Proprietà privata: ma di cosa? … Sul rave di Modena

articolo di Enrico Semprini (*) e a seguire il comunicato dal rave.

La proprietà è privata del possibile uso pubblico della stessa. Questo è il senso di una coppia di parole usate spesso per “fomentare i peggiori istinti” (avrebbe detto qualche barone).

I 5.000 giovani che hanno dato vita ad un rave a Campogalliano, nei pressi di Modena, inducono a riflettere su cosa sia la proprietà privata.

Partiamo da qualche antefatto per capire cosa garantisce questo Stato a chi ha il denaro sufficiente per tenere inutilizzati spazi e beni privati dell’uso alle altre persone.

In particolare: chi garantivano le “forze dell’ordine”?

Un bene, una porzione di territorio sul quale sorge il capannone della ex fabbrica in cui venivano prodotte le auto Bugatti. In questa disamina non ci addentreremo su quanto sia mai stata di utilità sociale diffusa una azienda che produceva auto di mega-lusso, di cui due modelli entrano nella classifica delle auto più costose del mondo con prezzi di 2 milioni e 2,4 milioni di euro.

A distanza di 30 anni dalla chiusura della fabbrica circa 5000 giovani si sono trovati per vivere l’esperienza di un Rave Party, un raduno temporaneo per divertirsi insieme, che generalmente si svolge in un’area abbandonata, con ingresso libero senza pagare denaro.

Di fronte a questa iniziativa, che si sarebbe conclusa spontaneamente poiché durava un fine settimana, si è assistito all’intervento delle forze di polizia che hanno identificato 2805 persone, diverse le hanno malmenate e moltissime gasate con i lacrimogeni, impedito l’arrivo di una ambulanza per soccorrere una persona colta da malore, come correttamente e coraggiosamente ha ricordato la senatrice Ilaria Cucchi, e 9 le hanno poi arrestate. Hanno sequestrato materiali di cui daremo conto.

Quali interessi dovevano garantire i poliziotti ed i carabinieri intervenuti?

Quelli del proprietario, un signore di nome Adrien Labi che viene descritto così: <<un ricco e discreto uomo d’affari britannico, a cui sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza francese 461 milioni di euro nel marzo del 2023 per evasione fiscale e omessa esecuzione di scritture contabili.>>

Come poteva dunque il governo italiano non cercare di garantire qualcosa di un signore così illustre? Tanto da aver superato quantitativamente l’evasione fiscale di un ex presidente del Consiglio italiano, appena celebrato con una pubblica manifestazione da una parte della maggioranza di questo governo che gli ha attribuito la paternità morale della “riforma” (virgolette) della giustizia (virgolette doopie, se esistono).

D’altra parte i giovani che hanno occupato la fabbrica, di cosa sono accusati?

Di invasione di terreni o edifici, grazie al nuovo articolo 633 bis del codice penale da poco inaugurato da questo governo, il cosiddetto “decreto sicurezza”.

Dato che un giurista ci fa notare che “Un’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui lede essenzialmente diritti di natura patrimoniale” cerchiamo di capire bene di cosa stiamo parlando.

La fabbrica ha chiuso da 30 anni ed è definitivamente in declino dal 2021, anno di acquisto da parte del signor Labi; non è stato considerato il “carattere artistico” della struttura da parte del ministero della Cultura e il progettista ha dichiarato ad un quotidiano locale che non è più sensato ipotizzare un recupero dello stabile.

Chi sono i pericolosi attentatori dell’ordine costituito?

Sono state arrestate 9 persone, quasi tutte ventenni eccetto un trentenne, quasi tutti studenti con ottimo profitto scolastico.

Quali erano le cose pericolose rinvenute tra i 2.805 identificati, per la maggior parte, come già detto, studenti?

Un coltello, un furgone, un camper, due autovetture e 22 unità di attrezzatura varia tra impianti audio, diffusori professionali, materiale tecnico ed altro utilizzato per l’impianto sonoro della festa.

Qualcuno si potrebbe chiedere: ma davvero ci vogliono far credere che è questa la emergenza criminalità in Italia? E’ così che funziona il decreto sicurezza, mandando poliziotti a fare queste fregnacce?

Sì, funziona così. E in tanti la credono una bella cosa, fra loro “illustri” rappresentanti della opposizione come Stefano Bonaccini, eurodeputato del PD originario di questa stessa città, che ha applaudito lo sgombero. Eppure dovrebbe ricordare che anni fa l’allora procuratore Vito Zincani dichiarò che “i modenesi lo avrebbero maledetto se avesse potuto far scomparire magicamente tutta l’imprenditoria malavitosa della città, perché l’economia di Modena sarebbe crollata”. Dunque qualche dubbio di opportunità sulla “gerarchia dei problemi” era lecito che la avesse anche Bonaccini, che invece ha pensato bene di lodare le forze dell’ordine. E’ dunque evidente che rappresenta una bella alternativa al governo esistente!

In effetti, oltre ad ascoltare musica, la stampa locale riporta altre cose preoccupanti, come il fatto che fossero state allestite bancarelle, promosse presentazioni di libri e addirittura si realizzavano tatuaggi. Poi, naturalmente, si registrava il fatto che si utilizzasse alcool…  l’introduzione per poter dire “e droghe”. Inoltre sono stati fatti disegni sui muri, c’erano residui di cibo e sacchi di raccolta della spazzatura, peraltro già perfettamente sigillati.

Curioso non sia stato citato che era stata promossa una raccolta fondi per Gaza.

Una persona che vive problemi di tutti i giorni, forse  si chiederebbe: dove è il reato? Dove è il problema? In cosa dovrei mai sentire minacciata la mia sicurezza da parte di giovani che si ritrovano per fare le cose descritte?

A parte l’idea che ci si deve divertire spendendo soldi come pare giusto a questo Stato e non in altro modo, sarebbe tutto piuttosto irrilevante per la vita di tutti i giorni.

Invece di quest’esperienza sarebbe bene valorizzare la denuncia implicita (da parte di tanti giovani) dello scandalo che suscita il concetto di “proprietà privata dei mezzi di produzione”.

Per trent’anni un’area può cadere in disuso senza che nessuno possa farci niente, perché quando un soggetto con il denaro sufficiente si è appropriato di una porzione di territorio o di beni immobili, nessuno può dire o fare nulla: è come se quella porzione di realtà non esistesse più. Ci hanno abituato a trovare “normale” tutto questo. Io trovo più normale che si pensi di poter usare un’area abbandonata in cui ci si dà un appuntamento per andarsi a divertire.

In conclusione, propongo un gioco in cui invito a cimentarsi; consiste nel mettere una crocetta tra due opzioni:

  • sto dalla parte dello Stato che difende l’evasore Adrien Labi ed il suo giusto diritto di lasciare andare in malora la sua proprietà
  • sto dalla parte dei 5.000 giovani che sono andati in un luogo abbandonato e lo hanno reso, seppur per breve tempo, luogo di divertimento e di cultura.

(*)  io sono un uomo di oltre sessant’anni, che neppure volendo andrebbe mai ad un rave per oltrepassati limiti di età come per abitudini e gusti musicali differenti, però come si può capire dal tono dell’articolo metterei la crocetta sulla seconda risposta.

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Il comunicato

  per chi voglia fare un ulteriore approfondimento e partecipare alla raccolta fondi per le spese legali, è possibile collegarsi all’indirizzo:

https://smashrepression.noblogs.org/2-2/

Enrico Semprini

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