Profughi e rifugiati, dopo le lacrime l’indifferenza
Alcune riflessioni su un’intervista al professor Fulvio Vassallo realizzata da www.radiazione.info il 26 ottobre dopo la celebrazione per i profughi morti nello Stretto di Sicilia. Una celebrazione molto strana che da subito ha fatto capire che le lacrime e gli inchini di fronte alle bare nascondevano l’indifferenza assoluta. Una celebrazione che non contemplava né le persone decedute né i loro cari ma, incredibilmente, i rappresentanti istituzionali del governo eritreo, da cui i morti stavano scappando. Una totale mancanza di tutela nei confronti dei profughi eritrei che avevano raggiunto Agrigento per la celebrazione tanto che alcuni di loro si sono allontanati intimoriti difronte a quelle pesanti presenze.
La celebrazione, però, è solo un sintomo dell’indifferenza che i governi italiani hanno avuto nei confronti dei profughi negli ultimi 20 anni, indifferenza che rimane tale anche oggi. Un’indifferenza che si nutre della stessa frase: “Deve intervenire l’Europa”. Purtroppo i media non spiegano che cosa pensa l’Europa della gestione nostrana dei profughi. Una gestione che negli anni ha contato sulla possibilità di bloccare i profughi nei Paesi di passaggio, condannadoli a una serie increbibile di torture, sino ad arrivare alla morte. Quei pochi che, poi, riescono a raggiungere l’Italia vengono condannati a una situazione miserevole, tale che chi riesce cerca di non farsi identificare qui ma tenta di raggiungere da subito altri Paesi. In altri casi è proprio il nostro Paese ad offrire sinanco denaro perché questi profughi lascino il nostro suolo verso altre nazioni della UE (così è successo, ad esempio, con i giovani tunisini a cui sono stati offerti 500€ per uscire dal circuito dell’accoglienza). Nel 2011 siamo stati puniti per i respingimenti in mare. L’Europa non è assente nella gestione di questi arrivi, è il nostro paese a essere totalmente indifferente.
Nella settimana che è appena trascorsa, Fulvio Vassallo ha segnalato molti articoli, molti non in italiano, che descrivono la situazione inumana in cui stanno vivendo i profughi sopravvissuti alle due stragi.
Personalmente vedo un governo formato da simpatici Avatar e da addetti alla scrittura di simpatiche tag, il tutto supportato da un impianto mediatico che nulla lascia trapelare. Non lascia nemmeno trapelare che il nostro problema non è più l’immigrazione ma, ormai, l’emigrazione, le migliaia (decine di migliaia) di italiani e immigrati che se ne vanno a fronte di un numero sempre più esiguo che vuole entrare, ma questo sarebbe brutto da dire.
(qui l’audio completo dell’intervista Morte nostrum)
cosa dice la ministra?
bhé, quando l’hanno intervista durante la cerimonia lei credeva di essere stata ai funerali di Stato, non scherzo, l’ha proprio detto, poi devono averla messa nuovamente in formalina sino alla prossima occasione