Vittoria per Civitavecchia: no della Regione al turbogas

di Mario Agostinelli

Con l’approvazione del “collegato” alla legge di Bilancio, la Regione Lazio dice no alla riconversione a gas di TVN. Gli emendamenti proposti a Civitavecchia – nati dalla sinergia tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle – sono diventati legge regionale, dopo l’approvazione dell’articolo 27 con il quale si vieta la realizzazione nella Regione Lazio di nuove centrali alimentate da fonti fossili superiori a 50 megawatt. Gli emendamenti sono stati presentati dai consiglieri regionali Gino De Paolis, della Lista Zingaretti, e Devid Porrello del Movimento Cinque Stelle,

Si sono create le giuste condizioni perché il lavoro pluriennale potesse andare in porto almeno a livello comunale e regionale dove l’evolversi dell’impegno e delle lotte di tutti i comitati e le organizzazioni sindacali ha consentito un approdo istituzionale di grandissima novità e rilievo, nonostante le pressioni degli enti energetici e il silenzio complice del governo. C’è ancora strada da fare: in particolare superare l’anomalia del decreto semplificazioni che assegna alla cabina di regia ristretta del Governo l’ultima parola per l’insediamento di impianti energetici di potenza. Una incongruenza che, se dovesse sconfessare il territorio, oltre a essere (a mio parere) di dubbia costituzionalità, avrebbe nel caso di Civitavecchia una valenza inspiegabilmente autoritaria e in contrasto con le stesse indicazioni europee di orientamento ambientale del PNRR.

E’ stato posto un importante tassello per cambiare volto alla città e al comprensorio e per dare la possibilità a una comunità, che si è manifestata politicamente come una coalizione sociale democratica e non violenta, di decidere autonomamente del proprio futuro.

Il presidente Zingaretti, la Giunta, l’assessora alla transizione ecologica Roberta Lombardi, Porrello (vicepresidente del Consiglio Regionale), i capigruppo di Lista Civica e di Leu hanno quindi confermato che l’emendamento – sostenuto da più forze politiche e dal favore dei cittadini del territorio – ha vietato la realizzazione di nuove centrali alimentate da fonti fossili nella Regione Lazio superiori a 50 megawatt, anche se hanno dovuto registrare che la tematica in generale non può di certo considerarsi esaurita visto che importanti novità potrebbero arrivare dal Decreto Semplificazioni. Ma c’è una linea di fondo che non può essere burocraticamente sconfessata: la Regione Lazio ha con chiarezza detto no alle fonti fossili, sì alle rinnovabili e ha ribadito che la transizione ecologica non passa dal gas.

Questo straordinario risultato si è potuto ottenere solamente grazie a un lavoro sinergico e di squadra. Quando il territorio è coeso e rema tutto insieme nella stessa direzione si possono ottenere risultati eccezionali in favore della cittadinanza.

La palla ora è in mano al Governo, che dovrebbe far tesoro delle considerazioni che a tutti livelli la Regione Lazio, le istituzioni locali, le organizzazioni sindacali, i partiti politici locali, la società civile hanno elaborato per comprendere che il futuro, non solo di quel comprensorio, ma del Paese e dell’Europa tutta, è nell’impiegare le enormi risorse del Recovery Fund e della Programmazione dei prossimi 7 anni per progetti che guardino all’ambiente, alla salute e al rispetto delle comunità locali.

In “bottega” abbiamo scritto più volte di questa emblematica vicenda; gli ultimi due articoli sono Civitavecchia, PNRRR e i soliti vel-ENI e Civitavecchia: dal carbone alle rinnovabili.

 

Redazione
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