Insistiamo: fuori le armi nucleari dall’Italia
Le basi di Aviano e Ghedi sono fuori legge: nuove denunce alle procure di Brescia e Pordenone
Gli attivisti e le attiviste contro la presenza di armi nucleari sul territorio italiano dopo i presidi informativi – davanti alla base militare di Ghedi e alla Loggia del Municipio di Pordenone – hanno depositato in occasione del deposito denunce alle Procure delle due città.
Le denunce chiedono di accertare la presenza delle armi nucleari a Ghedi e ad Aviano, presenza certa per i denuncianti; di dichiararne l’illegittimità e di perseguire i responsabili dell’importazione vietata dalla legge 185/90, dal trattato di Parigi del 1947 e dal Trattato di non proliferazione del 1975.
Un’analoga denuncia presentata alla Procura di Roma il 2 ottobre 2023 è stata archiviata perché il giudice ha ritenuto di non poter interferire con scelte prettamente politiche. Eppure è principio pacifico che il giudice è garante della legalità e quindi non deve arretrare laddove gli spazi della discrezionalità politica siano circoscritti da vincoli posti da norme come nel nostro caso.
La tenacia dei denuncianti, forti della consapevolezza di essere dalla parte della ragione e del diritto, li ha portati a riproporre l’azione penale in altre sedi, laddove cioè non è stata presa la decisione ma è stata materialmente consumata l’attività di importazione.
I comandi e le forze militari hanno posto in essere una condotta illegittima e non potranno trincerarsi dietro una scelta politica ritenuta dal magistrato di Roma non giudicabile.
Le due denunce sono sottoscritte da attivisti, pacifisti, antimilitaristi, alcuni dei quali rivestono posizioni apicali in associazioni nazionali e internazionali, come WILPF Italia.
Per i denuncianti:
Alessandro Capuzzo, Beppe Corioni, Ugo Giannangeli, Elio Pagani
LE IMMAGINI SONO STATE SCELTE DALLA “BOTTEGA”. QUELLA SUL TERRIBILE BUCO DELLA NOSTRA MEMORIA è DI BENIGNO MOI.

