Dall’inferno di Gaza e della Palestina
articoli di Chris Hedges, Gideon Levy, Francesco Masala, Massimiliano Smeriglio (ripresi da comune-info.net, invictapalestina.org), disegno di Mr Fish
Negare la fame a Gaza non è meno vile che negare l’Olocausto – Gideon Levy
Non ci sono fenomeni più meschini della negazione dell’Olocausto ebraico. I negazionisti hanno affermato che non è mai avvenuto e che, se fosse avvenuto, il numero delle vittime sarebbe stato esiguo, o che non ci sono mai state camere a gas.
Hanno preso delle misure e avevano dati a supporto. L’Olocausto fu una cospirazione volta a estorcere risarcimento e commiserazione. La sua negazione è stata criminalizzata in molti Paesi, e i negazionisti sono considerati antisemiti. Lo storico britannico David Irving fu imprigionato in Austria e ostracizzato.
Mettere in dubbio il 7 Ottobre fu condannato in Israele e chiunque osasse farlo veniva etichettato come antisemita. Quando Roger Waters affermò che non c’erano prove di stupro e che la storia dei bambini bruciati nei forni era una menzogna israeliana, fu ampiamente attaccato, così come molti altri che sottolinearono esagerazioni nella narrazione israeliana.
Nelle ultime settimane, un’ondata spregevole di negazionismo ha travolto Israele, da ogni dove. È diffusa tra molte fasce dell’opinione pubblica, condivisa da quasi tutti i media. Abbiamo cercato di ignorare, di nascondere, di distogliere lo sguardo, di incolpare Hamas, di dire che in guerra è così, di affermare che non ci sono innocenti a Gaza, finché la totalità dei Crimini israeliani nella Striscia di Gaza non è traboccata.
Con l’avvento della fame deliberata e mortale, non c’era altra alternativa che ricorrere alla negazione, non meno ripugnante della negazione dell’Olocausto.
L’attuale negazione include la negazione dell’Intento Genocida e l’obiettivo palese di spostare la popolazione di Gaza altrove.
Tale negazione è legittima in Israele, è coerente con il politicamente corretto corrente: non c’è fame! Nessuno sarà condannato o sanzionato per averla causata.
Questo atteggiamento è diventato la corrente principale. Le descrizioni della fame deliberata a Gaza sono una cospirazione antisemita. Se c’è fame, parlate con Hamas.
È così che funziona quando si esauriscono scuse, invenzioni e propaganda. È così che si diventa così moralmente corrotti da dire che non c’è fame anche quando le scene sono in piena vista. Che diritto ha la gente di dire questo?
Ci sono 50 sfumature di negazione israeliana e sono tutte ugualmente spregevoli. Vanno dal distogliere lo sguardo al roteare, all’offuscare, nascondere e mentire a se stessi.
Hanno tutte lo stesso obiettivo: evitare la colpa, continuare a fare le vittime mentre cantano inni di lode a se stessi. I negazionisti provengono da ogni ceto sociale.
Tra questi ci sono quattro ricercatori israeliani che hanno scritto un saggio intitolato “Il cosiddetto Genocidio nella Guerra delle Spade di Ferro”, la cui nudità è stata smascherata dallo storico dell’Olocausto Daniel Blatman e dal giornalista Nir Hasson (edizione ebraica di Haaretz), e la donna che distribuiva il quotidiano gratuito Israel Hayom, che l’altro giorno mi ha detto con grande sicurezza che le immagini della fame provengono “dallo Yemen o sono state prodotte dall’Intelligenza Artificiale”.
Tra questi, anche l’ipocrita giornalista televisiva Moriah Asraf, che ha censurato con ripugnante prepotenza la giornalista indipendente Emmanuelle Elbaz-Phelps, e tutti i redattori dei telegiornali, che stanno nascondendo ciò che sta accadendo a Gaza.
La negazione accompagna Israele fin dai tempi della Prima Nakba, nel 1948, che non è mai avvenuta ed è stata concepita solo nell’immaginazione di coloro che odiano Israele. È continuata durante tutti gli anni di Occupazione e Apartheid.
