Scor-data: 28 agosto 1955

I killer di Emmett Till ieri e oggi i razzisti padano/veneti

di Giorgio Chelidonio (*)  

Il 28 agosto 1955 Emmett Till, un quattordicenne afro-americano di Chicago fu torturato e ucciso a Money nel Mississipi, dove si era recato con la madre in visita a parenti.
Lo assassinarono due razzisti bianchi (ma nerissimi nella coscienza) per aver osato fare “complimenti” alla proprietaria di un negozio del luogo, una donna bianca ventunenne.
I dettagli di questo omicidio furono così feroci e rivoltanti, oltreché gratuiti come motivazioni, da risultare tuttora raccapriccianti (anche nelle immagini d’epoca visibili in rete). Ai funerali, svoltisi a Chicago, parteciparono decine di migliaia di persone e, nel tempo, questo delitto ebbe molta influenza nello sviluppo del movimento per i diritti civili dei cittadini afro-americani. Il marito della “importunata” e un suo fratellastro furono subito accusati del rapimento e dell’uccisione di Emmett Till, oltreché di averne buttato il corpo nel fiume, ma al processo i due razzisti vennero scagionati da una giuria frettolosa, nonostante alcune testimonianze li avessero indicati come direttamente coinvolti.
Questa storia colpisce non solo per la sua gravità e per la complessità socio-processuale che ne derivò ma anche per l’assenza di memoria esterna agli Usa.
Ne sono venuto a conoscenza solo quest’anno (merito delle “
scor-date” !) recuperando il testo di una delle prime canzoni di Bob Dylan e approdando al corposo sito (http://en.wikipedia.org/wiki/Emmett_Till ) che descrive questa storia emblematica, scoprendo così che nel 1962 il giovanissimo folk-singer l’aveva registrata in un intervista radiofonica ( http://www.youtube.com/watch?v=RVKTx9YlKls ): ho così riscoperto non solo una ballata dylaniana intensa quanto pressoché sconosciuta, ma ne ho potuto leggere il testo (http://www.bobdylan.com/us/songs/death-emmett-till).

Alcune parti sono attualissime e provo a tradurle : «Se non potete condannare un crimine così ingiusto, i vostri occhi e la vostra mente sono pieni di polvere …e persino il vostro sangue si rifiuterà di scorrere… perché permettete all’umanità di cadere così in basso…questa canzone vuole solo ricordarvi … che questo genere di cose è tuttora viva nei fantasmi del Ku Klux Klan».
Questo cantava Dylan nel 1962, sette anni dopo quel delitto: quasi 60 anni dopo lo stesso razzismo si incarna tuttora nelle bestialità parolaie che abbiamo dovuto ascoltare nei giorni scorsi nei confronti di una cittadina italiana che avrebbe il triplo torto di essere congolese di nascita, donna e ministro della nostra Repubblica. Questo neo-razzismo è doppiamente intollerabile: non solo in quanto tale ma soprattutto perché abusato strumentalmente da inqualificabili, piccoli razzisti di provincia per fare carriera politica. “Padani”, “atesini” o pseudo-veneti che si presentino, questi loschi figuri vanno emarginati come un qualsiasi altro cancro della società e della democrazia.

 

(*) Ricordo – per chi si trovasse a passare da qui per la prima volta – il senso di questo appuntamento quotidiano. Dall’11 gennaio 2013, ogni giorno (salvo contrattempi sempre possibili) troverete in blog a mezzanotte e un minuto una «scordata» – qualche volta raddoppia, pochi minuti dopo – di solito con 24 ore circa di anticipo sull’anniversario. Per «scor-data» si intende il rimando a una persona o a un evento che per qualche ragione il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna dimenticano o rammentano “a rovescio”.

Molti i temi possibili. Molte le firme (non abbastanza forse per questo impegno quotidiano) e assai diversi gli stili e le scelte; a volte troverete post brevi: magari solo una citazione, una foto o un disegno. Se l’idea vi piace fate circolare le «scordate» o linkatele ma ovviamente citate la fonte. Se vi va di collaborare – ribadisco: ne abbiamo bisogno – mettetevi in contatto (pkdick@fastmail.it) con me e con il piccolo gruppo intorno a quest’idea, di un lavoro contro la memoria “a gruviera”. (db)

 

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