Violenza domestica: il giorno prima

Il progetto «Prima che sia troppo tardi» (Nuovi percorsi di incontro e trasformazione del maschile) è in partenza su «Comune-info»: con Maschile Plurale e altre associazioni.

murale di Giulia Crastolla

 

«Prima che accada l’irreparabile» – LO SCHEMA DEL PROGETTO

Cosa facciamo se una donna ci dice che sta subendo violenza domestica? La domanda, da alcuni anni a questa parte, è molto diffusa. Meno frequente è ragionare invece sul bisogno di nuovi linguaggi per parlare agli uomini. Di certo, nel percorso di trasformazione del maschile, stiamo assistendo a una polarizzazione tra chi ritiene si debba uscire da un patriarcato, da cui nessun uomo è immune, e chi per reazione ne difende il ruolo tradizionale della maschilità. Se è vero che il maschile deve cambiare, per prevenire la violenza sulle donne ma anche per il proprio benessere, servono linguaggi nuovi, in grado di parlare alla gran parte di uomini “nel mezzo”, non già convinti di una trasformazione né irrigiditi in una resistenza. Ecco perché nasce un percorso di ricerca, prevenzione e formazione sulla violenza di genere che propone, fuori dalla grammatica del sistema penale, nuovi percorsi di trasformazione del maschile, un percorso che parte da una constatazione sottovalutata: numerosi autori di violenza, prima delle azioni violente, incrociano spesso alcuni servizi territoriali – dai Centri per l’impiego ai medici di famiglia… – in occasione di crisi lavorative, relazionali, personali, senza che questi servizi siano in grado di individuare i rischi della violenza, meno ancora di aprire prospettive diverse. A proporre questo inedito progetto intitolato “Prima che sia tardi – Nuovi percorsi di incontro e trasformazione del maschile” è un gruppo formato dall’associazione Maschile plurale e due realtà sociali che gestiscono Centri per Uomini Autori di Violenza (Cuav): l’associazione Cambiamenti di Pescara e l’associazione Centro Famiglie di Catania. Il percorso durerà un anno e sarà raccontato insieme alla redazione di Comune per favorire approfondimenti e relazioni tra realtà impegnate sui temi della violenza di genere, per offrire strumenti a uomini alla ricerca di una crescita personale e alle persone loro vicine, ma anche per coinvolgere nella ricerca uomini che hanno saputo attraversare e superare la propria violenza e possono così aiutare i ricercatori a individuare luoghi e modalità con cui intercettare il maschile in crisi prima che agisca su altre la propria sofferenza.

Al momento in Italia sono due gli itinerari principali che cercano di favorire un cambiamento in profondità della cultura maschile: i gruppi di condivisione e autocoscienza (di cui l’associazione Maschile Plurale è l’esperienza più diffusa) e i Cuav, strutture pubbliche e private che propongono percorsi psicoeducativi per uomini che commettono atti di violenza. Se già per il maschile è difficile riconoscere che i propri comportamenti costituiscono violenza, e quindi la parola stessa può costituire una remora alla partecipazione, dopo l’introduzione qualche anno fa del cosiddetto “Codice rosso”, pensato per rafforzare la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, i Cuav sono frequentati per lo più da uomini “obbligati” al percorso dalla necessità di confermare la sospensione della pena, con il risultato di uno stigma ulteriore di criminalità, che ha fatto ridurre ancor di più l’afflusso volontario. Resta dunque forte l’esigenza di moltiplicare le occasioni in cui gli uomini imparano in tanti modi differenti a volgere lo sguardo su loro stessi, di individuare percorsi preventivi distinti da quelli per autori di violenza: sono gli uomini che devono interrogarsi sulla maschera di virilità che hanno ereditato.

È questo lo scenario di fondo nel quale si muove “Prima che sia tardi” (progetto finanziato da ActionAid International Italia E.T.S e Fondazione Realizza il Cambiamento nell’ambito del progetto NORA against GBV cofinanziato dall’Unione Europea). Si svolgerà nelle province di Pescara, Catania e Siracusa, ma inevitabilmente proporrà percorsi, riflessioni e materiali utilizzabili in qualsiasi territorio.

La sperimentazione punta quindi a individuare linguaggi, gesti, parole per parlare di uomini maltrattanti e agli uomini maltrattanti oltre il grido astratto contro la violenza e oltre la condanna penale fine a se stessa, ma anche oltre i tentativi di riportare la violenza contro le donne alla patologia del singolo. Si tratta prima di tutto di creare “luoghi” di ascolto, dove accogliere non significa giustificare, ma dove il dominio della violenza non è considerato un muro inevitabile e insormontabile.

SCHEDA: NORA AGAINST GBV

Il progetto NORA against GBV (Network of Organization for Rights and Autonomy against gender-based violence) cofinanziato dall’Unione Europea e promosso da Fondazione Realizza il Cambiamento e ActionAid International Italia E.T.S. intende contribuire alla prevenzione e al contrasto della violenza maschile contro le donne in Italia attraverso il sostegno, il potenziamento e lo sviluppo delle capacità delle organizzazioni della società civile attive a livello nazionale, regionale e locale. Il progetto coinvolge cinquanta realtà attive in tutta Italia, creando così una rete del cambiamento in grado di ascoltare e rispondere ai bisogni specifici e concreti di ogni territorio e comunità.

 

Redazione
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