Non esiste una società al mondo che viva in una tale abnegazione, in gran parte colpa della sua libera stampa. Ma ciò che è accaduto nelle ultime settimane sta infrangendo qualsiasi primato di bassezza.
A Gaza non c’è fame. Dopotutto, ci sono camion in attesa al confine, i genitori dei bambini che muoiono di fame sono obesi, c’è un video di terroristi di Hamas che mangiano banane nei loro tunnel (una foto scattata sei mesi fa, ora diffusa dal principale diffusore di menzogne propagandistiche in questo Paese, il Portavoce dell’IDF).
C’è qualcosa di più spregevole in questo che eludere la colpa: il disprezzo per la vittima, per il bambino che muore tra le braccia della madre, che lo porta in braccio piangendo. Dirle che non c’è fame deliberata equivale a deriderla nel suo dolore.
Per anni ho creduto che anche se avessimo presentato agli israeliani tutte le prove orribili, le avrebbero respinte. La prova ora è qui. Immagini di fame inondano schermi televisivi e giornali di tutto il mondo, e gli israeliani lo negano.
Con quanta sicurezza affermano che queste immagini sono false, che non ci sono persone che muoiono di fame, che c’è cibo, che 80 camion al giorno entrano a Gaza. Questo è esattamente ciò che ha fatto il professor Robert Faurisson, un accademico francese: ha affermato che, in base al volume delle camere a gas, l’Olocausto non è mai avvenuto.
(Traduzione a cura di: Beniamino Rocchetto)
La riviera di Gaza – Chris Hedges
Gli israeliani non considerano le immagini di cadaveri scheletrici di bambini palestinesi morti di fame come una maledizione. Non considerano le famiglie Massacrate a colpi d’arma da fuoco nei centri di distribuzione alimentare, progettati non per consegnare aiuti ma per attirare palestinesi affamati in un enorme Campo di Concentramento nel Sud di Gaza in preparazione alla deportazione, come un Crimine di Guerra. Gli israeliani non considerano i feroci bombardamenti che uccidono o feriscono decine di civili palestinesi, dove in media muoiono 28 bambini al giorno, qualcosa di straordinario. Non considerano Barbarie le terre desolate di Gaza, polverizzate dalle bombe e metodicamente demolite da ruspe ed escavatori, che lasciano praticamente l’intera popolazione di Gaza senza casa. Non considerano Barbarie la distruzione degli impianti di depurazione delle acque, la decimazione di ospedali e cliniche, dove medici e personale medico spesso non sono in grado di lavorare perché indeboliti dalla malnutrizione. Non battono ciglio di fronte agli assassini di medici o giornalisti, 232 dei quali sono stati giustiziati per aver cercato di documentare l’orrore.
Gli israeliani si sono accecati moralmente e intellettualmente. Vedono il Genocidio attraverso la lente di una classe mediatica e politica fatiscente che dice loro solo ciò che vogliono sentire e mostra loro solo ciò che vogliono vedere. Sono inebriati dalla potenza delle loro armi industriali e dalla licenza di uccidere impunemente. Sono ubriachi di auto-adulazione e della fantasia di essere l’avanguardia della civiltà. Credono che lo Sterminio di un popolo, compresi i bambini, condannati come contaminanti umani, renda il mondo, soprattutto il loro mondo, un posto più felice e sicuro.
Sono gli eredi di Pol Pot, degli assassini che hanno compiuto i Genocidi a Timor Est, Ruanda e Bosnia e, sì, dei Nazisti. Israele, come tutti gli Stati Genocidi, nessuna popolazione dalla Seconda Guerra Mondiale è stata Sterminata e affamata con tale rapidità e spietatezza, ha una Soluzione Finale che avrebbe meritato il sigillo di approvazione di Adolf Eichmann.
