Funtaneris – Sulle strade dell’Acqua – Massimo Gasole

(visto da Francesco Masala)

il documentario nasce da un lavoro che il prof. Marco Cadinu porta avanti da molti anni (https://www.fontanedisardegna.eu/), lo studio delle acque e dei modi di raccoglierle, in tutti i comuni sardi.
è un film di viaggio (on the road), in macchina, toccando solo alcuni paesi.
e le fontane sono dei monumenti sacri, per tutti gli usi degli abitanti, approvigionarsi di acqua da bere, luoghi d’incontro e di dialogo, abbeveratoi, lavatoi, e, perché no, anche fare un bagno.
qui se ne possono vedere alcune in 3D
la colonna sonora, canzoni blues, e perfetta per il film.
se vi capita non perdetelo, bevetene tutti.

https://markx7.blogspot.com/2019/08/funtaneris-sulle-strade-dellacqua.html

 

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

Un commento

  • Marco Piras-Keller

    Ho guardato il trailer, letto quello che ho trovato da leggere, e mi sembra che il documentario parli delle fontane, cioè di manufatti che raccolgono e distribuiscono l’acqua in superficie. “Funtaneri”, che io sappia sono ‘i tecnici’ delle fontane, esperti dello scavare pozzi e magari, realizzare il manufatto fuori terra. Ma poi le varietà di sardo sono tante e tali che, non so. salvo che il suffisso -eri indica normalmente un mestiere, un ‘agente’. Forse mi sfugge qualcosa.
    Comunque il tema è molto interessante e rimanda al lavatoio (beate le donne che lo avevano in paese e potevano lavare al riparo, invece che inginocchiate su una pietra al fiume; i luoghi di sosta e di riposo lungo sentieri, con la tazza di sughero con il manico, per i viandanti che potevano attingere acqua; rimanda all’intrattenimento di chi andava a riempire la brocca aspettando il turo per riempire la propria e rimanda anche a tanti pozzi (funtana) nient’altro che antichi pozzi sacri rimasti in uso.

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