Scor-data: 12 febbraio 1882

Nasce Edmondo Peluso

di Didi Gnocchi (*)  

Antifascista, comunista, “cittadino del mondo” Edmondo Peluso nasce a Napoli il 12 febbraio 1882. Venne fucilato nel 1942 in Urss (dove era emigrato) durante le grandi «purghe» staliniane e riabilitato dopo la morte.

[…] Ho incontrato il nome di Edmondo Peluso la prima volta nel febbraio del 1992. Me ne parlò a Mosca Frederik Firsov, uno storico del Komintern, commentando i documenti che cominciavano a uscire dagli archivi dell’ex Urss. Mi disse «conoscerà certamente la vicenda di Edmondo Peluso». Non conoscevo Peluso, non conoscevo neppure i numeri, le dimensioni del grande terrore, dello stalinismo. Raccontavo la Russia della perestrojka per il telegiornale per cui lavoravo. […] c’era a Mosca una nicchia di persone, che avrei conosciuto di lì a poco, che non riteneva chiusi i conti con la storia. […] Cercavano la memoria. Passavano i giorni a ricostruire le vite di chi era finito nell’ingranaggio dei processi staliniani.

Edmondo Peluso era una di queste vite, ma io ancora non lo sapevo. Lo scoprii l’anno dopo […] Irina mi spiegò che il loro Centro si occupava delle pratiche riabilitative delle vittime del Gulag. […] Aveva posato sul tavolo di fronte a me il dossier del processo a Peluso. […] Mi rispose che al Centro avevano studiato a fondo il processo di Edmondo Peluso. Gli episodi di resistenza al sistema repressivo staliniano erano stati piuttosto rari. […] Peluso era stato un caso particolare, rarissimo, straordinario, secondo lei. Non aveva obbedito e non aveva confessato in quelli che erano stati gli anni peggiori. Nei processi tutti avevano finito per ammettere anche quello che non avevano mai commesso […]. Insomma Peluso era uno strano, un compagno che sembrava avere poche affinità elettive, uno che con i comunisti italiani, con Mosca, con la terra dei Soviet, al di là dell’impegno politico, doveva aver ben poco in comune, tanto da essere considerato, a oltranza, un tipo stravagante sempre un po’ fuori posto e quindi poco in sintonia con quel clima rigido, un po’ bacchettone e un po’ provinciale che c’era nel partito. […] Negli anni seguenti, ricostruendo la sua vita, il ritratto che ne uscì fu sempre più quello di un ribelle alle regole, amante della libertà, un po’ eccentrico, autodidatta, antimilitarista, spesso in fuga, sempre inseguito dai mandati di cattura, sensibile alle ingiustizie, alle cose che non vanno, molto attento allo stile. […] Scoprii che aveva fatto le scuole elementari in Spagna, le medie in Usa, un po’ di università ad Heidelberg, in Germania e un po’ a Zurigo in Svizzera. Si faceva chiamare “cittadino del mondo”, e così aveva intitolato il suo libro che qualche anno dopo avrei ritrovato alla biblioteca Lenin. […] In America sulla costa del Pacifico era stato un irregolare compagno di bevute e di ideali di Jack London, che si era preso la sua prima sbronza di birra a cinque anni; a Parigi aveva frequentato la figlia di Marx, Laura, e suo marito Paul Lafargue, che si suicideranno un mese dopo avergli spiegato che quando si diventa vecchi è meglio farsi fuori. […] Nel 1917 si era schierato con la Rivoluzione d’Ottobre; nel 1918 a Berlino aveva aderito alla tragica esperienza spartachista, nel 1920 aveva dato la sua solidarietà alla frazione comunista di Imola; nel 1921 – alla fondazione – si era iscritto al Partito Comunista d’Italia; nel 1922 a Mosca aveva partecipato con Ravera, Bordiga, Longo al IV Congresso dell’Internazionale. Scappava a combattere i fascismi, convinto che valesse la pena provarci. Fu condannato a morte il 31 gennaio 1942. E ammazzato con un colpo di pistola alla nuca, nella prigione di Krasnojarsk, in piena Siberia, nello stesso posto dove Lenin era stato confinato dagli zar. […] Aveva sesant’anni, Peluso. E negli occhi non aveva più illusioni. […]

Il 26 aprile 1938 viene arrestato dal Nkvd e rinchiuso nel carcere di Lefortovo, da cui sarà trasferito in quello di Butyrskaja. Viene interrogato per cinque mesi senza esito, finché cede alle torture e confessa di essere una spia e un controrivoluzionario, riuscendo tuttavia a non coinvolgere nessun altro nelle sue deposizioni. Appena riprende le forze ritratta tutto ciò che ha dichiarato denunciando le percosse e i maltrattamenti subiti, fino al processo, iniziato il 16 novembre 1939, in cui si dichiara innocente e chiede giustizia. Dopo un supplemento di istruttoria, resasi necessaria per l’abilità e la determinazione con cui l’imputato ha saputo difendersi, il 14 maggio 1940 Peluso viene condannato per spionaggio a cinque anni di deportazione (senza detenzione) nella regione di Krasnojarsk, in Siberia. Nel giugno 1941 viene nuovamente arrestato e sottoposto a estenuanti interrogatori per tutto il mese di luglio. Il giudice istruttore tenta inutilmente di strappargli una confessione e di costringerlo alla delazione, dopo avergli mostrato i verbali di interrogatorio dei compagni di deportazione che hanno deposto contro di lui.

(*) Sono stralci di «»Edmondo Peluso, una vittima del Gulag» di Didi Gnocchi in «Storia di uomini giusti nel Gulag», a cura di Gabriele Nissim, Bruno Mondadori, Milano, 2004). Nel 2001 Didi Gnocchi ha pubblicato da Einaudi «Odissea rossa: la storia dimenticata di uno dei fondatori del Pci».

Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano in blog. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili ma sinora sempre evitati) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia o triplica, pochi minuti dopo – postata di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. A esempio, nel mio babelico archivio, sul 12 febbraio fra l’altro avevo ipotizzato di ragionare del «Darwin day» oppure di muoversi fra queste date: 1486: una storiaccia di ebrei convertiti a forza; 1545; i conquistadores arrivano a Potosì; 1554: “Bloody Mary” cioè Maria Tudor inizia la repressione; 1600: una nota di Giordano Bruno sulla infinità dei mondi; 1877: Usa, dilagano gli scioperi nelle ferrovie; 1921: editoriale di Hitler su un settimanale pagato dalla Shell; 1931: nasce Radio Vaticana; 1931: Michele Schirru tona in Italia; 1977: legge parità uomini-donne; 2002: ucciso Federico Del Prete; 2011: a Palermo la persecuzione contro l’ambulante Noureddine termina con il suo suicidio. E chissà a ben cercare quante altre «scordate» salterebbero fuori.

Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”.

Ogni sabato (o quasi) c’è un riassunto di «scor-date» su Radiazione (ascoltabile anche in streaming) ovvero, per chi non sta a Padova, su www.radiazione.info.

Stiamo lavorando al primo libro (e-book e cartaceo) di «scor-date»… vi aggiorneremo. (db)

Redazione
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