La Fame è sempre stata il Piano, il capitolo finale preordinato del Genocidio. Israele ha metodicamente iniziato fin dall’inizio del Genocidio a distruggere le fonti di cibo, bombardando panetterie e bloccando le spedizioni di cibo a Gaza, un’azione che ha accelerato da marzo, quando ha interrotto quasi tutte le scorte alimentari. Ha preso di mira l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Impiego dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA), da cui la maggior parte dei palestinesi dipendeva per il cibo, per distruggerla, accusandone i dipendenti, senza fornire prove, di essere coinvolti negli attacchi del 7 Ottobre. Questa accusa è stata usata per fornire a finanziatori come gli Stati Uniti, che hanno erogato 422 milioni di dollari (360 milioni di euro) all’Agenzia nel 2023, la scusa per interrompere il sostegno finanziario. Israele ha quindi messo al bando l’UNRWA.
Oltre 1.000 palestinesi sono stati uccisi da soldati israeliani e mercenari statunitensi nella caotica corsa per ottenere uno dei pochi pacchi alimentari distribuiti durante i brevi intervalli di tempo, solitamente di un’ora, presso i quattro centri di assistenza allestiti dalla Fondazione Umanitaria per Gaza, sostenuta da Israele, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Una volta che Gaza è stata trasformata in un paesaggio lunare dopo 21 mesi di bombardamenti a tappeto, una volta che i palestinesi sono stati costretti a vivere in tende, sotto teloni rudimentali o all’aria aperta, una volta che acqua pulita, cibo e assistenza medica sono diventati quasi impossibili da trovare, una volta che la società civile è stata annientata, Israele ha iniziato la sua sinistra Campagna per affamare i palestinesi e cacciarli da Gaza.
Secondo le Nazioni Unite, quasi una persona su tre a Gaza trascorre diversi giorni senza mangiare.
La fame non è uno spettacolo piacevole. Ho documentato la Carestia in Sudan nel 1988, che causò circa 250.000 vittime. Ho delle cicatrici nei polmoni, cicatrici dovute allo stare in mezzo a centinaia di sudanesi che morivano di tubercolosi. Ero forte e in salute e ho combattuto il contagio. Loro erano deboli e deperiti e non ce l’hanno fatta.
Ho visto centinaia di figure scheletriche, fantasmi di esseri umani, arrancare a passo lento attraverso l’arido paesaggio sudanese. Le iene, abituate a mangiare carne umana, divoravano abitualmente bambini piccoli. Mi sono fermato sopra mucchi di ossa umane sbiancate alla periferia dei villaggi, dove decine di persone, troppo deboli per camminare, si erano sdraiate in gruppo e non si erano mai rialzate. Molti erano i resti di intere famiglie.
Chi muore di fame non ha abbastanza calorie per sostenersi. Mangia di tutto per sopravvivere: foraggio, erba, foglie, insetti, roditori, persino terra. Soffrono di diarrea costante. Hanno difficoltà a respirare a causa di infezioni respiratorie. Strappano piccoli pezzetti di cibo, spesso avariati, e li razionano nel vano tentativo di tenere a bada i lancinanti morsi della fame.
La fame riduce il ferro necessario per produrre emoglobina, una proteina presente nei globuli rossi che trasporta l’ossigeno dai polmoni al corpo, e mioglobina, una proteina che fornisce ossigeno ai muscoli, insieme a una carenza di vitamina B1, che influisce sulle funzioni cardiache e cerebrali. Subentra l’anemia. Il corpo, in sostanza, si nutre di se stesso. Tessuti e muscoli si consumano. È impossibile regolare la temperatura corporea. I reni si bloccano. Il sistema immunitario crolla. Gli organi vitali si atrofizzano. La circolazione sanguigna rallenta. Il volume del sangue diminuisce. Malattie infettive come il tifo, la tubercolosi e il colera diventano un’epidemia, uccidendo migliaia di persone.
È impossibile concentrarsi. Le vittime stremate soccombono al ritiro mentale ed emotivo e all’apatia. Non vogliono essere toccate o spostate. Il muscolo cardiaco è indebolito. Le vittime, anche a riposo, sono in uno stato di quasi collasso cardiaco. Le ferite non guariscono. La vista è compromessa dalla cataratta, anche tra i giovani. Infine, tormentato da convulsioni e allucinazioni, il cuore si ferma. Questo processo può durare fino a 40 giorni per un adulto. Bambini, anziani e malati muoiono a un ritmo più rapido. Questo è il futuro che Israele ha predestinato per i due milioni di persone a Gaza.
