Tso: viaggio all’inferno e ritorno

Dario Musso è sparito, quelli che vengono trattati nello stesso modo (TSO e chiusi a chiave nei reparti di psichiatria) capita che dopo atroci sofferenze escano solo per partecipare al proprio funerale.

riprendiamo un articolo di Cesare Sacchetti, dal suo blog

Dario, per fortuna, è tornato a casa (ascolta qui)

 

Nota della bottega:

Il signor Vittorio Sgarbi ha detto le stesse cose (leggi qui), ma non ha subito nessun TSO, né è stato rinchiuso in qualche reparto di psichiatria.

Eppure le sue idee hanno avuto un pubblico più ampio di quello di Dario Musso.

E meno male che il calendario non segna il 17 febbraio del 1600.

Il potere ama i sudditi, li crea, li coltiva, a parole ama i cittadini responsabili e informati, ma a volte finiscono male (la lista riempirebbe un elenco telefonico, se basta).

Diceva quell’illuso di Ernesto Che Guevara che “O siamo capaci di sconfiggere le idee contrarie con la discussione, o dobbiamo lasciarle esprimere. Non è possibile sconfiggere le idee con la forza, perché questo blocca il libero sviluppo dell’intelligenza.”

Eppure sarebbe stato semplice “isolare” Dario Musso, bastava che il comune di Ravanusa avesse mandato due macchine con megafoni spiegando ai cittadini che le cose erano diverse dalle opinioni di Dario Musso, perchè la scienza è una cosa seria. I cittadini responsabili e informati di quel paese avrebbero sorriso alle stranezze del loro concittadino e avrebbero continuato a seguire le istruzioni del comune.

Purtroppo, si sa, per chi ragiona col manganello tutti i corpi che si trova davanti sono corpi da colpire

 

La nuova dittatura sanitaria: il caso di Dario Musso sottoposto a TSO – Cesare Sacchetti

Se si legge il caso di Dario Musso, si ha la sensazione di ripercorrere una vicenda ambientata nel Cile di Pinochet o piuttosto nell’Argentina dei desaparecidos degli anni’70.

Tutto questo invece sta accadendo in Italia, non più giardino d’Europa, ma sempre più simile all’arcipelago Gulag narrato dalla penna di Solženicyn.

Il TSO contro Dario Musso

Il caso di Dario Musso non ha ricevuto praticamente nessuna attenzione da parte dei media mainstream. Lo scorso 2 maggio, il giovane di 33 anni aveva inscenato una protesta contro la quarantena e si era dotato di megafono mentre girava in auto per le strade della sua città, Ravanusa, gridando che non c’era nessuna pandemia.

L’uomo, in un video già condiviso su Twitter, era stato fermato da una volante dei carabinieri ed è stato sottoposto ad un TSO firmato dal sindaco della stessa cittadina, Carmelo D’Angelo.

Il TSO è un acronimo che sta per trattamento sanitario obbligatorio ed è regolato da una legge specifica, secondo la quale questo può essere eseguito “solo se esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici.”

Se si guarda il video pubblicato dallo stesso 33enne prima di essere fermato dai carabinieri del posto e dagli operatori sanitari, si ha la netta impressione che Musso non fosse affatto in preda “ad alterazioni

Il 40enne di Ravanusa non era affatto pazzo. Stava esercitando il suo sacrosanto diritto costituzionale di dire la sua opinione. Il sindaco di Ravanusa ha commesso un atto gravissimo autorizzando un TSO. Questo Paese sta diventando la peggiore dittatura della storia dell’umanità.

L’uomo stava inscenando una protesta politica e il modo in cui è stato fermato in mezzo alla strada fa pensare che si è voluto dare un esempio a tutti coloro che stavano assistendo alla scena.

Placcato dai carabinieri nonostante non stesse facendo nessuna resistenza e subito dopo sedato da tre operatori sanitari.

Una scena che testimonia la brutalità di un regime che inizia sempre di più ad assomigliare alle feroci dittature totalitarie del secolo scorso.

 

Il video del giovane sottoposto a TSO in mezzo alla strada

 

Da quel momento, Musso si trova nell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì, legato ad un letto e con un catetere senza la possibilità di parlare con la sua famiglia.

Il fratello, l’avvocato Lillo Massimiliano Musso, ha provato più volte ad entrare in contatto con lui dal giorno del ricovero coatto, ma i responsabili del reparto gli hanno ripetutamente negato la possibilità anche solo di parlargli al telefono.

L’avv. Musso ha registrato le conversazioni avute dal 2 maggio in poi con gli operatori sanitari.

Ogni volta che il fratello e anche legale dell’uomo ricoverato prova a chiamare gli viene ripetuta la stessa risposta.

“Suo fratello sta dormendo.”

 

Le telefonate dell’avv. Musso con l’ospedale e le forze dell’ordine

 

L’avvocato parla al telefono con una dottoressa che lavora nel reparto e le chiede conto del motivo per il quale il suo assistito si trova lì dentro.

