Jerome Bixby: «The man from Earth»

di Diego Rossi

Jerome Bixby è stato un grande autore di fantascienza. Per uno strano gioco del destino, la sceneggiatura di “The man from Earth” è stata la prima che ha immaginato e l’ultima della sua carriera. Inizia così:

«Ehi amico, non stai perdendo tempo, eh?» 

«Cerco di non farlo…»

«Beh, hai bisogno di aiuto?»

«Certo.»

«Vi piacerebbe dirci cosa diavolo succede?»

«Non mi piacciono gli addii…»

«Tipo le feste di addio, John.»

Bixby è malato, è il 1998 e il tempo che gli resta è davvero poco, suo figlio annota le battute finali sul tovagliolo dell’ospedale, perché Bixby morirà proprio concludendo la storia.

Bixby avrebbe voluto fare il pianista da concerto. Da giovane Bixby uccide un uomo a New York, è il 1946, è inverno e in strada la gente si riscalda intorno a un bidone della spazzatura in fiamme. A un certo punto, uno stronzo prende un gatto e lo getta nel bidone, allora Jerome Bixby reagisce, l’altro tira fuori un coltello e Bixby con un pugno gli sfonda il cranio, uccidendolo. Si rompe la mano. In quel gesto brutale, fatto per la difesa di un’educazione, dell’intelligenza di un essere umano, nasce l’idea che segna la sua vita, allontanandolo dai concerti e portandolo alla scrittura. Bixby inizia a pensare alla storia di un uomo primitivo che sopravvive fino ad oggi.

È impossibile trovare le parole giuste per descrivere “The man from Earth”, una sceneggiatura meravigliosa, con un finale fantastico. Si possono però utilizzare le parole del figlio, che l’ha pubblicata:

https://www.amazon.it/Jerome-Authors-Original-Screenplay-English-ebook/dp/B0865M9X3F

Nell’introduzione alla pubblicazione in lingua inglese figlio scrive: “L’aveva scritto papà. Gli altri idioti hanno offerto un sacco di soldi per la sceneggiatura [chiedendo molte variazioni], mentre Richard non poteva pagare un centesimo. Rendere giustizia al lavoro finale di mio padre era la mia priorità, non volevo uno stipendio. Richard, Eric e l’intero cast e la troupe hanno fatto qualcosa di cui mio padre sarebbe stato orgoglioso. Personalmente, credo che “Man from Earth” sia accanto a “It’s a Good Life” di Twilight Zone e “Mirror, Mirror” di Star Trek come uno dei tre migliori lavori prodotti da papà. È un brillante esempio di come la fantascienza sia radicata nelle idee, non nella computer grafica. Mi fa molto piacere che così tante persone abbiano abbracciato questo piccolo film.

Dopo la morte di Jerome Bixby, la sceneggiatura è stata consegnata a Richard Schenkman affinché dirigesse il film con un budget di 200.000 dollari, il produttore è Eric D. Wilkinson, si può vedere gratuitamente qui: https://www.youtube.com/watch?v=tcLUD3MgY5I

Per descrivere l’emozione che ho provato guardando una delle migliori opere di Fantascienza (potrebbe essere rappresentato a teatro, letto per radio o appunto visto in un film), vorrei prendere in prestito alcuni brani di Cronache Marziane (The Martian Chronicles, 1954) di Ray Bradbury, dedicati al vero protagonista di questa storia, il tempo:

C’era come un odore di Tempo nell’aria, quella notte. […] Era una strana idea. E che odore aveva il Tempo, poi? odorava di polvere, di orologi e di gente. E che suono aveva il Tempo? faceva un rumore di acque correnti nei recessi bui di una grotta, e di voci querule, e di terra tambureggiante con suono cavo su coperchi di casse, e rumore di pioggia. E, per giungere alle estreme conseguenze, che aspetto aveva il Tempo? Il Tempo era come neve che cade senza rumore in una camera buia, o come un film muto in un’antica sala per spettacoli, cento miliardi di facce cadenti come quei palloncini di capodanno, giù, sempre più giù, nel nulla. Così il Tempo odorava, questo era il rumore che faceva, era così che appariva. E quella notte […] quella notte tu quasi lo potevi toccare, il Tempo.”

[Note a margine, fonti Wikipaedia]:

In quella che è probabilmente una mossa senza precedenti, il produttore di questo film, Eric D. Wilkinson, ha pubblicamente ringraziato gli utenti di BitTorrent che hanno distribuito il film senza avere permesso esplicito nei circuiti di file sharing, affermando che ciò ha innalzato il profilo di questo prodotto molto al di là delle aspettative dei finanziatori.

Bella la citazione di Star Trek all’interno del film: “Bixby ha scritto quattro episodi della serie televisiva originale Star Trek: Specchio, specchio, Requiem per Matusalemme, La forza dell’odio e Con qualsiasi nome.” In Requiem per Matusalemme Bixby aveva in parte utilizzato l’idea della sua sceneggiatura: https://www.youtube.com/watch?v=v86g48-y7VQ

Esiste anche un seguito, scritto dal figlio: Man from Earth: Holocene.

 

NOTA DELLA “BOTTEGA”

Purtroppo di Bixby in italiano esistono solo pochi racconti (alcuni davvero molto belli). Chissà se prima o poi qualche editore li riunirà in un’antologia.

 

Redazione
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