Ma non è il futuro che vedono gli israeliani. Vedono il paradiso. Vedono uno Stato Ebraico Etno-Nazionalista dove i palestinesi, la cui terra hanno Rubato e Occupato e la cui popolazione hanno soggiogato e costretto a un’esistenza di Apartheid, non esistono più. Vedono caffè e alberghi sorgere dove migliaia, forse decine di migliaia, di corpi giacciono sepolti sotto le macerie. Vedono turisti che si divertono sul lungomare di Gaza, una visione amplificata da un video generato dall’Intelligenza Artificiale e diffuso sui social media dal Ministro israeliano per l’Innovazione, la Scienza e la Tecnologia, Gila Gamliel. È proprio come apparirebbe una Gaza priva di palestinesi, riecheggiando l’assurdo video prodotto dall’Intelligenza Artificiale pubblicato da Donald Trump.
Nel nuovo video, israeliani spensierati mangiano in ristoranti sul mare. Ormeggiati nello scintillante Mediterraneo ci sono panfili di lusso. Alberghi scintillanti e grattacieli di uffici, tra cui una Trump Tower, punteggiano il lungomare. Graziosi quartieri residenziali sorgono dove ora ci sono cumuli di cemento sbriciolati. Il video mostra Benjamin Netanyahu e sua moglie Sara, così come Trump e Melania, che passeggiano lungo la costa.
Gamliel, come altri dirigenti israeliani e Trump, usa cinicamente il termine “emigrazione volontaria” per descrivere la Pulizia Etnica di Gaza. Questo omette la dura scelta elettorale che Israele offre effettivamente ai palestinesi: andarsene o morire.
Il Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha chiesto un’”annessione di sicurezza” della Striscia di Gaza settentrionale e ha promesso che Gaza diventerà una “parte inseparabile dello Stato di Israele”. Ha rilasciato queste dichiarazioni a una conferenza della Knesset (Parlamento israeliano) intitolata: “La Riviera di Gaza: dalla visione alla realtà”, in cui sono state presentate proposte per la costruzione di Colonie Ebraiche a Gaza. Smotrich ha affermato che Israele “ricollocherà i cittadini di Gaza in altri Paesi” e che Trump ha approvato il Piano.
Il Ministro per il Patrimonio Culturale israeliano Amichai Eliyahu, che una volta propose di sganciare una bomba nucleare su Gaza, dichiarò che “tutta Gaza sarà ebraica”. Il governo israeliano “sta agendo affinché Gaza venga spazzata via”, disse Eliyahu. Descrisse i palestinesi come Nazisti. “Grazie a Dio, stiamo sradicando questo male. Stiamo spingendo questa popolazione che è stata educata con il ‘Mein Kampf’”.
Gli Assassini Genocidi coltivano fantasie di sradicamento di una popolazione nativa ed espansione del loro Stato Etno-Nazionalista. I Nazisti perpetrarono il loro assalto Genocida, che includeva la Fame di Massa, contro slavi, ebrei dell’Europa orientale e altri nativi, liquidati come Untermenschen, o Subumani. I coloni sarebbero poi stati deportati nell’Europa centrale e orientale per germanizzare i Territori Occupati.
Questi assassini non fanno i conti con l’oscurità che scatenano. Le lussuose proprietà fronte mare sognate da Israele non appariranno mai, così come la moderna capitale esclusivamente serba, con la sua cattedrale dalla cupola dorata, l’imponente palazzo presidenziale, la torre dell’orologio di 15 piani, il centro medico all’avanguardia e il teatro nazionale con un palcoscenico girevole alto 22 metri, non è mai stata costruita sulle rovine della Bosnia.
Al contrario, ci saranno orribili condomini, popolati dai soliti malfattori, proto-fascisti, Razzisti e mediocri che vivono nelle Colonie Ebraiche in Cisgiordania. Questi ultranazionalisti, che hanno formato milizie criminali per impadronirsi delle terre palestinesi e si sono uniti all’esercito israeliano nell’assassinio di oltre 1.000 palestinesi in Cisgiordania dal 7 Ottobre, definiranno Israele. Sono la versione israeliana della Gioventù Pancasila, il gruppo paramilitare forte di 3 milioni di membri, l’equivalente indonesiano delle Camicie Brune o della Gioventù Hitleriana, che nel 1965 contribuì a compiere il Genocidio che causò da mezzo milione a un milione di morti.
