Ben pensato, empatico Theodore (7 frammenti)

«Fin dagli albori della storia, l’umanità si è trovata faccia a faccia con verità fondamentali che non può vedere o non riconosce o non comprende, a causa della disattenzione, dei preconcetti o della pura e semplice stupidità. Vi sono stati momenti in cui l’uomo se l’è cavata bene con cose complesse – per esempio il calendario dei maya e la navigazione dei polinesiani – pur trascurando ciecamente il fatto che le cose complesse sono fatte di cose semplici e che le cose più semplici, per loro natura, sono tutte intorno a noi e attendono di venire osservate. […]

I microscopi e i loro fratelli, i telescopi non sono apparsi fino al 18° secolo. Perché no? Non c’erano innumerevoli migliaia di pastori che, in innumerevoli mattine rugiadose, si trovavano in presenza della luce del primo sole e delle gocce d’acqua catturate dalle ragnatele o dalle foglie perforate? Perché uno di loro non guardò mai, attraverso la goccia di rugiada, le volute del proprio pollice? E perché i prodigiosi artigiani del vetro, a Tiro e a Firenze o nell’antica Babilonia non hanno mai pensato di guardare attraverso le loro coppe e i loro vasi soffiati e modellati, invece di guardarli semplicemente? Riuscite a indovinare che cosa sarebbe il mondo se la lente ustoria, il microscopio, gli occhiali, il telescopio fossero stati inventati tremila anni prima?»

(da «Non è niente… davvero!» in «Il mondo di Theodore Sturgeon», Editrice Nord 1982; traduzione di Roberta Rambelli)

 

«Perché la morfina è tanto usata nell’analgesi dei casi disperati? Lei sa quanto me che c’è una dozzina o una ventina di stupefacenti che eliminando il dolore con eguale efficienza, o anche meglio, e che non vengono usati semplicemente ed esclusivamente perché sono euforizzanti. Non è una questione medica, è morale… ed è un tipo di morale che non ha posto nella medicina, non è quella di cui parlava Ippocrate e non è neppure la mia. E’ il tipo di morale che costringeva i medici cinesi a visitare le pazienti per mezzo di una statuetta d’avorio mostrata attraverso le tende e con un segno nel punto dolente. E’ il tipo di morale che per più di un millennio ha reso virtualmente impossibile la dissezione anatomica.

Non somministriamo euforizzanti ai pazienti moribondi perché riteniamo ingiusto che se ne vadano sentendosi bene. Facciamo qualcosa per impedire che sentano troppo dolore ma chissà perché è immorale permettere che se ne vadano felici».

(da «La pratica Verity» in «Il mondo di Theodore Sturgeon», idem)

 

«Maggiore – disse all’improvviso, con voce diversa – supponga che io le dicessi che stavo camminando per strada e che un uomo mai visto ha lanciato di colpo un ruggito, mi è saltato alla schiena, mi ha buttato per terra, mi ha messo le mani addosso e mi ha fatto rotolare nel fosso. Supponga di avere 50 testimoni oculari pronti a giurare di aver visto la scena. Cosa penserebbe di quell’uomo?

Il maggiore […] provò una collera donchisciottesca nei confronti dell’assalitore, anche se ipotetico. – Non è evidente? Quell’uomo deve essere ubriaco, psicopatico. […] E questo cosa c’entra..

– Capirà».

[La spiegazione di questa digressione dalla storia principale arriva, imprevista, 6 pagine dopo]

« – E’ la stessa cosa della storia che le ho raccontato, dell’uomo che mi buttò a terra.

– L’uomo, oh sì. E allora?

– E’ accaduto veramente, disse lei, mi buttò a terra e mi mise le mani addosso, in pieno giorno, davanti a testimoni e tutto quello che le ho detto in proposito è vero.

– Bastardo, borbottò il maggiore […]

Questa volta lei sorrise – Stavano caricando davanti a un magazzino. Una cassa che conteneva un macchinario si staccò, slittò lungo uno scivolo. Andò a sbattere contro un bidone di benzina e fece sprizzare una scintilla. E io mi trovai avvolta nelle fiamme. Quell’uomo mi buttò a terra e spense le fiamme a manate. Mi salvò la vita.

Lentamente il maggiore aprì la bocca.

Lei disse: – E’ diverso quando si conoscono tutti i dati, no? Anche quando i primi dati di cui si dispone sono tutti veri». […]

(da «Estrapolazione» in «Il mondo di Theodore Sturgeon», idem)

 

« – Dove possiamo trovare altri scienziati in grado di frenare il dilagare dell’anti-scienza?

– Eh?

– Sì, l’anti-scienza. Perfino i politici cominciano a dire che dovremmo dedicarci a più alte conquiste spirituali, a causa di ciò che la scienza ha creato. Ma il loro sistema sarà di impedire alla scienza di creare alcunché. […] Accidenti, i quattro quinti dei racconti sulle riviste di fantascienza sono antiscientifici.

[…] – Erano tutti e tre membri del Comitato per la scienza etica.

– Quali scopi aveva?

– Sintetizzare. Portare la gente a comprendere la scienza. Non quello che è, ma quello a cui serve. Far sì che gli scienziati di un ramo comprendano quelli di un altro. Farli lavorare verso gli stessi fini, con lo stesso senso di responsabilità».

