Fondo sovrano norvegese: sospensione delle regole etiche
Sospesi i vincoli contro gli investimenti in aziende coinvolte in violazioni dei diritti umani o nella produzione di armi. Il 4 novembre Jens Stoltenberg (ex capo della NATO) ha “convinto” il Parlamento a maggioranza laburista.
di Redazione Peacelink (*)
Il Fondo sovrano norvegese, da sempre considerato un modello di investimento responsabile, ha deciso di sospendere per un anno le proprie regole etiche. È una svolta: sono sospesi i vincoli contro gli investimenti in aziende coinvolte in violazioni dei diritti umani o nella produzione di armi.
A spiegare la decisione davanti al Parlamento di Oslo è stato Jens Stoltenberg, oggi ministro delle Finanze ma fino al 2024 segretario generale della NATO. Proprio lui, l’uomo che da ragazzo protestava contro la guerra in Vietnam (1) e che ora cerca di sospendere le norme etiche per arginare gli investimenti del Fondo sovrano norvegese nelle aziende collegate alla guerra.
Per dieci anni ha guidato l’Alleanza Atlantica attraverso le guerre del XXI secolo, ora si trova a dirigere un cambiamento profondo, avviando una retromarcia nei principi etici del più grande fondo sovrano del mondo.
“Il mondo è cambiato radicalmente rispetto a quando furono introdotte le linee guida etiche”, ha dichiarato Stoltenberg con tono asciutto. “Le regole devono essere riviste”. Così si è rivolto alla sua maggioranza laburista.
La sospensione delle regole e le pressioni internazionali
Dietro questa decisione c’è una tensione crescente tra Oslo e Washington. Le regole etiche del fondo avrebbero imposto di rivedere gli investimenti in aziende americane coinvolte nelle operazioni militari israeliane a Gaza e in Cisgiordania.
Tra queste figurano colossi come Microsoft, Amazon e Google, che dal 2021 partecipano al controverso Project Nimbus, un programma di cooperazione tecnologica con Israele per l’uso del cloud e dell’intelligenza artificiale in ambito militare.
Il Consiglio etico del fondo — organismo indipendente istituito nel 2004 per vigilare sugli investimenti — aveva già espresso preoccupazione e raccomandato disinvestimenti da alcune società sospettate di complicità nelle violazioni dei diritti umani. Il caso più noto è stato quello di Caterpillar, i cui bulldozer vengono utilizzati per demolire abitazioni palestinesi. Quando nel 2024 il fondo decise di vendere le sue azioni in Caterpillar per un valore di 2,4 miliardi di dollari, gli Stati Uniti reagirono con durezza. Alcuni senatori minacciarono ritorsioni commerciali e diplomatiche, accusando la Norvegia di “cedere alle pressioni anti-israeliane”.
La sospensione delle regole etiche, approvata il 4 novembre 2025, appare oggi come una risposta a quelle tensioni.
Per un anno, il Consiglio etico non potrà più proporre esclusioni dal portafoglio, consentendo così al governo di evitare disinvestimenti dalle big tech americane e di mantenere la stabilità finanziaria del fondo.
Un fondo nato dal petrolio che ora fa i conti con la guerra
Il Government Pension Fund Global, meglio conosciuto come Oil Fund, è nato nel 1990 per trasformare la ricchezza del petrolio del Mare del Nord in un capitale a beneficio delle generazioni future.
Con i suoi 2.100 miliardi di dollari di patrimonio, rappresenta circa 340.000 dollari per ogni cittadino norvegese e detiene l’1,5% di tutte le azioni quotate nel mondo.
Nel 2004 la Norvegia scelse di darsi un’anima etica, vietando gli investimenti in armi nucleari, mine antiuomo, tabacco e carbone.
Ma ora quella stessa Norvegia che aveva fatto scuola per rigore e trasparenza, decide di sospendere proprio le regole che le avevano garantito credibilità internazionale in nel campo degli investimenti.
Stoltenberg tra due mondi: NATO e finanza globale
Il ruolo di Stoltenberg è emblematico. Dopo dieci anni alla guida della NATO, dove ha promosso l’espansione militare dell’Alleanza e la crescita dei bilanci della difesa, torna nella politica norvegese e imprime una svolta che molti leggono come una militarizzazione silenziosa della finanza. Le sue parole, che invitano a “rivedere” i criteri etici in un mondo “radicalmente cambiato”, evocano l’idea di una nuova fase: quella in cui i confini tra economia e guerra diventano sempre più sfumati.
La Norvegia, un tempo modello di diplomazia e mediazione, sembra ora allinearsi alle logiche strategiche occidentali, anche sul piano economico. La sospensione delle regole etiche non è solo un fatto tecnico: è un segnale politico che mostra quanto il sistema finanziario globale stia diventando parte integrante dei conflitti contemporanei.
Etica sospesa, fiducia in bilico
Il fondo nato dal petrolio per garantire il futuro dei norvegesi rischia ora di perdere la sua più grande ricchezza: la fiducia.
La scelta di Stoltenberg e del governo di minoranza guidato da Jonas Gahr Støre potrebbe infatti minare la reputazione costruita in vent’anni di investimenti responsabili.
Resta da capire se questa sospensione temporanea sarà davvero solo una parentesi o se rappresenta, più in profondità, un cambio di paradigma: quello in cui la guerra, diretta o indiretta, torna a essere accettata come una fonte legittima di profitto.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Jens_StoltenbergPer approfondimenti
https://www.eticanews.it/norges-sospende-regole-etiche-per-non-disinvestire-dalle-big-tech/
https://borsaefinanza.it/anche-la-norvegia-volta-le-spalle-alla-sostenibilita/