Queste milizie ribelli, equipaggiate con armi automatiche fornite dal governo israeliano, hanno linciato Saifullah Musallet, un ventenne palestinese-americano, che stava tentando di proteggere la terra della sua famiglia due settimane fa. È il quinto cittadino statunitense ucciso in Cisgiordania dal 7 Ottobre.
Una volta che questi scagnozzi e criminali israeliani avranno finito con i palestinesi, si rivolteranno l’uno contro l’altro.
Il Genocidio a Gaza segna l’abolizione, sia per gli israeliani che per i palestinesi, dello Stato di Diritto. Segna la Cancellazione persino della pretesa di un codice etico. Gli israeliani sono i barbari che condannano. Se c’è una giustizia distorta in questo Genocidio è che gli israeliani, una volta finito con i palestinesi, saranno costretti a vivere insieme nello squallore morale.
(Traduzione a cura di: Beniamino Rocchetto)
Ci uccidono una vita alla volta – Massimiliano Smeriglio
Quello davanti è Iacopo, mio figlio. Dietro di lui Awdah, in un giorno di pioggia a Roma. Erano amici. Una storia di dolore che sfregia il cuore di tanti e della nostra famiglia. Una storia tra centinaia di altre.
Awdah veniva dalla Cisgiordania, dal villaggio dove è stato girato No Other Land, e insieme al regista Basel erano venuti a Roma la prima volta nel 2022 e poi ogni anno. Awdah è stato ucciso a sangue freddo nella sua casa, dalla violenza cieca di un colono armato rimasto completamente impunito. Perché in Cisgiordania la caccia al palestinese va in scena ogni giorno. In maniera sempre più brutale.
Ma forse più dei numeri dovremmo raccontare le vite di ogni singolo assassinato.
Ci uccidono una vita alla volta, scriveva qualche giorno un suo amico.
Awdah era un insegnante di scuola elementare, lascia tre figli e tutti i suoi piccoli studenti. Era un leader non violento che credeva nei diritti, nella giustizia e nella libertà, nella speranza di un futuro migliore per il popolo palestinese. Costruiva dialogo e ponti con le comunità internazionali e con i gruppi di ebrei e israeliani contro l’occupazione. Ogni anno veniva in Italia, insieme ai suoi compagni che ora sono in carcere senza accuse, in via preventiva.
Solo qualche giorno fa Iacopo e altri stavano lavorando ai permessi per farli venire in Italia per un progetto di scambio sull’educazione e le comunità resistenti.
Il suo corpo, come spesso accade, è stato sequestrato dalle forze israeliane e il suo funerale è stato vietato dall’esercito.
Oggi, mercoledì 30 luglio, verrà ricordato da tutti coloro che lo hanno conosciuto. Chiunque voglia portare un fiore lo potrà fare questa sera a Roma, alle 21 a piazza Sauli.
Scriveva martedì 29 Iacopo:
“Oggi a Roma pioveva. Come quel giorno in cui mi hai insegnato che nel deserto si vive per sentire l’acqua, benedizione sulla pelle”.
Ci sono ferite più profonde di altre che fanno sanguinare a tempo pieno.
Fai buon viaggio ragazzo gentile.
Ci vorrebbe Dante Alighieri – Francesco Masala
Dante non lo poteva sapere, ma oggi il girone infernale dei genocidi sarebbe cosi popolato da diventare un girone dei più grandi.
Nel girone dei genocidi ci starebbero chi commette direttamente i genocidi, che li finanzia, chi li giustifica, chi li sostiene, chi ne gode, chi fa i soldi, migliaia di soldati, di politici dell’Occidente collettivo che sta morendo, un mondo di feccia dell’umanità, destinato alla fogna della Storia.
Per l’eternità nel girone dei genocidi si uccideranno fra di loro, faranno orge, si sbraneranno senza pietà, anche i poveri diavoli più spietati saranno schifati.