Porta Portese: il Mercato di Gualtieri mangia le bancarelle

comunicato dell’Usicons di Roma.

COSA SAPERE sul destino effettivo, del mercato storico di Porta Portese…

Il Comune, Roma Capitale, vuole snaturare un mercato che ha una storia di 80 anni, nato dopo la 2° guerra mondiale, per aiutare i poveri a sbarcare il lunario con dignità.

Il progetto dei “gazebo tutti uguali” renderà Porta Portese, un mercato di “mutandari” con merci dozzinali acquistate all’ingrosso, marginalizzando il recupero, il restauro di cose, l’artigianato locale, la rivendita di abiti usati, dischi antichi anche in vinile, libri e cd, mobili restaurati.

Il bando che Roma Capitale ha in mente (ancora non predisposto, ma sbandierato in conferenza stampa e in servizi di propaganda radiotelevisiva), rischia fortemente di sfrattare gran parte degli operatori storici (censiti dal Comune sin dal 2007) e attivi, già dagli anni 70-80 e 90.

Roma Capitale e il Sindaco Gualtieri, vogliono farvi credere che l’unica prospettiva fattibile sia di trasformare tutti in “imprenditori” in regime di Partita IVA per “lor signori”, non ci sono scelte.

NON E’ VERO. La realtà è che esistono diverse opzioni e scelte, di natura fiscale e contrattuale, per poter rimanere nel mercato a lavorare e svolgere le attività, in modo perfettamente lecito e legale. La Partita IVA è solo una delle tante, di fatto discriminatoria perché al netto di giornate piovose, maratone, domeniche ecologiche, eventi, che riducono la frequentazione del mercato, con 40/45 presenze annue sul mercato e di “giornate di effettivo lavoro” (il mercato di Porta Portese è aperto SOLO LA DOMENICA), diventa antieconomico pagare 5000 euro di Contributi Inps; le modalità di tassazione per questo tipo di attività, non farebbero nemmeno entrare chissà quali somme, nelle casse dell’Erario, oltre al costo spropositato per chi non ha un fatturato rilevante. Tale progetto è conforme, a una forma di impresa pensata per soggetti forti. Non si chiede alcuna impunità o deroga. Gli operatori “storici”, attivi nel mercato a Via Ippolito Nievo e a Via Bargoni, sono lavoratori e lavoratrici informali, non professionisti, non fanno altri mercati, non hanno una continuità “di gestione imprenditoriale” tutto l’anno. E’ stato proposto l’uso del codice fiscale (molti-e lavorano anche per 50/100 euro a giornata), il riconoscimento dei titoli storici, inclusione dei soggetti non professionali e in disagio sociale, una concessione consortile autogestita, la possibilità di pagare un canone sociale di affitto delle postazioni tenendo conto dell’Isee. GLI OPERATORI-TRICI STORICI NON SONO EVASORI FISCALI, NON VOGLIONO SOTTOMETTERSI e L’USICONS aps è a loro sostegno e mutuo appoggio, in questa battaglia di diritti e garanzie, anche nel futuro bando di gara.

Le soluzioni proposte sono concrete, legali, eque e attuabili. Manca ancora la volontà politica dell’Amministrazione capitolina, di tutelare i più deboli, non solo gli interessi dei “poteri forti”, che hanno gli appetiti sulla ipotizzata, da Roma Capitale, “ristrutturazione e riqualificazione” del mercato di Porta Portese, in un’ottica di gestione AFFARISTICA, MERCANTILE, che ne snaturerebbe la funzione sociale e originaria.

Il Piano Regolatore Generale di Roma Capitale, qualifica l’area come parte della “Città Storica” e prescrive la valorizzazione del mercato. Il Codice dei Beni Culturali impone la tutela del profilo storico-identitario di un luogo, comprese le attività che lo incarnano. Ma nella pratica il progetto, elaborato da studio di architetti per conto del Comune, ignora tutto questo: non si limita a ridefinire gli spazi, ma riscrive le regole di accesso, cancellando una parte della realtà che non può adattarsi alle nuove condizioni. Si criminalizza il paventato “disordine”, si annullerebbe il carattere informale, si equipara il precario all’illegale/abusivo, in nome di “ordine e sicurezza”.

Una concezione poco “sociale” e di inclusione, che sta per essere messo in atto da una politica spietata, classista, ottusa. Una politica forte coi deboli e debole con i forti.

Una politica istituzionale, lontana dai bisogni effettivi di operatori e della stessa cittadinanza, che ha già “distrutto” La festa de Noantri, che ha “gentrificato” e rimodellato il quartiere di Trastevere, trasformandola in una sorta di grande B&B (Bread and Breakfast), in uno spazio “vetrina”, dove il commercio si sta caratterizzando in serie infinita di negozi e bancarelle sui viali, stile mercato de Il Cairo, con vecchie edicole riempite di paccottiglia e merci dozzinali, per turisti e visitatori occasionali, spesso gestite utilizzando manodopera immigrata e sfruttata.

Porta Portese è anche tua, aiuta e sostieni gli operatori-trici “storici” e quelli più deboli contrattualmente, non facciamoci abbindolare dalle favolette del Municipio XII e del Sindaco Gualtieri. IL MERCATO DOMENICALE DI PORTA PORTESE, E’ UN PATRIMONIO DELLA CITTA’, DI ROMANI E ROMANE, APERTO PER TUTTI-E.

USICONS – per contatti usicons.roma@gmail.com

NELL’IMMAGINE l’articolo di Stefano Disegni uscito su “Il fatto quotidiano”.

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *