L’omicidio stradale di Viola Mazzotti
di Vito Totire (*)
L’omicidio di Viola Mazzotti a Bologna: ancora una volta lacrime
del “giorno dopo”
Coincidenze e rimozioni fanno rabbrividire; la ragazza era di Cervia, lo stesso Comune della turista uccisa con una ruspa in retromarcia; la ragazza vittima di omicidio stradale è morta nei pressi di via “Edera” De Giovanni gloriosa e indimenticabile partigiana uccisa dai nazifascisti.
Ulteriore tragica coincidenza: omicidio stradale di una ragazza il 25 novembre .Solo coincidenze.
Abbiamo sempre detto che le lacrime del giorno dopo, anche se sincere, non bastano. Dopo lunghi mesi di polemiche sulla sicurezza stradale, fomentate da una destra priva persino di buon senso, ritorna drammaticamente la questione della tutela degli utenti deboli della strada; le piste ciclabili devono essere maggiormente protette e non essere agibili solo per ciclisti spericolati o masochisti.
Sulla sicurezza, come per tutte le stragi e gli omicidi sul lavoro degli ultimi decenni, ancora una volta sono stati manifestati i buoni propositi del giorno dopo: sensori sui mezzi pesanti!
Intendiamoci da diversi lustri i “padroni” promettono maggiore sicurezza grazie a certe nuove tecnologie e persino grazie alla intelligenza artificiale; ma abbiamo capito subito che le nuove tecnologie sarebbero state usate più per aumentare la produttività e peggiorare lo sfruttamento dei lavoratori,
come ha sempre sostenuto con estrema chiarezza il giudice di Torino Raffaele Guariniello:
• la sicurezza deve preesistere all’avvio della attività lavorativa
• e deve avere come unico limite quello della fattibilità tecnologica e non certo quello del costo economico.
Ora persino il sindaco di Bologna parla di sensori sui mezzi pubblici pesanti! Appunto ne parla “il giorno dopo”: perché non li ha prescritti prima in virtù del suo ruolo di autorità sanitaria locale?
Da quando la tecnologia è disponibile? Molte auto “piccole” (mezzi privati) hanno da molti anni i sensori installati e funzionanti; scattano e ti
allarmano anche se tu hai già perfettamente percepito il rischio e stai già frenando. Va bene: meglio abbondare.
Si può chiedere a mezzi pesanti di cantiere d’avere minori standards di sicurezza di quelli già da molto tempo disponibili per singoli cittadini privati ?
Ma c’è un altro evento che dobbiamo ricordare, purtroppo; un omicidio sul lavoro di cui non si è quasi parlato: quello dell’operaio di Hera Paolo Musolesi di 44 anni, sotto il ponte di via Zanardi. Cosa sarebbe successo se il camion su cui viaggiava Musolesi fosse stato dotato di sensori capaci di segnalare l’ostacolo?
Probabilmente non c’è stata nessuna indagine penale, certamente se c’è stata una indagine non è giunta a dibattimento…Ma quel tragico evento del luglio 2020 avrebbe dovuto fare riflettere oltre che avrebbe potuto essere prevenuto. E almeno avrebbe potuto rispondere a un dubbio : vi è stata omissione di misure di sicurezza ?
Scopriamo solo oggi (?) che i mezzi pesanti, ma anche quelli leggeri, possono essere “armi improprie” e omicide in libera uscita da cantieri nei quali evidentemente il DVR – documento di valutazione del rischio –
avrebbe dovuto essere redatto in maniera più esaustiva. O il DVR va sempre bene? E magari gli organi pubblici ispettivi deputati al controllo si limitano a farne fotocopia piuttosto che valutarli criticamente per
integrarli se necessario?
E’ ovvio che il sindaco di Bologna (che nella sua maggioranza include, nientemeno, gli “amici della bicicletta”) avrebbe dovuto pensaci il giorno prima e non il giorno dopo. SE SI VUOLE FARE DAVVERO PREVENZIONE.
Bisognava “aspettare l’evento mortale” ?
Vive condoglianze ai familiari e agli amici di Viola Mazzotti
Non sarà motivo di consolazione per nessuno ma, per amore di verità, dobbiamo annoverare Viola Mazzotti tra le vittime di omicidio stradale ma anche tra le vittime di una organizzazione del lavoro che trascura la prevenzione e la sicurezza.
(*) Vito Totire è portavoce della Rete nazionale lavoro sicuro
Bologna, 26.11.202
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