Il medico spiega che c’è un TSO in corso e nega a Lillo Musso la possibilità di parlare telefonicamente con suo fratello.

Ma la legge sul TSO a questo riguardo è chiara. La famiglia ha il diritto di comunicare con la persona sottoposta a questo trattamento.

A questo punto, l’avvocato esasperato dai continui rifiuti chiama i carabinieri della stazione di Canicattì sollecitando un loro intervento, ma questi dicono che non hanno una volante a disposizione per intervenire e suggeriscono piuttosto di contattare il commissariato di polizia locale.

Il legale chiama il commissariato di Canicattì che prova subito a ributtare la palla ai carabinieri, sostenendo che la competenza è loro dal momento che sono stati i carabinieri a fermare l’uomo.

L’avvocato Musso racconta che l’ospedale continua a negargli la possibilità anche solo di parlare telefonicamente con suo fratello e denuncia un reato, ovvero la violazione dell’art. 328 del codice penale che riguarda il rifiuto d’atti d’ufficio.

La polizia quindi sotto le pressioni dell’avvocato chiama l’ospedale e parla con la dottoressa che riferisce la stessa storia.

Dario Musso sta dormendo e non si può parlare con lui perchè non ci sarebbe un telefono cordless per passargli la comunicazione.

Lillo Musso non si arrende e richiama di nuovo l’ospedale.

“Suo fratello è contenuto. E’ meglio che dorme.”

L’avvocato di Ravanusa ribadisce che sono ben tre giorni che la famiglia non ha notizie del suo congiunto e chiede che cosa gli hanno somministrato.

L’impressione è che i vari responsabili del reparto si siano messi d’accordo per raccontare la stessa storia.

Ma se stanno rispettando la legge e stanno effettivamente somministrando al paziente medicinali non dannosi per la sua salute, perchè ogni volta avanzano la stessa scusa e impediscono all’uomo ogni comunicazione con l’esterno?

Per quattro giorni consecutivi, l’ospedale continuerà a negare alla famiglia la possibilità di parlare con Dario Musso.

La risposta è sempre la stessa. “Sta dormendo.”

Alla fine, Lillo Musso riesce a parlare con suo fratello solo grazie all’intervento di un operatore sanitario del reparto che glielo passa finalmente al telefono.

L’uomo appare completamente stordito probabilmente per l’effetto dei sedativi che gli sono stati somministrati.

“Sono chiuso nelle mani e nelle braccia.” Questa la prima cosa che il 33enne di Ravanusa dice al fratello, facendogli sapere che è stato legato

Domani dovrebbe essere il suo ultimo giorno di ricovero coatto, ma la famiglia ha già presentato ricorso contro questo provvedimento che verrà discusso al tribunale di Agrigento il prossimo 4 giugno.

Il TSO è il manganello della nuova dittatura sanitaria

La vicenda di Dario Musso è estremamente preoccupante ed allarmante perchè testimonia la pericolosa deriva autoritaria che sta travolgendo l’Italia.

Recentemente, il CODACONS ha esortato ad usare il TSO a coloro che si rifiutano di sottoporsi al tampone.

E’ la nuova dimensione della dittatura sanitaria che sta prendendo forma. La presunta tutela della salute pubblica è divenuta il pretesto per colpire i dissidenti del regime.

“Se non obbedisci, ti faccio rinchiudere in un ospedale psichiatrico.”

Chi si rifiuta di seguire questo nuovo regime orwelliano potrebbe fare la fine di Dario Musso.

Sedato in mezzo alla strada come il più pericoloso dei criminali e trasportato all’ospedale negandogli i suoi diritti fondamentali.

Le leggi vengono calpestate. Gli abusi si stanno accumulando fino a diventare intollerabili.

Se si vuole avere ancora l’imprescindibile diritto costituzionale di poter esprimere liberamente la propria opinione, è vitale parlare di quanto è accaduto a Ravanusa, perchè potrebbe essere l’inizio del trattamento che questa dittatura totalitaria riserverà a tutti coloro che oseranno opporsi.

In una democrazia, il caso di Dario Musso avrebbe già sollevato un vespaio di polemiche e sarebbe sulle prime pagine dei giornali.