(da «Il prezzo dell’amore» in «Orbite perdute», Urania 1014 del 19 gennaio 1986; traduzione di Delio Zinoni)

 

«Il mondo si era lanciato in una frenetica corsa agli armamenti. […] Il necessario processo di attizzare il fuoco per combattere il fuoco aveva dato un unico risultato: Paesi comunisti in cui il proletariato non aveva nessuna voce in capitolo e democrazie in cui non era il popolo a governare».

(da «Unirsi e vincere» in «Luci e nebbie», Urania 1045 del 29 marzo 1987; traduzione di Gaetano Staffilano)

 

«In conclusione, Yancey aveva subìto solo modifiche poco evidenti […] C’era dentro l’astronave un’atmosfera di simpatia mista a rimorso come non aveva mai avvertito prima in nessun luogo. Un’altra componente era il rispetto, un rispetto totale per qualsiasi essere vivente. […]

Rimase seduto a esaminare contro voglia i suoi sentimenti e lentamente si accorse che, oltre agli altri aspetti, quella caratteristica chiamata empatia (il fatto di mettersi nei panni altrui, di vedere il mondo con occhi altrui) era stata anch’essa cambiata ed era aumentata più di quanto riusciva a sopportare. […]

Se un uomo possiede la virtù, o la maledizione, dell’empatia deve essere gentile. Deve esserlo per la più egoistica delle ragioni: ogni volta che ferisce un altro essere umano si trova a condividerne il dolore. […]

Un’enorme tenerezza famelica assalì Yancey ma sul momento, incredibilmente, sembrava che non avesse direzione».

(da «Uragano» in «Luci e nebbie», idem)

 

«MacLyle aveva le sue abitudini e aveva i suoi hobby, come tutti e come sempre i suoi erano un po’ diversi da quelli di tutti gli altri. Quello che più infastidiva sua moglie era l’abitudine delle notizie […]

E’ difficile dire con esattezza quando MacLyle cominciò a perdere colpi o perché, anche se evidentemente aveva qualcosa a che fare con tutte quelle notizie a cui si esponeva […]

Esther si rese conto troppo tardi che le notizie erano a tal punto parte inestricabile di suo marito che nel gettarle via gettava via anche lui. E lui infatti se ne andò via. […]

Con il passare del tempo la sua mente passò dal “Cosa farò?” al “Cosa dovrebbe fare una buona moglie?” e dopo averci pensato a lungo andò da uno psichiatra. […]

Fu straordinariamente facile per lo psichiatra rintracciare MacLyle. […]

Per le due ore successive guardò MacLyle che trafficava nella stanza, immerso in pensieri più o meno professionali. Non parla o non sa parlare (diagnostico): afasia motoria. Non comprende o non riesce a comprendere le parole: afasia sensoriale. Non legge o non sa leggere e scrivere: alexia. […]

Una regressione. Ma se uno regredisce allo stato selvaggio non costruisce un sistema di ventilazione né un sistema di scarico di 150 metri per il cesso. Se uno regredisce verso l’infanzia non progetta e costruisce una ruota da vasaio. Se uno si ritrae dalla gente non accoglie uno straniero così».

(da «Ultime notizie» in «Semi di stelle», Urania 1071 del 25 marzo 1988; traduzione di Delio Zinoni)

NOTE E CHIACCHIERE

Dopo Isaac (1) e (2), Ursula (1) e (2) e Sturgeon (1) rieccoci. Stavolta ho gettato alcune esche, spero abboccherete. Questi racconti sono nelle antologie che ho citato sopra ma talvolta anche in altre o sparsi qua e là. Se volete rintracciarli – non sarà facile purtroppo – in queste o altre edizioni, andate sul Catalogo Vegetti (www.catalogovegetti.com) e poi mettetevi in “caccia” oppure affidatevi a qualche buona biblioteca; non tutte hanno fantascienza … per un antico pregiudizio. Chi ha letto Sturgeon in lingua originale (io non conosco l’inglese) garantisce che le traduzioni italiane, soprattutto le prime, erano quasi sempre insoddisfacenti. Vale per Sturgeon, per Dick e per altre/i: talvolta racconti e romanzi sono stati mutilati o censurati. Ma quel tempo per fortuna è passato.

Qui in blog sul mio (vecchio) Sesso, amore, fantascienza e X trovate un po’ di storie sturgeoniane, in particolare una buona sintesi del racconto «Un mondo ben perduto»; invece su Sturgeon, in cerca del “più che umano” ho abbozzato, molto disordinatamente, alcune ragioni del mio innamoramento (senza virgolette, notate e riflettete) per lui.

Infine il ritornello che ripeto da 5 puntate. Rileggendo Isaac, Ursula, Theodore (e aspettando con ansia ogni nuovo Robert Sawyer ecc)… rilancio il mio urlo di dolore “scolastico” ovvero quanto farebbe bene un po’ di buona fantascienza nei programmi della scuola italiana che fatica a riconoscere il presente e ha paura del domani. Fra gli anni ’80 e ’90, io e Riccardo Mancini pubblicammo con la Nuova Italia due antologie scolastiche – “Immaginare futuri” per la media superiore e “Imparare dal futuro” per la inferiore – che ora sono fuori catalogo. Subdolamente annuncio che un amico si propone di rieditare quei vecchi due libri in e-book (vi aggiornerò) e ne sono felice ma io vorrei mirare anche a un progetto nuovo. Continuo a domandarmi/rvi: se oggi un piccolo collettivo (di appassionate/i, docenti, piccole case editrici e kenesò) ritentasse magari con un taglio inter-disciplinare e divertente? Secondo voi, in quel che resta della scuola italiana, c’è spazio per il futuro? (db)

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *