Omofobia: il ddl Zan e i credenti

il comunicato di «Noi siamo Chiesa», gli appuntamenti comunicati da Tenda di Gionata e link agli ultimi articoli di Luca Kocci

NOI SIAMO CHIESA

Via Soperga 36 – 20127 Milano

www.noisiamochiesa.org

tel. 022664753 – cell. 3331309765 – email: vi.bel@iol.it

 

Assurdo l’accanimento dei vescovi contro la legge antiomofobia. Fino a quando questi interventi sconsiderati? Il dialogo c’è già stato ed è stato positivo.

Mentre da un lato nel nostro paese si sta lentamente ampliando l’area d’opinione che accetta come situazione normale nella convivenza civile l’area LGBT, dall’altro discriminazioni e violenze aumentano nei confronti di queste nostre sorelle e fratelli. La cronaca e le statistiche lo testimoniano. È un fenomeno di incultura e di rifiuto delle diversità, che possono invece essere e sono una ricchezza.

Da anni una maggiore tutela da parte delle istituzioni è stata richiesta con costanza e determinazione da campagne che hanno cercato di coinvolgere tutta la società. Cinque disegni di legge sono stati depositati in Parlamento e, dopo infinite audizioni e rinvii, la Camera dei Deputati ha approvato un testo unificato all’inizio di novembre.

Nel lungo iter molte obiezioni e richieste di chiarimenti ed integrazioni sono state discusse. Esse si preoccupavano soprattutto di tutelare la possibilità di riflessioni critiche sull’omosessualità e di affermare con chiarezza la differenza tra uomo e donna. Il dialogo c’è stato, è stato proficuo e si è ora concluso.

Nel disegno di legge si punisce ogni forma di violenza nei confronti di soggetti e di realtà LGBT e nei confronti dei disabili, si definiscono le diverse tipologie esistenti, c’è una esplicita e forte affermazione della libertà di espressione, la ovvia differenza tra maschio e femmina convive con il riconoscimento della pluralità delle situazioni personali.

Detto ciò, sorprende e amareggia che, con un comunicato in data odierna, la Presidenza della Conferenza Episcopale non riesca a fare a meno di accodarsi e di sostenere la posizione fondamentalista presente nel mondo cattolico contro questa legge, scrivendo parole sorprendenti per la loro sconsideratezza (“una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna”).

Auspichiamo che il Senato, affermando la laicità delle istituzioni, voti subito in via definitiva, senza incertezze o rinvii, un disegno di legge lungamente atteso che può contribuire a una maggiore civiltà nelle relazioni sociali del nostro paese.

Milano, 28 aprile 2021  –   Vittorio Bellavite, coord. nazionale “Noi Siamo Chiesa”

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Perchè a Maggio come cristiani veglieremo per il superamento dell’omotransfobia.

Comunicato ripreso da Tenda di Gionata

Anche quest’anno nei giorni precedenti e successivi al 17 maggio (giornata internazionale contro l’omotransbifobia) pregheremo insieme per il superamento della violenza dell’omotransbifobia.

Le veglie di preghiere che avranno luogo, come accade dal 2007, in tutta Europa e in sud America saranno un’occasione per le nostre comunità cristiane per parlare a chi si fa scudo della fede per negare ogni protezione legale e l’accoglienza alle persone LGBT, e ai loro familiari, che subiscono ogni giorno sulla loro pelle questa questa violenza.

Ecco perché come cristiani di buona volontà, LGBT+ e non, come genitori e operatori pastorali vogliamo donare una nostra testimonianza personale sul perché, quest’anno veglieremo con le parole di Giovanni 15,12: “che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati, per dire basta a questa ingiusta violenza figlia dei pregiudizi che ancora trovano terreno fertile nella nostra società e, purtroppo, anche nelle nostre comunità cristiane.

Vi invitiamo a contribuire mandando una vostra riflessione a gionatanews@gmail.com  (in Italiano, spagnolo, inglese o francese). Saremo lieti di pubblicarle ogni giorno, sino al 17 maggio, sul sito delle veglie e sul portale Gionata.org.

Dai la tua voce per dare voce al cambiamento nella nostra società e nelle nostre chiese. #TendadiGionata #ProgettoGionata

Testimonianze e riflessioni già in rete su

https://www.gionata.org/tag/perche-vegliero-per-il-superamento-dellomofobia/

 

Come madre veglierò contro l’omotransfobia perché non ci sia più bisogno di farlo!. Riflessioni di Beatrice, una madre cattolica bolognese della Rete 3volteGenitori

“Vado alle veglie contro l’omotransfobia perché non ci sia più bisogno di farle, perché una Chiesa diversa è possibile e anzi già esiste. E’ la Chiesa che apre le sue porte a tutti, che rispetta l’amore di tutti e non chiede a nessuno di essere diverso da quello che è…”

 

Perché c’è ancora bisogno di vegliare contro l’omotransfobia?. Riflessioni di Carmine T. del Progetto Giovani

Veglierò per dare “una voce all’unisono al di là dell’indifferenza politica e sociale in cui siamo immersi, indifferenza personificata in chi sente di poter parlare in generale, perdendo di vista un dato molto importante: dietro la sigla LGBTQ+ ci sono sempre persone uniche, con un proprio bagaglio di sofferenze e rifiuti, amore e amicizie. Allora vi chiedo, … vegliamo insieme?”

Prego contro l’omofobia perché altrimenti sarei già passato alla lotta armata. Riflessioni di Massimo Battaglio

“Prego perché il Signore ci faccia giustizia, perché, se dovessi farla io, andrebbe a finire male. Prego perché mi dia la calma; perché tenga ferme le mie mani, perché prudono”.

Veglierò perchè ogni persona LGBT possa essere se stessa senza aver paura. Riflessioni di Mattia, un giovane gay cristiano della Sicilia

“ho potuto sperimentare quanto ancora sia presente nella società e soprattutto nella Chiesa e nelle “persone di chiesa” l’omotransbifobia … fa più comodo imporre certe “regole”, senza capire che l’amore di Dio è più grande di qualunque regola e che per amare veramente bisogna accogliere l’altro così com’è.”

 

Parteciperò alle Veglie perché Dio non vuole sensi di colpa, ma amore. Riflessioni di Simonetta M., una madre cristiana con un figlio gay

“… La mia partecipazione è accompagnata da un sogno o da una visione, non so bene cosa sia: vedo Gesù, al momento del mio definitivo incontro con Lui. Mentre tento di imbastire con lui una sorta di confessione, corredata da qualche ammissione di colpa e dalla doppia commiserazione per aver avuto un figlio disabile e una figlia lesbica. Gesù mi fa segno di tacere e mi dice: “voglio solo il tuo amore”.

 

«Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato» (Gv 15,12). Ecco perché veglierò! Riflessioni di Gianni Geraci del Gruppo Il Guado di Milano

“.. Dove sono allora i nostri pastori, quando, nel nostro paese, sono vengono uccisi degli omosessuali o dei transessuali? Dove sono tutte le volte che, nel nostro paese, gli omosessuali e i transessuali vengono picchiati, vengono insultati, vengono bullizzati e spinti verso gesti disperati ed estremi? Possibile che i vescovi italiani non conoscano a fondo la Homosexualitatis problema? O forse, dietro ai loro silenzi c’è il fatto che, quando si parla di omofobia e di transfobia, travolti dai tanti distinguo e dai gridi d’allarme che certi “profeti di sventura” seminano nella chiesa, hanno paura di seguire fino in fondo le raccomandazioni di una lettera che era stata scritta appositamente per loro?”.

 

> Perché veglieremo per il superamento dell’omotransbifobia? Testimonianze e riflessioni

> Maggio 2021. Dove si veglierà per il superamento dell’omotransbifobia

> Cronache di ordinaria omofobia. Le vittime dal 2013 ad oggi

> In Veglia/ Interfaith Vigil/ Las vigilias IDAHOT. Il sito delle veglie

> Hai bisogno di aiuto? Contatta “Mi fido di Te”, il servizio di ascolto per cristiani LGBT e i loro genitori

> Scarica gli ebook gratuiti della Tenda di Gionata su “fede e omosessualità”

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> Contatta “Mi fido di Te”, il servizio di ascolto per cristiani LGBT e i loro genitori

Calendario degli eventi on line per i  cristiani LGBT, i loro genitori e gli operatori pastorali

Ieri sul quotidiano «il manifesto» Luca Kocci raccontava l’iter del disegno di legge Omofobia, il ddl Zan fa un passo avanti. Ma la strada è in … ma anche – cfr Ddl Zan, Azione cattolica costringe all’abiura due gruppi locali … – la censura all’interno della più importante associazione ecclesiale italiana.

La vignetta – scelta dalla “bottega” – è di Benigno Moi

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

3 commenti

  • Due madri, due pastore evangeliche, un parroco cattolico, una coppia gay, un ragazzo trans, una giovane lesbica cristiana, in 8 brevi video curati dal filmaker Marco Mura per La Tenda di Gionata, raccontano perché veglieranno come cristiani, in occasione della “giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia” del 17 maggio, per dire basta a questa violenza, figlia dei pregiudizi che trovano terreno fertile nella nostra società e, purtroppo, anche nelle nostre comunità cristiane. Ascolta le loro voci e le loro storie su You Tube e se vuoi unirti alle veglie di preghiera per il superamento dell’omofobia e la transfobia che avranno luogo in Italia, Spagna, Polonia e Portogallo, on line o in presenza, le trovi elencate su http://www.gionata.org.
    «Pregare per il superamento dell’omotransfobia», ricorda la teologa e pastora valdese Daniela Di Carlo, membro della Commissione Fede, Genere e Sessualità delle Chiese battiste, metodiste e valdesi, vuol dire «liberare Dio da quelle gabbie nel quale lo abbiamo rinchiuso. Gabbie che sono state anche funzionali ad annacquare il Vangelo di Cristo, che invece è un Vangelo molto radicale e che prevede che tutte e tutti siano al centro».
    «Soprattutto in tempi di pandemia significa vegliare per i diritti di ognuno e ognuna», afferma la teologa e pastora battista Elizabeth Green, «veglierò per stare in comunione con amici e amiche, fratelli e sorelle di ogni Chiesa e nessuna Chiesa e, insieme a loro, con quel Dio che è all’opera per superare tutti gli ostacoli al suo amore sconfinato».
    «Pregiudizio e giudizio bisogna bandirli», riflette don Andrea Conocchia, parroco di Torvaianica (Roma) impegnato nella pastorale con le persone transessuali e omosessuali; «soprattutto credo molto, almeno per me, che come Chiesa possiamo imparare a farlo».
    «La Chiesa cattolica ha un grosso peso nella società italiana, per quanto riguarda il problema dell’omotransfobia, basterebbe una sua semplice parola e già la società cambierebbe» riflette Anna Battaglia, madre cattolica con un figlio gay di Ragusa; «mi auguro che ciascuno di noi all’interno delle proprie Chiese e della società in cui vive possa diventare testimone di questo cambiamento».
    Ricorda Beatrice, un mamma cattolica bolognese con un figlio gay che come genitore “non credi mai che” la violenza dell’omofobia “possa scolpire “te e tuo figlio, nella tua città, nella tua zona, all’interno della chiesa”.
    Veglierò contro l’omotransfobia per “.. non sentirci più parte di una o più minoranze”, afferma Giona, trans e cristiano, ma perchè “ognuno possa sentirsi libero e sereno nell’essere essere se stesso, perché non c’è niente di tragico nell’essere gay o trans”.
    Giulia, una giovane lesbica e cattolica di Roma, veglierà “Perché non ci siano ‘figli e figliastri’ all’interno della comunità cristiana” e “nessuno sia più considerato figlio di un Dio minore”.
    Perché, come aggiungono Andrea e Gianluca, una coppia gay cristiana triestina, o leggiamo “il vangelo dentro alla vita reale delle persone, oppure ne stiamo facendo qualcosa di diverso”.
    E tu veglierai con loro? INFO sulle veglie su inveglia.wordpress.com o http://www.gionata.org oppure scrivi a gionatanews@gmail.com
    Su http://www.omofobia.org “Cronache di ordinaria omofobia. Le vittime dal 2013 ad oggi”

