tre poesie di Soumaila Diawara

Soumaila Diawara, poeta in esilio (Bamako – Mali, 4 febbraio 1988)

 

I FIGLI COSTRETTI
(Tratto da “I sogni di un uomo”)

L’occidente costringe i figli dell’Africa
a scegliere tra tre viaggi.
Il più veloce e sicuro.
Quello provocato dalle pallottole micidiali
e dalle bombe fabbricate da mani straniere.
Poi quello lento ed asfissiante
della fame e della malattia.
Che lascia la pelle sulle ossa.
E rende anche i raggi del sole
un peso sulle spalle.
Infine c’é il deserto e il mare.
Dove le probabilità,
un poco
sono più alte.

da qui

 

Il mare è vuoto.

Non ci sono più barconi.

Semmai, tanti corpi in più.

Basta puntare il binocolo sul niente.

Il nero colpevole è affondato,

o in carcere sull’altra sponda.

Potete girarvi, e vedere,

pur senza occhiali.

L’Italia è in alto mare, ed affonda.

E questa volta, siamo tutti sulla stessa barca.

La demografia scende, il Pil anche,

ed i giovani abbandonano la nave.

Non ci sono più barconi sul mare.

Siamo noi ad essere in balia di due imbecilli.

Ogni riferimento è pura casualità.

***

“Salvini ha ragione”.

Non mi ribolle più il sangue

quando sento questa frase.

Non mi importa nemmeno

più sapere su cosa abbia ragione.

Se tutti i neri sono delinquenti.

Se tutto il Sud deve bruciare.

Se le donne devono fare le mogli.

Se gli omosessuali devono emigrare.

Non mi interessa più.

Trovo sia di una grande viltà.

Penso sia la risposta di chi

non ha argomenti.

È priva di consistenza e di coscienza.

La forza, quella vera, si dimostra con la compassione e l’equità, non nel piegare la schiena dei più deboli.

“Salvini ha ragione”.

Così dicono e si fanno forza,

sulla pelle dei più disadattati.

Una ragione senza vere ragioni,

che nasce dalla parte oscura dell’uomo, che è parte della bestia in noi.

Non c’è gloria nel privare gli altri,

ancor di meno nell’ucciderli o costringerli.

Ci sono ragioni che diventano pallottole e ci sono vittime che derivano da quelle ragioni.

SOUMAILA DIAWARA è uno scrittore e attivista politico maliano rifugiato in Italia. Nato a Bamako nel 1988, è laureato in Scienze Giuridiche e specializzato in Diritto privato internazionale. Costretto nel 2012 a scappare dal Mali in seguito all’accusa ingiusta di aggressione nei confronti del Presidente dell’Assemblea Legislativa, giunge in Libia e nel 2014 attraversa il Mar Mediterraneo a bordo di un gommone. Vive a Roma dove ha ottenuto la protezione internazionale.

da qui

 

 

qui un’intervista di Luca La Gamma a Soumaila Diawara

redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

2 commenti

  • angelo maddalena

    anche i musulmani credono che abbiamo molte anime dentro (a proposito di quello che scrive Francesco Masala), grazie per queste poesie di Diawara, ieri una mia amica lettrice della Bottega mi ha fatto vedere il suo libro che aveva comprato, e oggi mi ha mandato l’invito per la presentazione del libro il 18febbraio a Perugia

  • Francesco Masala

    si fa presto a dire che scrive Francesco Masala, è l’indimenticabile Antonio Tabucchi che lo scrive…

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