a qualcuno.

Ma essere rimpatriata a forza con questo genere di giustificazione ha superato davvero la mia immaginazione e mi impone di scrivere queste righe per dare spiegazione al festival, alla casa editrice e alle persone che sarebbero passate a trovarmi allo stand, sia per ringraziarle per la comprensione sia per scusarmi della situazione in cui le ho messe.

Ma soprattutto mi preme sottolineare la gravità dell’accaduto: se da una parte penso sia ormai sotto gli occhi di tutti la deriva autoritaria e repressiva degli stati europei contro attivisti e militanti politici, dall’altra registro un sempre crescente arbitrio delle polizie, che possono senza spiegazioni decidere di rimandarti casa solo perché “sgradita”, generando un sistema di controllo e sorveglianza basato non sui fatti, ma sulle opinioni e le frequentazioni delle persone.

Ho pensato che questo non potesse rimanere una semplice “brutta esperienza” personale, ma avesse senso condividerlo, contribuendo, per quanto possibile, a scardinare meccanismi destinati a peggiorare, se non urgentemente fronteggiati.

L’intervista di Radio Onda d’Urto a Elena Mistrello su quanto accaduto Ascolta o scarica

da qui

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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