Nei dintorni .. il canto di libertà di Sante Notarnicola
di Sandro Sardella
ci sono parole che hanno forato muri & silenzi ..
parole di memoria di nostalgia profonde & leggere
d’amore di rabbia ..
parole di un’evasione possibile da nuovi poteri antichi
da menti & corpi devastati senza il pane & le rose ..
ci sono donne & uomini con parole che lottano ..
ancora .. scavano .. nei dintorni ..
(da: «La nostalgia e la memoria»)
Poesia di gennaio
Chi è Severina?
È la mia donna.
Cos’è la tua donna?
La mia compagna.
In quale rapporto sei
con la tua compagna?
Un rapporto d’amore,
di quotidiana complicità.
Ami dunque?
Amo. E perché amo
non chiederlo,
si ama e basta.
Sei felice?
Di più, sono euforico.
E la prigione?
Io amo.
E rannicchiato
allungo le dita
e graffio la luna.
…
Posso guardare
diritto il sole.
…
Alzo il pugno alla prigione
e sfido. Tutto e tutti
io sfido e grido.
Mi chiedi com’è
la mia donna …
Vedi,
è una festa
una scommessa
…
La donna
da vivere a denti stretti
perché tutto vuole. Tutto voglio.
È il mattino
e della montagna
ha tutti i colori.
…
È la mia corsa
nel cortile della prigione,
la giornata scandita dal ferro.
…
È il calcio ad un sasso,
il gioco dei quattro cantoni
e la collina dell’adolescenza mia.
…
E poi, conosce tutti i segreti,
quelli racchiusi nell’albero del melo.
Cuneo 24 gennaio 1986
P.S: trovare i libri di poesia di Sante Notarnicola
è assai difficile … ma presso le Edizioni ODRADEK
di Roma è possibile .. «L’evasione impossibile»
(la sua semibiografia, negli anni ’70 pubblicata
da Feltrinelli) … e «L’anima e il muro» (introduzione
di Daniele Orlandi e disegni di Marco Perroni) .. una
scelta antologica di poesie scritte durante un
trentennio tra l’amore e il muro di tante prigioni ..
un’occasione per una particolare storia d’Italia ..
spesso silenziata dalla Kultura accademica ………
grazie a Sante
e grazie Sandro: mi hai risvegliato un bellissimo ricordo.
A metà anni ’80, mentre Sante era ancora “là dentro”, prestavo me stesso e la mia voce a leggere i suoi testi “fuori”. In particolare ricordo una bella lettura a Topìa, che ora non esiste più, e un’altra al Nowall, sempre con un sacco di pubblico. Gli davo la mia voce con commozione e determinazione. Leggevo quei testi per lui che non poteva. Questo ci ha creato un rapporto affettuoso che dura ancora. Gli voglio bene.
In seguito, quando uscì, portai da lui prima Jack Hirschman, e poi Janine Pommy Vega. Furono molto impressionati dalla sua poesia. Jack lo ha perfino tradotto e pubblicato negli USA.
Grazie.