Uno stupratore qualsiasi

di John Scalzi

Titolo originale: «A Fan Letter to Certain Conservative Politicians» (25. 10. 2012); la traduzione è di Maria G. Di Rienzo. John Scalzi è scrittore di fantascienza, consulente televisivo, critico cinematografico e giornalista indipendente.

Ad alcuni precisi politici conservatori: salve! Sono uno stupratore.

Sono uno di quegli uomini a cui piace imporsi alle donne senza il loro consenso o desiderio e schiantarle sessualmente. I dettagli su come lo faccio non sono particolarmente importanti, al momento – anche se adoro quando tentate di operare distinzioni del tipo «stupro forzato» o «stupro legittimo», perché ciò mi fornisce ogni sorta di spazi in cui dimenarmi – ma vi dirò uno dei dettagli sul perché lo faccio: mi piace controllare le donne e anche, indipendentemente, mi piace ricordare loro quanto poco controllo hanno.

C’è qualcosa, nel far capire a una donna che il suo consenso e il controllo del suo corpo non sono rilevanti quando c’è di mezzo il bisogno di un uomo di possedere quel corpo, che semplicemente mi manda su di giri. Un maschio ha delle necessità, sapete? E la mia è il controllo. Dolce, dolce controllo. Perciò, ho ritagliato del tempo dalla mia agenda per ringraziarvi, giacché sostenete il mio diritto di controllare la vita di una donna, non solo mentre la sto stuprando, ma per il resto della sua esistenza.

Vedo dalle vostre facce che siete stupiti e dite di non sapere di che sto parlando. Ecco qua: ogni volta in cui affermate «Mi oppongo al diritto di una donna di abortire, anche in caso di stupro» state anche affermando «Credo che un uomo che stupra una donna abbia maggior diritto di controllare il corpo e la vita di quella donna di quanto ne abbia la donna stessa». Oh, guarda. Di nuovo le facce sorprese. Va bene, allora. Nel caso non mi stiate mostrando sorpresa per salvare l’apparenza, lasciate che vi spieghi. E’ importante sappiate quanto apprezzo tutto quel che fate per me.

Diciamo che ho stuprato una donna, come faccio di solito, perché è mia abitudine. Mi sono divertito e ho ricordato a quella donna dove lei si trova sulla scala «essere in grado di controllare ciò che accade nella propria vita». Ma aspettate! C’è di più. Dato che non ho usato un preservativo (perché ho fiducia di far credere ad altri che è stato consensuale, o solo perché mi andava bene così) una cosa tira l’altra e ho messo incinta questa donna. Ricordate quel che vi ho detto? La cosa che mi piace davvero dello stuprare una donna è il controllo che ho su di lei. Be’, metterla incinta è ancora meglio.

Molto dopo che io me ne sarò andato, lei continuerà ad avere a che fare con me e con quel che io le ho fatto. Dovrà maneggiare quel che accade al suo corpo. Dovrà sottoporsi a visite mediche. Dovrà scegliere se abortire o no, il che significa che avrà a che fare con chiunque nel paese, inclusi voi politici, abbia un’opinione sulla faccenda e voglia tirarle addosso della cacca. E se finisce per abortire, dovrà maneggiare tutto il casino conseguente perché gente come voi, naturalmente, ha lavorato per renderlo un casino, il che io apprezzo. Grazie mille.

In ogni momento di questo processo lei ha dovuto pensare a me, a come io ho forzato tutto ciò su di lei, a come ho esercitato la mia abilità di modellare la sua vita da quel che era a quel che io ne ho fatto. Io esercito il controllo. E ve lo devo dire, è fantastico.

Ma sapete cosa sarebbe ancora più fantastico? La consapevolezza che, se voi ce la fate e l’aborto diventa illegale anche nei casi di stupro, il mio controllo su di lei continuerà per il resto della sua vita. In primo luogo, perché non avrà legalmente possibilità di scegliere se portare avanti o no la gravidanza: mi spiace, carina, non hai nessun controllo su questa cosa! Devi partorire! Nove mesi in cui il tuo corpo è strano, si tende e si torce, si modifica, cambia, solo perché io ho deciso che tu avevi bisogno di una lezioncina su chi veramente comanda. E’ dolcissimo.

Una volta che il bambino sia nato, la donna dovrà decidere se tenerlo o no. Qui c’è un fatto interessante: la maggioranza delle donne, rimaste incinte a causa di uno stupro, che mettono al mondo un figlio decidono di tenerlo. Il tasso è 5 a 1. Perciò, la mia abilità nel cambiare la vita della donna continua a crescere, giusto? Dallo stupro ai nove mesi di gravidanza, al resto della vita con un bambino che io ho forzato dentro di lei. Certo, potrebbe darlo in adozione, ma anche in questo caso sta maneggiando le scelte che io ho fatto al posto suo, quando ho esercitato il mio controllo sulla sua esistenza.

La cosa migliore è che posso avere tutto questo senza conseguenze di sorta! Vero, in teoria potrei essere accusato di stupro e andare in prigione. Ma la sapete una cosa? Su 100 uomini che stuprano, solo tre vanno in galera. Sono percentuali favorevoli, per me, specialmente da quando gente come voi intorbida la questione parlando di «stupro forzato». Continuate così! Sta funzionando alla grande per me. Tornando al marmocchio, be’, è strano ma la maggioranza delle donne che stupro non vogliono avere a che fare con me, dopo, perciò non è che devo preoccuparmi di sostenere economicamente il bambino o di avere qualsiasi altro tipo di responsabilità nei suoi confronti…. però posso decidere che la lezione insegnata a quella donna su chi realmente controlla la sua vita non è stata sufficiente. Lo sapevate che 31 stati americani non impediscono agli stupratori di chiedere la custodia dei bambini e garantiscono loro il diritto di visitarli? Quanto è meraviglioso tutto questo? C’è quindi una cosa in più di cui lei deve preoccuparsi: io che esco dalla gabbia e le ricordo quel che ho fatto, e continuo a fare, alla sua vita.

Guardate quanto controllo mi avete dato su quella donna! Veramente non riuscirò mai a ringraziarvi abbastanza. Mi riscalda il cuore sapere che non importa quanto io stupri, o quante donne ingravidi con la mia violenza sessuale, voi mi coprite le spalle quando si tratta di ricordare ad ogni donna da me umiliata chi è davvero il suo boss. Sono io. Sono sempre stato io. E voi farete in modo che io lo sia anche in futuro. Non c’è dubbio che vi voterò in queste elezioni.

Vostro, Uno Stupratore Qualsiasi.

P.S: Adoro quando dite che «difendete la vita innocente» per negare l’aborto in caso di stupro. Implicitamente suggerisce che le donne da me stuprate erano in qualche modo complici e colpevoli dei crimini che io ho commesso sul loro corpo e dentro al loro corpo! Non potrebbe andarmi meglio, continuate così! Davvero, non fermatevi.

LA SOLITA NOTA

Le traduzioni di Maria G. Di Rienzo sono riprese – come i suoi articoli – dal bellissimo blog lunanuvola.wordpress.com/.  Il suo ultimo libro è “Voci dalla rete: come le donne stanno cambiando il mondo: una mia recensione è qui alla data 2 luglio 2011. (db)

 

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