Patrizia Baldini: Non so
Poesia dedicata ai profughi detenuti nelle carceri in Libia
Mamma, perché?
Ahmed, non so perché
Troppo poco
Non so
Hai insegnato ai tuoi figli
Il rispetto per l’uomo
Ci hai convinti a partire
Con belle parole
È un mondo migliore
Mi diceva un sorriso
Per due anni ho viaggiato
E la morte ho vissuto
Nel deserto ho bevuto
Sangue e urine
La luce accecava
I sensi di chi
Ingannato dal sogno
Urlava la vita
Ora il buio mi acceca
Caldo come il deserto
Manca l’aria
In questo lugubre anfratto
Pestano, insultano
Non rispettano l’uomo
Troppi occhi stanchi
Visi scarni e abbattuti
Non credo più a nulla
Mamma, perché?
Ahmed, non so
È troppo poco
Anche per me
Il fuoco ci ha spinti
Voglia di pace
Cercavo un futuro
Per te e per me
Era sincero il sorriso
L’uomo nel deserto
Un inganno assassino
Ci ha consegnati alla morte
Qui è buio accecante
Odore di corpi finiti
E lavori forzati
Hanno deciso per noi
L’unica certezza
Di un futuro sbagliato
Perché? Mi spiace, non so
(9 luglio 2010)
Perchè, mi spiace, non so
Anzi, no
Anzi, lo so
Una sinfonia
tragica
in do diesis
minore
Una terapia
antalgica
per il dittatore
Un rigore
inesistente
ai mondiali
del dolore
che le folli
folle
plaudenti
annuenti
sorridenti
indolenti
assenti
fanno finta
di non vedere
Per cortesia
riguardiamo
il film della partita
il film della vita
al ralenti
Espelliamo
col rosso del sangue
chi
non rispetta le regole
nemmeno dell’evoluzione
e resuscitiamo i morti
con la rivoluzione
dell’amore
Grazie mille Enrico, bellissima la tua poesia. Non ti rispondo con un’altra poesia, ma ti dico semplicemente che è importante parlare, urlare, denunciare.
Io lo faccio come posso, come so fare. E allora parlo, scrivo e dipingo i diritti di chi non ha voce… o meglio, di quelli a cui non diamo voce…