  • La Bottega del Barbieri

    Il Vaticano contro il Parlamento. Da ridere per non piangere

    Una maggiore doverosa tutela degli omo dai rigurgiti presenti nella “pancia” selvaggia del paese comprometterebbe ”la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione […] dei cattolici e delle loro associazioni ed organizzazioni” (art. 2, comma 3 del nuovo Concordato)?
    Una didattica fondata sulla parità dei sessi costringerebbe le scuole paritarie ad occuparsi del cosi detto “gender”?
    Una legge pacificamente già votata a larga maggioranza dalla Camera incrinerebbe i rapporti tra Stato e Chiesa?
    NO. Il rigurgito della destra clericale straborda e conquista i vertici del Vaticano che ci avevano abituati a ben altra compostezza negli ultimi anni.
    Non è solo in nome della laicità della Repubblica, è anche per la nostra fede che stiamo, toto corde, con quanti, nella società civile e nelle istituzioni, sono dalla parte opposta e rifiutano questa specie di ridicolo scontro di civiltà.

    Milano, 22 giugno 2021
    Vittorio Bellavite, coord. nazionale NOI SIAMO CHIESA –

  • Il Vaticano, il ddl Zan e il Concordato da abolire
    L’entrata a gamba tesa del Vaticano nella discussione sul ddl Zan non sorprende e mostra come lo statuto privilegiato che lo Stato italiano accorda alla Chiesa può seriamente minarne l’indipendenza e la laicità.
    di Cinzia Sciuto – da MicroMega.net
    Lo stracciarsi di vesti in seguito alla nota verbale del Vaticano sul Ddl Zan è francamente incomprensibile. Dal 1929 (pieno regime fascista), grazie ai Patti lateranensi, la Chiesa cattolica – una sorta di monstrum metà Stato (con tanto di governo, ministri, ambasciatori, leggi, giudici ecc.) e metà ente religioso (con tanto di testo sacro, dogmi, riti e una rete di parrocchie e diocesi e preti e suore estesa su tutto il globo terracqueo) – gode di uno statuto privilegiato nei rapporti con lo Stato italiano, che francamente non si capisce perché non dovrebbe sfruttare (se non per suo opportunismo).
    La Repubblica nata nel 1946 ha confermato in tutto e per tutto questo statuto privilegiato, parzialmente modificato solo con la revisione del Concordato del 1984 che ha fatto un passo importante, senza però tirarne le dovute e logiche conseguenze: dal momento in cui infatti, la religione cattolica non è più religione di Stato (come invece stabiliva il Concordato in vigore fino a quel momento) viene meno il fondamento su cui questo statuto privilegiato si fondava. Uno Stato laico non può infatti per definizione avere rapporti privilegiati con una religione (tanto più che questa si presenta come quel monstrum metà Stato e metà ente religioso di cui sopra).
    (Per inciso: uno Stato davvero laico non può avere rapporti privilegiati con le religioni in generale, ma questo è un altro tema).
    Antonio Gramsci osservava che il Concordato rappresenta di fatto una limitazione unilaterale della sovranità dello Stato italiano nel proprio stesso territorio: “Mentre il concordato limita l’autorità statale di una parte contraente, nel suo proprio territorio, e influisce e determina la sua legislazione e la sua amministrazione, nessuna limitazione è accennata per il territorio dall’altra parte. […] Il concordato è dunque il riconoscimento esplicito di una doppia sovranità in uno stesso territorio statale”. Altro che libera Chiesa in libero Stato…
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