In una dittatura, questo caso viene ignorato. In una dittatura come quella che si è impadronita del Paese, il TSO è diventato il manganello per mettere a tacere la voce dei dissidenti.

da qui

 

 

 

in bottega sono ricordati Elena Casetto e Francesco Mastrogiovanni, mai più tornati a casa: due storie di abusi sanitari assai diversi ma entrambi con lo stesso esito tragico

 

https://www.labottegadelbarbieri.org/ricordando-elena-casetto/

https://www.labottegadelbarbieri.org/tortura-e-morte-di-francesco-mastrogiovanni-per-tutti-la-pena-e-sospesa/

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

7 commenti

  • Corrado Seletti

    Era solo e protestava, protestava contro quelle che per lui sono da considerarsi ingiustizie!
    Se ci soffermiamo per un attimo sulla dinamica (egli protestava contro i divieti imposti), si scopre che:
    – non ha infranto il divieto imposto di distanziamento sociale;
    – non ha infranto il divieto imposto di assembramento.
    Detto ciò
    EGLI HA SUBITO UN TSO, AUTORIZZATO* DA PARTE DEL SINDACO (con tutte le conseguenze che sono state rese note), PERCHÉ STAVA DA GIORNI PROTESTANDO CONTRO I DIVIETI IMPOSTI DAI VARI DPCM SENZA INFRANGERLI !!!
    “Dario merita solidarietà e rispetto, oppure sarà notte fonda”
    *quali le motivazioni?

  • Francesco Masala

    interessante intervento di un avvocato:

  • Francesco Masala

    Le telefonate dell’avv. Musso con l’ospedale e le forze dell’ordine sono sparite da youtube

    si sarà offeso qualcuno, poverino.

    adesso appare questa scritta: Questo video è stato rimosso per aver violato le Norme della community di YouTube.

  • Bologna, 09.05. 2020
    Al Dott. Mauro Palma
    Ufficio del Garante Nazionale dei diritti delle persone
    detenute o private della libertà personale c/o Ministero della Giustizia ROMA

    Egregio Dott. Palma,
    portiamo alla Sua attenzione un fatto grave accaduto il 2 maggio scorso presso la città di Ravanusa in provincia di Agrigento.
    Un uomo di 40 anni, Dario Musso, mentre dall’interno della sua auto, con un megafono esprimeva un suo dissenso sulle misure anti covid-19 (ritenendo che non esista alcuna epidemia), è stato fermato e sottoposto a T.S.O. su disposizione del Sindaco di Ravanusa Carmelo D’Angelo. Pare che i familiari per quattro giorni non abbiano potuto avere notizie di Dario e dopo tale periodo, abbiano saputo, dallo stesso Dario, attraverso una telefonata (resa pubblica dalla famiglia) in cui appare molto sedato, che è stato legato mani e piedi. Il fratello di Dario, è un avvocato penalista (Massimiliano Lillo Musso) che ha comunicato pubblicamente che nella giornata di oggi potrebbe essere dimesso.
    Pare che Dario non abbia mai avuto problemi di salute mentale e la sua famiglia ipotizza che tale provvedimento non nasca da una condizione psicopatologica di gravità accertata da un sanitario che dispone il TSO, confermata da un secondo medico. Se ciò fosse confermato si tratterebbe di un vero e proprio sequestro di persona con grave danno nei confronti di un cittadino. La sua azione di protesta, a parer nostro, poteva essere contestata se ritenuta in contrasto con le disposizioni anti covid ma certamente non attraverso l’attivazione di un provvedimento che è di ordine sanitario e che si esegue con ben altre modalità.
    Per quanto sopra esposto, ci rivolgiamo alla S.V. nella sua qualità di Garante Nazionale, affinchè venga accertata la regolarità del provvedimento disposto dal Sindaco di Ravanusa di privazione della libertà con intervento farmacologico effettuato (durante il fermo e proseguito durante il ricovero) disposto contro la volontà della persona, e se ha subito contenzione fisica e meccanica.
    In attesa di Suo cortese riscontro, La salutiamo cordialmente.
    La Presidente Gisella Trincas

    http://www.conferenzasalutementale.it/2020/05/09/protesta-contro-il-lockdown-subisce-un-tso-e-viene-legato-al-letto-la-denuncia-unasam/?fbclid=IwAR3iaQMlnSkYr8GWFbyY3aTjY_JsA_jHuKy4PLU-_gFTQqE22v3iWnWwog8

    http://www.garantenazionaleprivatiliberta.it/gnpl/it/dettaglio_contenuto.page?contentId=CNG8741&modelId=10021&fbclid=IwAR1qgNBI-OG_ChJFmJhxb1RSjya85OMhg2iCWbO4db04AnogY7rRGUycmL8

    https://www.recnews.it/2020/05/11/ravanusa-la-procura-di-agrigento-apre-uninchiesta-sul-tso-a-dario-musso/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=facebook&utm_source=socialnetwork&fbclid=IwAR1OX8d9yMGdR1OdsaW5JLPmafE8gn9fSlvqhIze8TBtVY0M8pQjstZq5fA

  • c’è un articolo della Costituzione che tutti questi signori (governo centrale, locale come Ravanusa e magistrati visto che il Giudice Tutelare ha confermato, come cerca di scagionarsi il sindaco di Ravanusa ) conoscono bene ed è il n. 28 “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in
    violazione di diritti.
    In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici”
    Chi non lo conosce sembra che siamo noi che abbiamo tutte le ragioni per farle applicare.
    Bisogna alzare la voce e farla diventare un torrente perchè chi deve applicarle non possa fingere di non sentire.

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