il film racconta delle piccole storie, filmando e facendo parlare delle persone, che hanno finalmente un nome, e sono uguali a noi che non siamo barboni, solo più sfortunati, come Alessio, un tossico che dalla Sardegna si è spostato a Roma, fra droga e alcool viveva, all’epoca del film, in zona stazione.
guardandoli e ascoltandoli si vede che hanno tanti bisogni, ma i pochi che li seguono da vicino sono solo i poliziotti, questo viene offerto loro, sono trattati come scarti umani .
la persona centrale del film è Damiano, un polacco che non ha fatto il papa, e anche la sua innamorata, Sofia.
un film sorprendente, dopo averlo visto Fabrizio De André avrebbe trovato a quelle persone un posto in qualche sua canzone.
in poche sale si può ancora vedere il film, cercatelo, non sarà tempo perso, promesso.
il padre aspetta molto tempo a dirglielo, nonostante le insistenze della moglie.
la confessione avviene una notte nella quale il padre era andato, col bambino, dal fratello, dopo anni di lontananza, per spiegargli cosa succedeva.
tutti sono bravi, ma il bambino (Javier Francesco Leoni) è eccezionale.
il regista evita tutte le trappole del pietismo e della melensaggine, per fortuna del film, e anche nostra.
un film da non perdere, promesso.
ps: nel 2015 passava nelle sale Still Alice, un buon film nel quale Julianne Moore si ammala di Alzheimer precoce.
https://markx7.blogspot.com/2025/10/per-te-alessandro-aronadio.html
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.