Luogo dello sguardo .. le parole di Gaia Zaccagni
di Sandro Sardella
qui nella appiccicosa calura estiva ..(anche) nelle Prealpi varesotte .. sto leggendo “Gli amari limoni di Cipro” di Lawrence Durrell .. così .. mentre le pagine pigramente mi portano tra le barche del porto di Kyrenia i caffè vivaci di aromatici vini e chiacchiere pigre vegetazioni profumate e colorate la grecità e le commistioni inevitabili con la civiltà turca il dramma dell’isola divisa .. così .. mi ritornan tra le mani due preziosi libri di Gaia Zaccagni .. Lei (di Roma) a Cipro vive da anni .. insegna fa teatro è una studiosa è brava fotografa scrive poesie in italiano e in greco ..
quanto mi sento ignorante nello sfogliare questi piccoli libri .. stampati a Cipro e di squisita fattura .. nel guardare queste liriche scritte in greco .. qualcuna è in italiano e la propongo …
Gaia Zaccagni fa sentire l’anima dell’isola la solarità mediterranea .. cattura fascino desolazione e miraggi .. parole di splendore cesellate guardano riflettono permettono di scoprire paesaggi dell’anima .. ..
*
linea verde
Felicità dubbia, mi dirai,
quella di chi al mattino
spalanca la finestra
su una linea di confine
nascosta fra le palme.
Eppure l’aria entra frizzante,
gli uccelli fanno festa
il moezin canta rimodulando
parole dette ridette e mai desuete
e il vento fischia
tra il filo spinato e se ne infischia
del soldato che osserva la bandiera
con uno sguardo obliquo
e assente
di chi si pente
di aver sparato
a quei colombi stanchi
appollaiati
sulla mezzaluna bianca e sulle nove onde
blu del cielo.
*
alla fine
Alla fine
non si lascia che una scia sbiadita.
come sul mare il vento.
ad ogni guizzo e increspatura
credi che l’onda monti su come leone.
Poi s’acquieta
e la vela più non è
sospinta altrove
(da: “Erbario d’aprile” – Suite cipriota, dedicata ad Attilia Legatti)
*
Approdi
ripetizioni consuete
che non lasciano margine
d’errore
ma nemmeno
di quello stupore che sorprende
passi in equilibrio
su scie d’acqua
su brezze marine
su picchi d’alture
e baratri
di noncuranza
*
Teatro romano a Soli
L’albero del pepe
se ne sta adagiato
con gli orecchini rosa
che grondano,
tra i capelli
lunghi e verdi,
di gocce di rugiada.
L’ape s’aggira
incostante
cercando l’ambrosia
della dimenticanza
Gaia Zaccagni (Milano 1972) si occupa di filologia e letteratura bizantina e neogreca, e insegna come visiting professor presso l’università di Cipro Lingua e letteratura neogreca. Ha curato l’edizione critica di testi agiografici dell’Italia meridionale (Roma 1997) e di parte del corpus omiletico di Filagato da Cerami (Roma 1999). Ha pubblicato studi inerenti al patrimonio manoscritto dell’isola di Lesbo (Mitilene 2006). Ha redatto per due anni la rivista «Foro Ellenico», pubblicata dall’Ufficio stampa dell’ambasciata di Grecia, realizzando numeri monografici su argomenti salienti della cultura greca. Ha pubblicato il volume «Luoghi, parole e ritmi dalla Grecia moderna», Edizioni Nuova Cultura (2007). Accanto all’attività scientifica, si dedica alla produzione poetica, in italiano e in greco, alla traduzione e allo studio teorico e pratico della musica greca. Ha pubblicato le seguenti raccolte: «Gaia Zaccagni. Una poesia» (Pulcino Elefante, Osnago 1997); «Ανεμοσκορπίσματα-Sparse nel vento» (Nuova Cultura, Roma 2007), «Εν πλω πάντα κλειστή» (Melani, Atene 2014) mentre alcune poesie sono state pubblicate su riviste letterarie: «Storie» (n. 21-1996), «Ύλανδρον» (Cipro, 2003), «Ποιείν» (ed. Online).