Nasce la rete degli sportelli e delle camere popolari del lavoro

di Clash City Workers (*)

Si parte con la rete degli sportelli e delle camere popolari del lavoro!

Di cosa si tratta?

Gli sportelli contro lo sfruttamento e le camere popolari del lavoro sono delle strutture TERRITORIALI espressamente dedicate ai lavoratori. Si occupano di mappare le vertenze che si sviluppano sul territorio, dando loro visibilità e sostegno; offrono un servizio di assistenza e tutela legale gratuita rivolto anche a singoli lavoratori e lavoratrici; sviluppano corsi di formazione sui diversi aspetti del rapporti di lavoro (lettura busta paga, conoscenza contratti nazionali di settore etc.); e soprattutto diffondono il dibattito e la presa di coscienza politica tra lavoratori, promuovendo campagne specifiche e diffondendo materiale informativo (campagna contro il lavoro nero; promozione del referendum per l’abolizione dei voucher e la responsabilità sociale negli appalti, etc.). In breve: si tratta di uno strumento messo a disposizione dai lavoratori per i lavoratori, un luogo di formazione, dibattito, e, perché no, anche di socialità!


Perché la rete degli sportelli e delle camere del lavoro?

Partiamo da una constatazione: noi lavoratori non siamo mai stati così connessi l’un l’altro. Dentro uno qualsiasi dei prodotti materiali che ci circondano, che sono il frutto del nostro lavoro, è cristallizzato lo sforzo di una molteplicità di figure lavorative, molto più grande rispetto al passato. Dietro uno smart-phone, dietro un mobile acquistato da Mondo Convenienza o da IKEA, c’è un processo che parte dalle materie prime e dalla produzione in fabbriche meccanizzate, passa attraverso reti logistiche internazionali e viene distribuito nelle grandi superfici commerciali.

Nonostante però il fatto di essere messi costantemente in cooperazione, non siamo mai stati così divisi. La percezione della nostra unità oggettiva è costantemente offuscata da una estrema frammentazione soggettiva. La precarizzazione del lavoro, la paura del licenziamento, la frammentazione categoriale, la minaccia della delocalizzazione, il ricatto del permesso di soggiorno, la distruzione del welfare universalistico che scarica sulle donne il lavoro di cura, l’individualismo imperante, funzionano come tanti paraventi, tanti elementi di ricatto, che impediscono ai noi lavoratori di percepirci come membri solidali della stessa classe e di organizzarci.

Di fronte a questa situazione, abbiamo pensato che la prima cosa da fare per ritrovare una lingua comune fosse quella di ripescare nella tradizione del movimento operaio e individuare così quegli strumenti che in altri tempi hanno consentito lo sviluppo della coscienza di classe, attualizzandoli. Abbiamo così “scoperto” le Camere del Lavoro, luoghi in cui le diverse anime professionali e categoriali del lavoro ottocentesco hanno saputo conoscersi, riconoscersi e organizzarsi, sottraendo così alle imprese di allora l’arbitrio sulle loro vite e conquistando migliori condizioni di lavoro. Se oggi molte delle antiche Camere del Lavoro sono diventati degli uffici servizi, ed hanno smesso di assolvere al compito originario, quello cioè di creare solidarietà e consapevolezza tra i lavoratori, ciò vuol dire solamente che sta a noi riappropriarci di uno strumento indispensabile.


Cosa vogliamo?

Ormai lo avrete capito. Con gli Sportelli contro lo sfruttamento e le Camere Popolari del Lavoro vogliamo SUPPORTARE TUTTI i lavoratori, anche quelli nascosti dietro i “divieti d’accesso” della nostra società, dai campi dove si pratica il caporalato ai bar e ristoranti dove il lavoro nero è la norma. Se non saranno loro a venire da noi, saremo noi ad andare a cercarli. Solo uniti infatti potremo imporre le nostre rivendicazioni, il nostro PROGRAMMA. Se il programma che finora ci hanno cucito addosso si chiama pacchetto Treu, legge Forner, Jobs Act, Fiscal Compact, Aspi, Naspi, e tutti gli altri mille nomi dello sfruttamento, il nostro è un programma che dice riduzione dell’orario di lavoro, aumenti salariali, sicurezza, investimenti pubblici, servizi per tutti, contratti.

Noi vogliamo insomma che la rete degli sportelli e delle camere del lavoro sia lo scheletro sul quale ricostruire il corpo della classe lavoratrice di questo paese.

Finora abbiamo sofferto, ora è tempo di ORGANIZZARCI! 10-100-1000 Camere Popolari del Lavoro!

Venite a trovarci!

Bergamo: aperto ogni domenica dalle 18.00 alle 20.00 presso il Circolo Barrio Campagnola, Via Ferruccio dell’Orto 20. Siamo disponibili anche in altro giorni, contattateci!

Cava dei Tirreni: aperto ogni lunedì dalle 20.00 alle 21.00 presso lo spazio Pueblo, via Raffaele Baldi 1. Siamo disponibili anche in altri giorni, durante gli orari di apertura dello Spazio.

Firenze: aperto ogni mercoledì dalle 17.30 alle 19.30 in Via de’Pilastri 43/r. 

Napoli: aperto ogni mercoledì dalle 18.00 alle 20.00, presso l’ex-Opg Je so’ pazzo, Via M.R. Imbriani 218. Le riunioni aperte si tengono ogni primo e terzo mercoledì del mese a partire dalle ore 19.00

Padova: aperto ogni sabato dalle ore 09.00 alle ore 12.00 presso il Catai, Ponte San Leonardo 1.

Roma: aperto ogni mercoledì dalle 18.30 alle 20.30 presso l’occupazione abitativa di Viale delle Province 196.

(*) ripreso da ClashCityWorkers.org.

Del prezioso lavoro informativo di Clash City Workers – ma anche del loro libro “DOVE SONO I NOSTRI” qui in “bottega” si è parlato più volte. L’invito è… a mettersi in contatto diretto con loro, anche per ricevere la loro ottima newsletter. (db)

Redazione
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