Il passato remoto di masticare

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di Daniela Pia

Quarta e quinta ora in una quarta di un istituto professionale del paese di Caradè. 18 studenti di cui cinque disabili, con il sostegno ma con la programmazione curriculare, fatto di difficile comprensione per i non addetti ai lavori, e non solo.

La docente di lettere spiega, per la terza volta consecutiva, il famigerato “Saggio breve” di cui gli studenti hanno solo sentito raccontare nei gironi infernali della ricreazione. La docente di lettere si trova in aula con altre tre docenti. La classe non è facile. Essa sta seduta su una sediola appoggiata ad un banco e vicina a tre studenti, normodotati -che brutta parola-, i quali erano assenti il giorno prima. Due delle docenti di sostegno parlano fra loro, di cose importanti, nessuno osa metterlo in dubbio, ma il brusio del loro discorrere si aggiunge al lavoro dell’altra docente di sostegno – seduta a fianco al suo studente- e a quello della docente di italiano che spiega ai tre. Non prova neanche a raccontare, la docente di lettere, del sottofondo studentesco che confluisce nella caciara Nel frattempo una studentessa che nemmeno cinque minuti prima aveva chiesto confusamente lumi si improvvisa come aiuto al compagno diversamente abile, (dando spiegazioni che non avrebbero potuto che aggiungere nebulosa a nebulosa). La docente di lettere con queste finzioni lessicali comincia a sentirsi diversamente insegnante- nel senso che chiede un sostegno a questa sua diversità. A questo punto la docente di lettere, alla quale fumano cervello e orecchie per la difficoltà nel gestire la situazione, si alza dal banchetto e si avvicina alle colleghe che parlano -non con il linguaggio dei segni- chiedendo aiuto. Una delle due piccata sbotta a voce alta che stava “parlando di cose importanti che riguardavano gli studenti e aggiunge che quelli non erano i modi”, chiosa poi specificando che lei non è tenuta a sapere cosa è un ” saggio breve” e che l’ insegnante di lettere spiega, se necessario anche dieci volte lo stesso argomento. Cosa che peraltro la malcapitata stava facendo.

Sottolinea poi che se la docente di lettere ha diciotto studenti, anche lei, in quanto docente della classe ne ha diciotto e che quindi non doveva permettersi la ddl ( docente di lettere UFFA! ) di interrompere lo scambio di informazioni che avveniva “coram classem”.

Tutto questo in un luogo, l’auletta di poco più di 20 mt Q, in cui ogni norma sulla sicurezza, sugli spazi prescritti in presenza di alunni H e gli insegnanti loro assegnati, sugli ausili didattici cui si ha diritto e le informazioni di rito, sono assolutamente disattesi e dati come corollario accessorio. Ecco, sono sicura che quella ddls ( docente di lettere sfigata) la prossima volta, vista la malaparata, si risolverà ad insegnare a normodotati , diversamente abili e diversamente insegnanti che il passato remoto del verbo masticare è mastiCAZZI, amari . Pure. Anzi purè .

Daniela Pia
Sarda sono, fatta di pagine e di penna. Insegno e imparo. Cammino all' alba, in campagna, in compagnia di cani randagi. Ho superato le cinquanta primavere. Veglio e ora, come diceva Pavese :"In sostanza chiedo un letargo, un anestetico, la certezza di essere ben nascosto. Non chiedo la pace nel mondo, chiedo la mia".

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